tag:blogger.com,1999:blog-75931675363535837622024-03-14T04:26:34.604+01:00Correre Per FirenzeUna passione per la corsa e per una città, Firenze.
Dove correre a Firenze e quello che viene in mente correndo di-a-da-in-con-su-per-tra-fra questa città.
Ti piace correre? Abiti a Firenze o potresti passarci? Spero che qualcuno dei miei suggerimenti possa aiutarti.Maratoneta Stancohttp://www.blogger.com/profile/00456279594952966132noreply@blogger.comBlogger213125tag:blogger.com,1999:blog-7593167536353583762.post-43304409183610184872016-12-03T19:51:00.001+01:002016-12-03T20:26:24.143+01:00La petite bibliotèque du coureur (recensione snob di un libro che non leggerete mai)<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://3.bp.blogspot.com/-vai4bNGJYlo/WEMTvIxGUcI/AAAAAAAAyYc/DER0ifTu5pQueINHYm9deXhUTjHuNKQ6wCLcB/s1600/petite%2Bbiblioth%25C3%25A8queducoureur.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://3.bp.blogspot.com/-vai4bNGJYlo/WEMTvIxGUcI/AAAAAAAAyYc/DER0ifTu5pQueINHYm9deXhUTjHuNKQ6wCLcB/s400/petite%2Bbiblioth%25C3%25A8queducoureur.jpg" width="243" /></a></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="background-color: white; color: #222222; font-family: "verdana" , sans-serif;">Anche questo è un libro trovato senza
cercarlo, in una accogliente libreria </span><i style="background-color: white; color: #222222; font-family: Verdana, sans-serif;">très
engagée</i><span style="background-color: white; color: #222222; font-family: "verdana" , sans-serif;">, di quelle dove trovi i libri appena usciti con le recensioni
scritte a penna dai vari commessi. Siamo nel Marais alto, proprio accanto al </span><i style="background-color: white; color: #222222; font-family: Verdana, sans-serif;">marché des Enfants Rouges</i><span style="background-color: white; color: #222222; font-family: "verdana" , sans-serif;">, a Parigi (partenza assai snob, potete anche fermarvi qui e mandarmi a quel paese, vi capirei).</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Visto che persistete, aggiungo che è
uscito solo in Francia e pertanto non è disponibile italiano (uh, ma allora
insisti!...).<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Termino la premessa intimidatoria
ammettendo che non sono manco riuscito a leggerlo tutto e dopo averlo tenuto
per mesi sul comodino, dove è stato affiancato e superato nel frattempo da
altre decine di compagni (e concorrenti), mi sono rassegnato a sfogliarlo beccheggiando
qua e là dei brincelli.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Il curatore ha effettivamente fatto un
lavoro pazzesco: partendo dall’Iliade e passando per I tre moschettieri, senza
trascurare Virginia Woolf e Hernest Hemingway, ha rintracciato non solo i libri
che parlano, sia pure in parte, della corsa, ma ha scovato anche gli accenni più
reconditi a un gesto che possa essere denominato corsa.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Si tratta quindi di una raccolta di
estratti (di lunghezza variabile da una a una decina di pagine) da 42 opere, ognuno
preceduto da una breve nota del curatore, che non si presta a una lettura
continuativa. Inoltre molti dei brani, allorquando si scopre il riferimento
alla corsa, lasciano una sensazione di delusione per la limitatezza dello
stesso.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Tra i libri più recenti menzionati ho apprezzato
la presenza di Crampi di Marco Lodoli ma ho notato anche pesanti assenze di cui
sono invece fiero (una su tutte: Via della Trincea) <o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Mi verrebbe quasi da inviare al curatore
il link alla mia piccola “Biblioteca del runner” per una sua futura revisione… Resta
comunque indiscutibile che ha fatto un gran lavoro di ricerca.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">La petite bibliotèque du coureur<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="background: white; color: #222222;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Bernard Chambaz<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="background: white; color: #222222;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Flammarion<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="background: white; color: #222222;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">2013<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-hyphenate: auto; text-align: justify;">
<br /></div>
<br />
<div class="MsoNormal" style="background: #FFFEFF; mso-hyphenate: auto; text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><i><span lang="IT" style="color: #3f6acf;">Vuoi leggere
altre recensioni? Vai alla </span></i><span style="color: #3f6acf;"><a href="http://correreperfirenze.blogspot.ch/2013/10/la-biblioteca-del-runner_14.html"><i><span lang="IT" style="color: #4aa55e;">Biblioteca del Runner</span></i></a></span></span><span lang="IT" style="color: #3f6acf; font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: 10.0pt;"><o:p></o:p></span></div>
Maratoneta Stancohttp://www.blogger.com/profile/00456279594952966132noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-7593167536353583762.post-83838026735495279302016-11-16T14:07:00.003+01:002016-12-04T18:45:57.856+01:00“Due ore” di Ed Caesar (recensione)<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://3.bp.blogspot.com/-usxub-Q8n8o/WCxZR5-WfqI/AAAAAAAAyXo/HBDwb0UT_Z0t66mMU020v88bSMuJ2pHvACLcB/s1600/due%2Bore%2B-%2Bed%2Bcaesar.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://3.bp.blogspot.com/-usxub-Q8n8o/WCxZR5-WfqI/AAAAAAAAyXo/HBDwb0UT_Z0t66mMU020v88bSMuJ2pHvACLcB/s400/due%2Bore%2B-%2Bed%2Bcaesar.jpg" width="257" /></a></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="background-color: white; color: #222222; font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: 10pt;">Questo non è un libro che si cerca, è un
libro che si trova. E l’ho trovato in una piccola libreria indipendente mentre
cercavo tutt’altro.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222; font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: 10.0pt;">La copertina è bella: un uomo di colore,
snello, le braccia aperte in posa quasi cristica, con vistose scarpe rosse, si
staglia sulla candida pagina bianca mentre la sua canottiera vi scompare. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222; font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: 10.0pt;">Titolo breve ma evocativo: “Due ore”. Il
sottotitolo, per chi avesse avuto ancora dei dubbi, chiarisce anche fin troppo:
“Alla ricerca della maratona perfetta”. Se non fosse stato pubblicato da
Einaudi non lo avrei neanche preso in mano, pensando all’ennesimo manuale di
allenamento esasperato.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222; font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: 10.0pt;">Non è un manuale. È saggistica ma si
legge come un romanzo. Quando comincio a leggere questi tipi di libro, come
anche per esempio </span><span lang="IT" style="color: #222222; font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: 10.0pt;"><a href="https://www.blogger.com/%5bhttp:/correreperfirenze.blogspot.it/2013/10/born-to-run-di-christopher-mcdougall.html"><span style="color: #4aa55e;">“Born to run” di Christopher McDougall</span></a></span><span lang="IT" style="background: white; color: #222222; font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: 10.0pt;"> o “Open” di André
Agassi, mi dimentico che cosa sto leggendo, entro in modalità “lettura avida” e
leggo fino a che non scopro chi è l’assassino o mi si chiudono gli occhi con il
libro aperto sul petto. Questo è uno di quei libri. Bisogna saperli scrivere
questi che mi viene da chiamare “reportage”, la prosa non deve essere
imbalsamata come in un saggio serio, ma neppure troppo romanzata: i personaggi
di cui si narra non devono essere troppo idealizzati da sembrare irreali.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222; font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: 10.0pt;">Questo libro, pur mantenendo un
andamento discorsivo, è un utile e esteso compendio di storia della maratona,
di fisiologia della corsa, di biografie di grandi atleti, di storia delle
olimpiadi, di storia <i>tout court</i>. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222; font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: 10.0pt;">Ritengo che possa essere di interesse e
di ispirazione per chi ha amato, ama o amerà questa sfida umana che è la
maratona. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222; font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: 10.0pt;">Non maratoneti astengansi.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222; font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: 10.0pt;">Due ore – Alla ricerca della maratona
perfetta<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222; font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: 10.0pt;">Ed Caesar<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222; font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: 10.0pt;">Einaudi</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="background-color: white; color: #222222; font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: 10pt;">2016</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; font-size: 13.3333px;"><span style="color: #222222; font-family: "verdana" , sans-serif;">http://www.einaudi.it/libri/libro/ed-caesar/due-ore/978880621339</span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="post-body entry-content" id="post-body-6444611554892565694" itemprop="description articleBody" style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: #fffeff; color: #3f6acf; font-family: Verdana, Geneva, sans-serif; font-size: 13px; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; font-weight: normal; letter-spacing: normal; line-height: 1.4; orphans: 2; text-align: start; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: 2; width: 630px; word-spacing: 0px;">
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-style: italic;">Vuoi leggere altre recensioni? Vai alla </span><a href="http://correreperfirenze.blogspot.ch/2013/10/la-biblioteca-del-runner_14.html" style="color: #4aa55e; font-family: Verdana, sans-serif; font-style: italic; text-decoration: none;">Biblioteca del Runner</a></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
</div>
<div style="clear: both;">
</div>
</div>
Maratoneta Stancohttp://www.blogger.com/profile/00456279594952966132noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7593167536353583762.post-69939429722750846062016-05-04T16:35:00.000+02:002016-05-04T16:35:10.377+02:00Due chiacchiere? Fanno trenta chilometri, grazie.<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://3.bp.blogspot.com/-2jOZHgT7KLM/VyoIf50Ow_I/AAAAAAAAxfM/fLSrqJ78aEEA7VPdnc_Y8Xt2TaoiDQYWQCLcB/s1600/zio%2Be%2Bnipoti.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="200" src="https://3.bp.blogspot.com/-2jOZHgT7KLM/VyoIf50Ow_I/AAAAAAAAxfM/fLSrqJ78aEEA7VPdnc_Y8Xt2TaoiDQYWQCLcB/s400/zio%2Be%2Bnipoti.jpg" width="400" /></a></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="background-color: white; color: #222222; font-family: Verdana, sans-serif;">C’è poco da fare, è tutto
nella mia testa. Ci sono periodi in cui non corro se non con un obbiettivo, se
non a medio o lungo termine almeno per quell’allenamento: andare veloci per
otto chilometri, fare almeno ventiquattro chilometri a passo tranquillo. In
altri periodi, non comuni lo ammetto, non ho voglia di fare nulla, nel senso
che mi va di correre o di nuotare o di andare in bici ma senza sbattermi a
pensare cosa fare e come farlo.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Un esempio recente. La mia
attuale formazione tipo per l’uscita nel fine settimana è un trio con Ema e
Filippo. È un trio familiare, lo scontato gruppo su WhatsApp è il mutuato “Correre
in Famiglia”, e la peculiarità che siamo zio e nipoti mi permette di fare
almeno cinque minuti di conversazione con chiunque: vai a spiegare che l’età
media dei nipoti è sui quarant’anni come anche la mia età media tra anagrafica
e intima, che uno è nipote vero mentre l’altro acquisito, che entrambi li
frequento assiduamente in quanto runners mentre come semplici nipoti li vedevo
ogni tre mesi quando andava bene, e che li conosco molto meglio adesso grazie alle
distese chiacchierate durante i lunghi piuttosto che in anni di rapporti
parentali tra una festa comandata e una vacanza marina. I cinque minuti sono
già passati! <o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Tornando alla corsa nel
fine settimana, era qualche settimana che non ci vedevamo tutti e tre insieme,
una volta un paio di giorni fuori città io, una volta Filippo lavorava, un’altra
volta Lorenzo aveva la partita di calcio e Ema lo doveva accompagnare. <o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Lo scorso fine settimana
era doveroso accompagnare Filippo nell’ultima uscita prima di una maratona, ma
lui poteva solo domenica mentre Ema poteva solo sabato. Quindi io ho fissato
con Filippo domenica mattina, con l’idea di fare un po’ di bici il sabato
mattina (mi vanterei di fare triathlon, mi vanterei). Però venerdì sera ho
sentito Ema e ho buttato lì: ma se ci vedessimo alle otto e un quarto dopo che
hai portato a scuola Sofia? Facciamo una corsetta breve, senza stress. Insomma
sabato mattina abbiamo fatto un bellissimo giro per il silenzioso e rarefatto
centro di Firenze prima che arrivassero i turisti e con i negozi di
abbigliamento ancora chiusi, ho visto la tartaruga di Jan Fabre, ci ho fatto
due giri intorno per vederla bene, ci siamo raccontati storie di quando ancora
non ci conoscevamo e eravamo persone diverse da quelle a cui siamo abituati.
Undici chilometri. <o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Poi domenica mattina una
bella chiacchierata con Filippo, finita con sorpresa all’ultimo chilometro ma
non si può dire perché è ancora quasi un segreto. Tanto ero concentrato sulle
chiacchiere che ho sbagliato i conti, e il nipote si fida troppo dello zio: i
quindici chilometri sono diventati diciannove. <o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Totale: trenta chilometri,
senza obbiettivi. <o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Anzi no, l’obbiettivo l’ho
raggiunto: ho fatto due chiacchiere!<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Quando Filippo ha saputo
che la mattina prima ero andato a correre con Ema ci è rimasto male. <o:p></o:p></span></span></div>
<br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">La morale? I chilometri
non sono tutto, certe volte ci vogliono un po’ di chiacchiere in più.<span style="font-size: 10pt;"><o:p></o:p></span></span></span></div>
Maratoneta Stancohttp://www.blogger.com/profile/00456279594952966132noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7593167536353583762.post-11777805761423856472016-03-29T01:33:00.000+02:002016-03-29T10:25:36.508+02:00Grazie a una coda di cavallo e a un nerobarbuto ho ripreso a scrivere (di corsa): lector docet.<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-9O7H9zvY-ao/Vvm-7nRdAGI/AAAAAAAAxM0/WzVc4_rcH_QPqyLQ0HIj94N2Y5vwp12Bg/s1600/lectorinfabula.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://1.bp.blogspot.com/-9O7H9zvY-ao/Vvm-7nRdAGI/AAAAAAAAxM0/WzVc4_rcH_QPqyLQ0HIj94N2Y5vwp12Bg/s320/lectorinfabula.jpg" width="203" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Qualche tempo fa un'affezionata e attenta lettrice mi fece notare che ultimamente non scrivevo più, almeno di corsa. </span></div>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"></span><br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Io non obbiettai e l'attenta lettrice proseguì nella sua analisi: "forse
perché non corri o corri meno o corri con meno interesse". </span></div>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">
</span>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">La prima reazione fu quella di negare, non c'entra niente, non è vero,
sto correndo. Però mi controllai, e mentre sorridevo cercando una
risposta spiazzante, in pochi secondi mi è ripassata davanti tutta la
mia formazione, il compianto maestro (anche se lui non lo ha ovviamente
mai saputo) Umberto Eco, quando più di vent'anni fa decisi di leggere
tutti i suoi saggi capendone una frazione minima, bastò però a farmi
capire che è il lettore a avere sempre ragione e che l'autore una volta
resa pubblica la sua opera ha perso ogni diritto che non fosse già nelle
parole scritte (per chiudere la parentesi, se proprio dovessi
consigliare un solo libro, suggerirei Lector in fabula, sebbene
piuttosto tecnico), le mie fissazioni sul fatto che dell'autore reale
non ci deve interessare alcunché ma solo di quanto leggiamo. Ed eccomi
là, autore reale, di fronte a un lettore. Colto non da umiltà ma da
fastidio risposi: "Sì e no. Sì, può darsi che tu abbia ragione
(l'orgoglio mi impediva di darle pienamente ragione): in seguito a vari
piccoli infortuni ho corso meno in questo periodo e senz'altro con
minore soddisfazione e quindi, forse, con minore ispirazione per la
scrittura. No perché ho comunque corso regolarmente: forse ho scritto
meno di corsa ma avuto modo di scribacchiare di altri argomenti."</span></div>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">
<div style="text-align: justify;">
Detto ciò restava comunque il fatto che negli ultimi mesi ho scritto davvero poco sulla corsa. </div>
<div style="text-align: justify;">
E questa breve discussione, in tutto due frasi (la lettrice non ha
potuto visualizzare tutta la digressione interiore che mi aveva
incautamente causato), mi era quasi sfuggita di mente. Se non fosse che
oggi, lunedì dell'angelo, dopo varie ore di guida, un pranzo frugale, un
riposino iniziato per caso e prolungatosi per due ore, avendo poco
tempo prima di cena ho deciso di fare una quindicina di chilometri in
agilità, per mettere alla prova i vari miei pezzi (soprattutto piedi e
caviglie) ancora sotto osservazione.</div>
<div style="text-align: justify;">
Sono partito con allegria e convinzione: mi sono accorto solo dopo circa
un chilometro che non mi era neppure venuto in mente di prendermi le
cuffiette per distrarmi con la musica: non avevo alcun bisogno di
distrarmi, volevo proprio correre e sentire me stesso.</div>
<div style="text-align: justify;">
Dopo sette chilometri stavo reggendo bene ma iniziava una fase
rischiosa: in questo periodo riesco a correre a ritmo sostenuto solo per
tratte brevi: otto, dieci chilometri, oltre non si sa, quindi ero a
rischio "flessione", quando mi sorpassa, lentamente ma inesorabilmente,
una giovane ragazza, a occhio poco più che ventenne, sobriamente vestita, che mostrava un passo molto disinvolto e una coda di cavallo che
ondeggiava ritmicamente un passo a destra e uno a sinistra. <i>Ça va sans dire </i>che
ho cercato di resistere e, una volta lasciatole qualche metro di
vantaggio, ho forzato per mantenere la distanza con un minimo di onore,
sia pur ferito, quasi ipnotizzato da quella coda di cavallo (alcuni miei
lettori, di sesso maschile, a questo punto avranno già un sorriso ebete
e penseranno di ben interpretare queste ultime parole come un'ironica
metafora: ebbene no, stavolta i lettori si sono sbagliati, ipotizzando
che l'autore teorico, nonché quello reale, fossero attratti da ben altra
parte, non foss'altro che per la semplice ragione, nel testo lasciata
in ombra, che la giovane ancorché atletica non era particolarmente ben
formata nella sua parte posteriore. L'autore reale si scusa con le
lettrici ma, purtroppo, è la verità. Tornando alla corsa: ho retto
abbastanza bene finché dopo circa un chilometro la fanciulla ha
rallentato e invertito il senso di marcia. Io sono sfilato senza neanche
guardarla, ho solo pensato: e adesso me la devo cavare da solo e mi
mancano ancora sette chilometri.</div>
<div style="text-align: justify;">
Mi sono distratto facendo un po' di conti su fino a dove sarei dovuto
arrivare per poter poi rientrare a casa completando precisamente i miei
quindici chilometri in modo da evitare di dover allungare alla fine
quando sarei stato stanco e quindi soggetto a cedimenti psicologici che
poi avrei rimpianto. Verso il dodicesimo chilometro cominciavo a sentire
le gambe appesantite e l'oscurità che seguiva il tramonto si adattava
al mio stato d'animo: tutta l'allegria e la convinzione erano
incredibilmente evaporati. Quando si immette alla mia sinistra un uomo
magro, barbuto e di nero vestito che sembra avere un buon passo oltre
che il giusto <i>physique du rôle</i>: lo affianco e gli chiedo: "Ti
posso fare compagnia per un po'? sono stanco". Lui accetta di buon grado
e aumenta pure l'andatura per aiutarmi a tenere il passo che stavo
invece rallentando: abbiamo chiacchierato per circa un chilometro e
mezzo a una velocità ben superiore a quella mia allegra iniziale tanto
che l'ho salutato ben volentieri per far rotta verso casa, rallentando
ma sia pur sempre mantenendo un passo decente.</div>
<div style="text-align: justify;">
Ho finito il mio allenamento improvvisato molto soddisfatto e grato per
la disponibiltà e l'aiuto che tra runner non ci neghiamo, anzi ci doniamo
con gioia. Consciamente: il nerobarbuto, inconsciamente: la giovane
dalla coda di cavallo. Ma tant'è: ho corso bene e con ispirazione ed
eccomi qui!</div>
<div style="text-align: justify;">
Aveva ragione la lettrice. Come al solito.</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"> </span> </div>
</span>Maratoneta Stancohttp://www.blogger.com/profile/00456279594952966132noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7593167536353583762.post-8075811607103152842016-01-06T15:21:00.001+01:002016-01-06T15:21:17.042+01:00La Forza? No: la Corsa sia con te!<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<a href="http://2.bp.blogspot.com/-ueX8fORsf-o/Vo0gyk20hGI/AAAAAAAAuN4/buQIiDe6WjE/s1600/che%2Bla%2Bcorsa%2Bsia%2Bcon%2Bvoi.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="242" src="http://2.bp.blogspot.com/-ueX8fORsf-o/Vo0gyk20hGI/AAAAAAAAuN4/buQIiDe6WjE/s400/che%2Bla%2Bcorsa%2Bsia%2Bcon%2Bvoi.jpg" width="400" /></a><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="background-color: white; color: #222222;">Avevo calcolato tutto: il
film, l’ultimo episodio di Guerre Stellari ovviamente, dura due ore e un
quarto, all’uscita avrei avuto quarantacinque minuti per arrivare dal
concessionario, prima che questi chiudesse, per riprendere lo scooter. Avevo
studiato il percorso con google map e ne avevo avuto conferma sul sito
dell’Ataf: bastava fare cento metri a piedi, prendere un bussino che in sedici
minuti mi avrebbe lasciato a poche centinaia di metri dalla meta, il tutto in
solo ventidue minuti. Tenuto anche conto che il bussino seguente sarebbe
passato dopo sette minuti, ce l’avrei fatta con un quarto d’ora di comporto.
Perfetto. Però un segno avrebbe dovuto allertarmi, forse una corsa del 17 saltata e
ero arrivato al cinema all'ultimo minuto e dopo una camminata forzata. Una volta seduto e riposatomi, mi
rendo conto che il film sta cominciando dieci minuti in ritardo. Ce la faccio ancora.
Intervallo. Intervallo? Sì, e tra parentesi sta scritto: cinque minuti:
esaurito il quarto d’ora di comporto. Se non manco il bussino ce la faccio
ancora. La ragazzotta nuova porge la spada laser a un incappucciato sulla
montagna a strapiombo sul mare (è uno spoiler? No, non ho detto che l’incappucciato
è Luke Skywalker da vecchio, ossia Mark Hamill adesso). Esco senza vedere i
titoli di coda, peccato, è un rito leggerli fino alla fine, ringraziamenti e musiche comprese, ma non c’è tempo. Cammino rapido, arrivo alla fermata e scopro che il
bussino arriva in due minuti: ventidue
più due, ventiquattro, mentre io ne</span><span style="background-color: white; color: #222222;"> ho ancora ventotto per arrivare in tempo:</span><span style="background-color: white; color: #222222;"> ce la faccio ancora. Il bussino arriva e riparte
tranquillo. Poche decine di metri ed ecco la prima difficoltà: attraversare il
flusso semaforico di via della Scala dove l’auto che non è riuscita a passare
con il verde non desiste e fa quel metro con il giallo che impedisce al flusso
perpendicolare, ossia a noi, di passare al proprio verde... ci vogliono un paio
di verdi per passare il guado. La scena si ripete pochi metri dopo: il pullman
che esce dal deposito non ci lascia passare e resta incastrato davanti al
nostro bussino visto che la sua corsia non scorre. In pratica
ogni verde a un semaforo qualunque nel circondario corrisponde allo spostamento
di una casella di una vettura in fila, non si sa quale, dipende dall’astuzia e
dalla forza (con la effe minuscola) dei singoli guidatori. Abbiamo davanti a
noi un altro semaforo per passare il quale ci dovremmo addirittura inserire
nello stesso flusso di chi viene dalla nostra sinistra: quando finiscono di
passare loro dovremmo entrare noi ma non si crea il vuoto e quando scatta il rosso è chiaro che non abbiamo alcuna
speranza di farcela neppure al verde successivo. L’autista misericordioso ci
apre le porte per permetterci di proseguire a piedi. A quel punto ho venti
minuti alla chiusura, google map mi dà una percorrenza a piedi di ventisette
minuti, l’unica possibilità è correre. E io corro: ho memorizzato il percorso
sulla mappa, normalmente cercherei conferma ad ogni angolo per essere sicuro che sto
percorrendo la traiettoria ottimale ma stavolta no, so dove andare e conosco
queste strade a memoria, non solo in modalità “cammino” o “turismo” ma anche in
modalità “corsa” (tanto che un tempo lontano avevo ipotizzato un’iniziativa che
non si è poi concretizzata “</span><a href="http://correreperfirenze.blogspot.it/2013/01/firenze-giro-turistico-della-citta.html">Firenze: Giro turistico della città</a><span style="background-color: white; color: #222222;">”)</span><span style="background-color: white; color: #222222;">.</span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 10.0pt; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: Arial;">Dalla stazione a via delle
Casine, dietro a Santa Croce, per una passeggiata mi sembrerebbe una distanza
notevole ma so che a corsa saranno dieci, quindici minuti. Ce la posso fare.
Parto, sorpassando rapido tutte le auto in coda per la stazione e attraverso il
flusso all’altezza del bar Deanna (non esiste più, ma è come dire davanti al
Gambrinus, è la vecchiaia). Via della scala. Sono vestito pesante, pantaloni di
velluto, piumino, e ai piedi delle solidissime Camper. Piazza Santa Maria Novella.
Non rallento come mi verrebbe spontaneo con il sorgere del fiatone ma sono in
modalità corsa, il respiro si adatta al ritmo, il passo è costante. Imbocco via
del Sole. Oltretutto è un tardo pomeriggio nel periodo natalizio, per il centro
sciamano lenti flussi di turisti e di fiorentini alla deriva. Corro. Non mi fermo
ai segnali stradali. Via tornabuoni. Qui la densità è critica. Borgo Santi
Apostoli. Non rallento per scansare le persone, aggiusto la traiettoria in modo
ottimale, la Forza è con me. Il piazzale degli uffizi, sterzo a sinistra,
sembra sempre di essere controcorrente. Via de’ neri. Oramai ci sono, ma non
guardo l’orologio. La Biblioteca Nazionale, manca poco. Scendo per via delle
Casine senza rallentare anche se sono stanco, anzi cerco di forzare l’andatura
in prossimità dell’arrivo. La luce del concessionario è ancora accesa ma non mi
fermo voglio avere qualche minuto di margine. Quando entro mancano ancora dieci
minuti alla chiusura, ne ho impiegati solo dieci per percorrere due chilometri
e mezzo. Ritiro lo scooter. Ce l’ho fatta. Grazie alla Forza. Anche. Se non
fossi stato in uno stato di esaltazione indotta dalla visione del film non avrei
pensato possibile l’impresa. Ma soprattutto grazie alla corsa: se non fossi
stato allenato non ce l’avrei fatta, nonostante la Forza.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 10.0pt; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: Arial;">La morale? Che la Corsa
sia con voi!<o:p></o:p></span></div>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222; font-family: "Verdana","sans-serif"; font-size: 10.0pt; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: Arial;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">PS: ovviamente, dopo, era
da strizzare pure il piumino.</span><o:p></o:p></span></div>
Maratoneta Stancohttp://www.blogger.com/profile/00456279594952966132noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7593167536353583762.post-66413598410278764052015-10-11T20:23:00.001+02:002015-10-11T20:23:07.981+02:00Breakfast overrated? Not at all! (La colazione prima del lunghissimo: una dolorosa riflessione)<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://1.bp.blogspot.com/-gA07Uw_1CyM/VhqnePS4N4I/AAAAAAAAuBs/JnqbxtWlvKI/s1600/snoopy%2Bmangia.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="http://1.bp.blogspot.com/-gA07Uw_1CyM/VhqnePS4N4I/AAAAAAAAuBs/JnqbxtWlvKI/s400/snoopy%2Bmangia.jpg" width="301" /></a></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="background-color: white; color: #222222; font-family: Verdana, sans-serif;">Se dicessi che la
colazione è sopravvalutata, lo so già che molti di voi, se non tutti, storcererebbero
la bocca, anzi la state già storcendo, guardate che poi vi rimane la bocca
storta! O almeno così mi diceva la mamma da piccolo.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Tutto è cominciato davanti
alla macchinetta del caffè l’anno scorso, chiacchierando con un ultra-runner
inflessibile e espressione massima di understatement. Mentre io ammettevo, a
maratona fatta (e fatta male) che il mio problema continuava a essere la crisi
del 30° (o addirittura del 25° se allenato poco) chilometro, quando chiaramente
accadeva qualcosa di irreversibile nel mio fisico. Oramai è conoscenza comune
che si tratti del cambio di combustibile da un mix a predominio di glicogeno a
un mix di quasi soli grassi allorquando la scorta di glicogeno si è esaurita (e
ci sono calcoli abbastanza ragionevoli per calcolare quanto glicogeno si può
accumulare in base al proprio fisico e quanti chilometri sono necessari per
esaurirlo, guarda caso comunque intorno al trentesimo chilometro).<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Il trucco sarebbe quello
di abituare il proprio fisico a consumare un mix di glicogeno e grassi fin da
subito in modo da consumare più lentamenti il primo e quindi posticiparne l’esaurimento.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Sì perché l’altro trucco
di fare dei rabbocchi in corsa non dà risultati garantiti, dipendendo dai tempi
di assimilazione da parte del nostro fisico, e comunque l’apporto energetico
aggiunto è molto limitato rispetto alle necessità in corsa (in base ovviamente
alla nostra corporatura).<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Allora davanti alla
macchinetta del caffè il “maestro”, lo chiamo così scherzosamente ma è una
stima reale, mi dice: dovresti allenarti prima, durante i lunghi: non fai
colazione e ceni leggero la sera prima... <o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Io sgranai gli occhi ma il
ragionamento mi sembrò logico: l’esercizio non pretende di abbattere il muro,
anzi cerca di attrarlo a me, per incontrarlo prima e imparare a conoscerlo, non
garantirsi un gran vantaggio con colazione abbondante né cercare di
allontanarlo con palliativi (gel).<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="color: #222222; font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="background-color: white;">Mesi dopo...</span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">La prima prova con un
25km. Poi la conferma con un 28km. La fame non si avverte, se non un accenno,
in un qualche momento tra il quindicesimo e il ventesimo chilometro, che però
sparisce presto. Nessun calo se non, come per me abituale, quello fisiologico
negli ultimi chilometri, quelli eccedenti il lungo precedente, nel caso di un
28km se la domenica prima ne avevo fatti 25, è quasi matematico che al
ventiseiesimo chilomentro rallento senza quasi accorgermene.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">È allora che la
presunzione ha preso corpo e ho cominciato a vantarmi con gli amici: io faccio
i lunghi senza mangiare né prima né durante...<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Quando poi programmo
trenta chilometri e dopo venti mi si spengono tutte le lucine e mi trovo a procedere
a andatura lenta per altri dieci chilomentri e mi rifiuto di estrarre il gel
che mi sono portato dietro per sicurezza, come conforto psicologico, non si sa
mai, potrei fermarmi in aperta campagna quando finisce la benzina, dimostro che
la mente è forte e mi fa resistere (il gel resta nel taschino) mentre la carne,
come nei più triti luoghi comuni, è debole e si conferma tale. Spero soltanto
che questi dieci chilometri di passione, la vibrazione del Garmin al termine di
ogni chilometro cos’è se non la successiva stazione di una laica via crucis,
testimonianza della sofferenza passata e presente e occasione di sollievo
perché la fine si sta avvicinando, spero soltanto - dicevo - che questi dieci chilometri
di passione siano serviti al mio corpo per abituarsi a funzionare con il
combustibile più scarso, una volta che il buon glicogeno è terminato. Però se
per bruciare grassi devo andare a un passo che non ha niente a che vedere con
quello che stavo tenendo solo un attimo prima e finisco superato da chi fa
jogging domenicale alle Cascine, senza offesa a chi fa jogging domenicale alle
Cascine, forse l’allenamento non è stato così utile...<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Dopo due settimane un
altro trenta: stavolta ceno con abbondanza di carboidrati e proteine, a
colazione, sebbene non abbia fame, ingurgito due fette di pane tostate con 50g
di bresaola conditi con un filo d’olio e arricchiti da scaglie di parmigiano,
il tutto fluidificato da una caffè lungo e un succo d’arancia mischiato a
Pre-gara Ethicsport. E parto. Verso il diciottesimo chilometro mi succhio un
gel enervit (anche stavolta senza sentirne alcun bisogno). Ai venti chilometri
annuncio a Filippo e Ema: su, l’allenamento comincia adesso! Perché scuotono la
testa? Poi verso il venticinquesimo chilometro vediamo in lontananza un
famigerato cavalcavia: vedi Filippo quel cavalcavia? L’allenamento vero comincia
lì! Con la coda dell’occhio vedo ancora teste che ruotano da destra a sinistra
e viceversa.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Quando però all’inizio
della salita breve ma brusca ho sentito l’energia di forzare l’andatura e poi dopo
la discesa riesco a mantenere un passo più sostenuto ho capito che qualcosa
era cambiato.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Certo in queste due ultime
settimane mi sono ulteriormente allenato ma la questione era più interiore: non
lo so se la sofferenza precedente mi abbia aiutato a guadagnare autonomia comunque
mi piace pensare di sì, in ogni caso per un allenamento serio l’alimentazione è
fondamentale.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">La morale: mi veniva da
dire che capisci quanto sia importante qualcosa solo quando ti manca e poi la
ottieni di nuovo, però non volevo essere sentenzioso. D’altra parte di parla
solo di corsa.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222;"><o:p><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><b>Riferimenti</b> </span></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Una summa sui post sull’alimentazione
prima della maratona la trovate in:<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="border: 1pt none windowtext; color: #1155cc; padding: 0in;"><a href="http://correreperfirenze.blogspot.it/2012/11/verso-la-maratona-pillola-2.html"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Verso
la maratona - Pillola 2: L'alimentazione (prima)<span style="border: none;"><o:p></o:p></span></span></a></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Mentre della mezzamaratona
ho parlato in: <o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="border: 1pt none windowtext; color: #1155cc; padding: 0in;"><a href="http://correreperfirenze.blogspot.it/2012/04/la-bolla-speculativa-della-bresaola.html"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">La
bolla speculativa della Bresaola (alimentazione: prima e durante la
mezzamaratona)<span style="background: white; border: none;"><o:p></o:p></span></span></a></span></div>
<br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
Maratoneta Stancohttp://www.blogger.com/profile/00456279594952966132noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7593167536353583762.post-62482346617117055552015-10-08T14:17:00.001+02:002015-10-08T14:17:39.619+02:00Il runner-gagà ma senza le ghette (ancora sul correre con la pioggia)<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://4.bp.blogspot.com/-yqm0SAO1ZLA/VhZeYhio2MI/AAAAAAAAuBY/5PjSly6GQFA/s1600/GAGA%2BTOPOLINO.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="http://4.bp.blogspot.com/-yqm0SAO1ZLA/VhZeYhio2MI/AAAAAAAAuBY/5PjSly6GQFA/s400/GAGA%2BTOPOLINO.jpg" width="267" /></a></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 10pt;">Prendo spunto da un commento di una lettrice a un post sul correre con la
pioggia</span><span lang="IT" style="background: white; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 10pt;"> (</span><span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 10pt;"><a href="http://correreperfirenze.blogspot.it/2012/04/sotto-la-pioggia-con-un-trucco-stupido.html"><span lang="IT" style="color: windowtext; mso-ansi-language: IT;">Sotto la pioggia (con un
trucco stupido che non è un trucco)</span></a></span><span lang="IT" style="background: white; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 10pt;">)che mi chiedeva dell’esistenza di copriscarpe impermeabili. Immagino che
questa curiosità sia<span style="color: #222222;"> nata dalla considerevole
acquata che molti di noi che correvamo a Firenze (ma non solo) si sono presi la
scorsa domenica mattina.</span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222; font-family: "Verdana","sans-serif"; font-size: 10.0pt; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: Arial;">Ammetto che non mi ero mai
posto il problema ma questa domanda mi ha fatto venire in mente l’inconveniente
riscontrato da Gigi sempre domenica mattina: un fastidio dentro la scarpa che
cercava di risolvere invano tirando ben bene il calzino: a fine allenamento si
è reso conto che non era il calzino la causa bensì addirittura la soletta che,
oramai completamente molle, si era arricciata...<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222; font-family: "Verdana","sans-serif"; font-size: 10.0pt; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: Arial;">Tornando dunque alle
ghette, a me veniva in mente solo quegli oggetti che servono a coprire
completamente scarpa e caviglia usati da chi corre nel deserto, oppure quelle
per i ciclisti che però hanno un uso limitato del piede.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222; font-family: "Verdana","sans-serif"; font-size: 10.0pt; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: Arial;">Facendo una piccola
ricerca in rete (Parole chiave utilizzate: spats, gaiters, shoe covers) mi sono
reso conto che ci sono problematiche simili per chi fa trail, con rami e sassi
che imprescrutabilmente si ostinano a voler entrare nelle scarpe di chi corre.
Però in questo caso non aiutano a non inzuppare la scarpa e dunque il piede
perché si limitano a sigillare la caviglia con la scarpa, e anche se fossero
impermeabili tutta l’acqua che arriva dal suolo tramite schizzi e pozze passerebbe
comunque tramite la scarpa. A meno di avere scarpe in goretex. A questo
riguardo mi ricordo di aver verificato un inconveniente pure peggiore: una
volta riempite di acqua (mai messo un piede in una pozzanghera?) le scarpe in
goretex restano piene, mentre le normali scarpe da corsa perlomeno si svuotano...<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222; font-family: "Verdana","sans-serif"; font-size: 10.0pt; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: Arial;">Ho anche trovato menzione
di ghette (Shark) che promettono di farti correre anche nell’acqua senza
problemi ma le informazioni tecniche sono minime e insoddisfacenti, anche le
foto non sembrano relative a scarpe da running ma più da ciclismo. Sospendo il
giudizio. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222; font-family: "Verdana","sans-serif"; font-size: 10.0pt; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: Arial;">Mi sono imbattuto in vari
forum sul tema ma senza soluzioni interessanti: c’è chi suggerisce di usare
delle normali cuffie da doccia, di quelle che si trovano in albergo, per farci
delle ghette... vabbè, allora va bene tutto ma noi stavamo pensando a qualcosa
che non disturbi la corsa in sé altrimenti basta mettersi delle galosce e siamo
tutti contenti.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222; font-family: "Verdana","sans-serif"; font-size: 10.0pt; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: Arial;">Conclusione: a meno che
qualcuno non trovi (e provi) una soluzione valida io continuo a correre con le
scarpe normali (non in goretex) e con calzini sottili in modo da ridurre al
minimo l’acqua che può essere trattenuta.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222; font-family: "Verdana","sans-serif"; font-size: 10.0pt; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: Arial;">La morale: io sono solito
abbinare maglietta e calzini, mentre i pantaloncini possono andare a contrasto.
Se rinuncio alle ghette, sia pure a malincuore, resto un runner-gagà?<o:p></o:p></span></div>
Maratoneta Stancohttp://www.blogger.com/profile/00456279594952966132noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7593167536353583762.post-20891012560148110672015-09-23T10:03:00.000+02:002015-09-23T10:03:06.641+02:00La bella irrequietezza (me lo ha detto il dottore!)<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://1.bp.blogspot.com/-6IK55GNbqh8/VgJcaZEFMRI/AAAAAAAAt-U/IpGelRuMDMo/s1600/ospedale.png" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="http://1.bp.blogspot.com/-6IK55GNbqh8/VgJcaZEFMRI/AAAAAAAAt-U/IpGelRuMDMo/s320/ospedale.png" width="320" /></a></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="background-color: white; color: #222222; font-family: Verdana, sans-serif;">C’è voluta una mezz’ora di
chiacchiere per colmare alla bell’e meglio un vuoto di dieci anni, da quando ci
eravamo conosciuti e frequentati, anche con una certa intimità (io dormivo ma
lui si era insinuato nella mia spalla sinistra). Si ricordava, il dottor N.,
della copia del romanzetto che gli avevo regalato alla fine della rieducazione,
da allora si era messo a scrivere anche lui, e di questa sua nuova vita mi ha
raccontato, di un romanzo iniziato con entusiasmo ma non ancora terminato, di
racconti spuntati mentre vagava in compagnia del suo cane, sta aspettando di
averne almeno dodici (perché proprio dodici? Eh, sa, io avrei voluto fare il
musicista...), dei racconti non ancora scritti sul suo mondo, quello
dell’ospedale, della sua passione per i “pazienti difficili”, che non sono
quelli tecnicamente difficili – mi spiega – ma quelli la cui vita è resa
estremamente difficile dalla malattia e che quando arrivano da lui hanno una o
al massimo due cartucce da sparare prima di abbandonare le speranze.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Alla fine gli descrivo
cosa mi è accaduto alla spalla destra. Mi manipola e prova l’arto in questione,
poi si risiede e, con la sua solita pacatezza e serenità, mi suggerisce di
aspettare tre mesi in modo da considerare guarita la spalla: se avrò ancora
sensazioni anomale o paure procederemo a una risonanza magnetica e poi si vedrà
se c’è da fare qualcosa.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Terminato il consulto,
come se avesse notato solo ora un dettaglio, mi chiede: “Ma lei nuota?”<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">“Veramente dall’ultima
volta che si siamo visti ho cominciato a correre e poi ho corso, e corso, e
corso. Fino a un paio di maratone all’anno. Solo che ultimamente ho aggiunto
anche il nuoto e la bici”. <o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">“Tutto in pausa pranzo,
s’intende, e nel fine settimana”, aggiungo, quasi a giustificarmi.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Lui mi guarda sorridente,
sembra scuotere la testa mentre si accarezza la mandibola con la mano sinistra:
“Che bella irrequietezza!”<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Sorrido incerto. <o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Ci alziamo e ci salutiamo
con una stretta di mano. Sulla porta gli ricordo che abitiamo a pochi isolati
di distanza nello stesso quartiere, ma non ci siamo mai incontrati fuori
dall’ospedale.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Mentre salgo le scale mi
sento bene: non solo sono sollevato per la questione della spalla, sento che
c’è qualcosa di più, sono contento di averlo incontrato, sentivo che i timori
sulla spalla erano quasi un pretesto per vederlo di nuovo, adesso lo so con
certezza.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">La morale? Cominciavo a
arrendermi al fatto che la mia fosse solo una strenua ancorché vana resistenza
alla strisciante e inarrestabile decadenza fisica. <o:p></o:p></span></span></div>
<br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Poi lo dico a Elena: non
sto invecchiando, sono solo irrequieto.
Me l’ha detto il dottore.<span style="font-size: 10pt;"><o:p></o:p></span></span></span></div>
Maratoneta Stancohttp://www.blogger.com/profile/00456279594952966132noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7593167536353583762.post-14071997359908383132015-06-27T18:20:00.001+02:002016-12-04T18:46:58.140+01:00Monsieur Spitzweg s’échappe (sorsata di birra che continua a non convincermi)<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://1.bp.blogspot.com/-yT9OeKjMfyQ/VY7NJ87HH2I/AAAAAAAAW8I/gRpyCYShOy0/s1600/spitzweg.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://1.bp.blogspot.com/-yT9OeKjMfyQ/VY7NJ87HH2I/AAAAAAAAW8I/gRpyCYShOy0/s400/spitzweg.jpg" width="238" /></a></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="background-color: white; color: #222222; font-family: "verdana" , sans-serif;">È un racconto di una
trentina di pagine, l’ho trovato incluso in una racconta di tre racconti che
hanno lo stesso protagonista un certo Monsieur Spitzweg. Stavo per scrivere un
certo noioso Monsieur Spitzweg e mi sono trattenuto poi ho pensato che mi ero
trattenuto e che se l’avevo pensato un motivo ci sarà stato e quindi l’ho
scritto. Ora dovrei motivarne la ragione, del noioso, intendo.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Alcuni di voi si
ricorderanno “La prima sorsata di birra e altri piccoli piaceri della vita” (1998)
che fece conoscere Delerm anche qui da noi, un classico tormentone, il libro
carino che si legge d’un fiato, una prosa poetica che piace al palato, di
facile beva, come dicono i sommelier a sottintendere che poi resterà ben poco
da ricordare di quel vino. <o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Ho cercato di dimenticarmi
questo precedente e di leggere questo racconto in quanto racconto sulla corsa.
Effettivamente si tratta di un racconto che parla della corsa sebbene e lo
stile dell’autore e il personaggi descritti mi facciano pensare di leggere un
romanzo di fine ottocento. Però facendoci attenzione le vicende si svolgono
oggigiorno e quindi la sensazione è di osservare attraverso una foschia che
dona un’aura antica a tutto quanto viene narrato. <o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">In breve sintesi questo
Spitzweg, scapolo, impiegato alle poste, per rimettersi in sesto riesuma dell’abbigliamento
sportivo di epoca giovanile e, comprate delle scarpe da running in un negozio
specializzato (unico momento incontestabilmente contemporaneo), si mette a
correre. Finché qualcuno non gli butta lì, come succede a chiunque cominci a
correre: a quando la prima maratona? Al che dopo un primo recalcitrare, come
succede a chiunque continui a correre, l’idea non sembra più tanto peregrina. Spitzweg
si pone come obbiettivo, come succede a chiunque si decida correre la prima
maratona, di portare a compimento la maratona della sua città, in questo caso
Parigi. Si prepara e la corre. Senza tanti fronzoli: per dare un’idea il racconto
della gara in sé occupa esattamente due pagine. Non mi lamento: l’autore dà prova
di non voler sfracassare i cabbasisi dei lettori con cronache dettagliate. D’altronde
il racconto è breve. <o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Quattr’ore, due minuti e
trentasette secondi, il risultato del nostro: un tempo peraltro onesto per una
prima maratona anche se, cammin facendo, il nostro si era posto come obbiettivo
di stare entro le quattro ore, obbiettivo che non si capisce bene da dove nasca
se non dalla rotondità del numero, che basterebbe cambiare unità di misura del
tempo e non avrebbe più alcun senso. <o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Comunque dopo l’impresa l’interesse
per la corsa si affievolisce e, come succede talvolta a chi corre una maratona,
non ci sarà una seconda volta: non vuole essere vittima di una fissazione e si
rende conto (e qui il passaggio mi pare molto rapido e poco sostanziato) che
stava solo lottando contro il tempo e che questa lotta non può essere puramente
atletica (boh). <o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Pertanto decide che deve meditare
e, presa una settimana di ferie, se ne va in un’abbazia benedettina in
Normandia. Terminata la soddisfacente e silenziosa settimana gli basta
scambiare due parole con un monaco al negozio dei ricordini per decretare che
anche questo mondo è contraddittorio e quindi se ne torna al suo tranquillo tran-tran
tutto soddisfatto.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">La morale: non esageriamo
con il movimento né con il pensamento. <o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Boh. Diciamo che, sebbene
la medietà possa essere un ragionevole ideale, mi pare che qui l’autore faccia
un racconto a tesi, in cui vuole dimostrare qualcosa ma si scorda qualche
saggio imperativo della narrazione (show, don’t tell) e spera di cavarsela
spruzzando qua e là della foschia anticante.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Anche questa sorsata di
birra mi ha lasciato un retrogusto troppo amaro: non mi ha convinto neppure la
seconda volta. Non ce ne sarà una terza, Monsieur Delerm.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Monsieur Spitzwed
s’echappe<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><span lang="IT" style="background: white; color: #222222;">(nella raccolta
« Monsieur Spit</span><span lang="FR-BE" style="background: white; color: #222222;">zweg »)<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="background: #FFFEFF; text-align: justify;">
<span lang="FR-BE" style="background: white; color: #222222;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Philippe Delerm<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="background: #FFFEFF; text-align: justify;">
<span lang="FR-BE" style="background: white; color: #222222;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Mercure del France<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="background: #FFFEFF; text-align: justify;">
<span lang="FR-BE" style="background: white; color: #222222;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">1998<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="background: #FFFEFF; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="background: #FFFEFF; text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><i><span lang="IT" style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial; color: #3f6acf;">Vuoi leggere altre recensioni? Vai
alla </span></i><span lang="FR-BE" style="background: white;"><a href="http://correreperfirenze.blogspot.ch/2013/10/la-biblioteca-del-runner_14.html"><i><span lang="IT" style="background: rgb(255 , 254 , 255); color: #4aa55e;">Biblioteca del Runner</span></i></a></span><span lang="IT" style="color: #3f6acf;"><o:p></o:p></span></span></div>
<br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
Maratoneta Stancohttp://www.blogger.com/profile/00456279594952966132noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7593167536353583762.post-59503460242247698922015-06-14T21:51:00.000+02:002015-06-16T11:40:08.135+02:00Pacco, doppio pacco e contropaccotto (non ci sono più i nipoti di una volta)<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://1.bp.blogspot.com/-cLnBE7foE8Q/VX3a25Zn_iI/AAAAAAAAWp8/QT1pp_AON98/s1600/Pacco%2Bdoppio%2Bpacco.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="http://1.bp.blogspot.com/-cLnBE7foE8Q/VX3a25Zn_iI/AAAAAAAAWp8/QT1pp_AON98/s320/Pacco%2Bdoppio%2Bpacco.jpg" width="217" /></a></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Partiamo dall’inizio e dai
mezzi di comunicazione che come vedremo hanno giocato un ruolo non secondario
in questa piccola ma curiosa vicenda.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">A inizio anno Filippo
espresse il proposito di partecipare alla sua prima maratona in autunno e mi
chiese una mano nel prepararla. Entusiasta e quasi paternamente (ziisticamente
non mi pare che esista) commosso dalla richiesta accettai e anzi proposi di
partire da una mezzamaratona in primavera (e anche quella sarebbe stata la sua
“prima volta”) a cui poi sarebbe seguita la maratona in autunno. Anche Ema
aderì immediatamente (fatto salvo il diritto al ringambo, di cui si merita il
titolo di maestro emerito, del quale vedremo alcuni risvolti nella vicenda di cui
prima o poi arriverò a parlare). A quel punto formai un gruppo in Whatsapp, “Correre
in Famiglia”, che sarebbe stato il canale di comunicazione per fissare ritrovi,
scambiare programmi, condividere pensieri e considerazioni. Anche questo
particolare è pertinente.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">La mezzamaratona
primaverile è stata portata a termine ma, come molti di coloro che corrono
abitualmente possono immaginare con facilità, gli infortuni hanno frastagliato
gli allenamenti, a rotazione, dei vari membri del gruppo, e oggi sarebbe stata la
prima occasione, da quasi due mesi, per correre nuovamente tutti e tre insieme.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Per aumentare le variabili
in gioco, si era aggiunto Gigi di ritorno da una vacanza in Giappone e che, nonostante
bronchite, aerosol e antibiotici, era disponibile a qualunque corsa avessimo
programmato.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Quindi da tre o quattro
giorni avevo cominciato a programmare questa uscita comunicando con gli uni e
con l’altro tramite Whatsapp: scambi di gruppo con Ema e Filippo e individuali
con Gigi. Altro dettaglio da tenere a mente.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Mentre Filippo aveva
imposto la domenica mattina ma era incerto sull’orario, Ema aveva cominciato a
frapporre non meglio identificati impedimenti, ma dicendosi disponibile, nel
caso in cui avesse potuto, ad aggregarsi dove e quando avessimo fissato. L’arte
del rimgambo: non potevi rinfacciargli che rinunciava dato che in principio lui
non aveva rinunciato, anzi aveva espresso tutta l’intenzione di partecipare,
purché gli impegni glielo avessero
consentito. Se poi non lo avessimo visto, ce lo aveva detto! Su quali fossero
poi questi impegni, si era mantenuto sul vago ma alla fine aveva buttato lì che
il problema consisteva nel fatto che sabato sera avrebbe fatto “ultra-tardi”
che per un padre di figli pre-adolescenti difficilmente può voler dire le sei
di mattina, ma quell’”ultra” lasciava un’alea di pretesa commiserazione che non
potevi, per cortesia, mettere in dubbio. Un maestro, come avevo anticipato.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Alla fine si era addivenuti
a una soluzione condivisa: domenica mattina alle 9.00 davanti alla facoltà di
Agraria alle Cascine. <o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Casualmente sabato sera,
complice il saggio di canto di Elena e la successiva pizza di gruppo a cui
avevo di buon grado acconsentito, sono andato a letto tardi e, forse a causa di
difficoltà digestive acuitesi con l’età, ho spento la luce dando un occhio alla
sveglia: le due e mezzo!, domattina quando suonerà alle otto proverò un dolore
atroce. <o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Così è stato e, mentre
preparo la colazione, accendo lo smartphone e vedo un messaggio di Filippo
che, a mezzanotte e quaranta, sul gruppo di Whatsapp annunciava di essere
ancora da amici e di non farcela, ringambando. Resto senza parole, butto lì che
non avevo letto il messaggio ieri sera anche se – senza passarmi neanche per un
attimo l’idea di ringambare, a me! – mi ero addormentato dopo le due e mezzo.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Ema si inserisce: “Sono
già alle cascine muoviti!”<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">“Devo fare colazione”,
rispondo subito, poi guardo l’ora: sono le 8.35, Ema manco veniva, mi sta prendendo
in giro:<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">“A te non ti parlo” e
chiudo lì.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Visto il rincoglionimento
oggettivo e sapendo che Gigi voleva partire più tardi possibile, gli mando subito un
messaggio spiegando la situazione e concordo un posticipo di mezz’ora: 9.30 ma
partendo da casa mia anziché da Agraria più comodo per entrambi.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Durante la nostra oretta
di corsa, dopo il racconto del suo viaggio in Giappone, gli ho infine riassunto
quanto sopra: non c’è più religione, ma ti rendi conto questi nipoti di oggi,
non hanno più spirito di sacrificio, nessun senso deontologico, ti giuro che
neanche avevo preso in considerazione la possibilità di rinunciare perché ieri
sera alle due e mezzo non mi ero ancora addormentato, e loro...<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">“Marcoooo!”<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Mi giro verso il triangolo
di prato tra la scuola di Agraria e l’ippodromo, dove gruppi di peruviani
stavano già approntando i tavoli e le cucine da campo per il pranzo domenicale.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">“Marcooo!” grida ancora un
tizio tarchiato con la maglietta bianca che mi saluta con la mano.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Con Gigi ci fermiamo:<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">“Chi sei?” urlo di rimando<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Poi alle sue spalle vedo
un tizio con un cesto di capelli che mi saluta: Ema!<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">“Fava!” dico mentre deviamo
verso di lui.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Cos’era successo? Si era
svegliato inaspettatamente presto e, per farci una sorpresa (dopo il "pacco" voleva farci il "doppio pacco"), era venuto
all’appuntamento senza dire niente. Quando aveva visto lo scambio si era
inserito per farmi che capire che lui c’era. Aveva interpretato la mia risposta
nel senso che, dovendo io fare colazione, avrei un po’ tardato e ci aveva
aspettato fino alle 9.30. Dopodiché aveva fatto un giro verso ponte vecchio ipotizzando
che ci fossimo mancanti e che probabilmente avremmo fatto un giro sui lungarni,
con la speranza di incrociarci in qualche punto.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Il caso ha voluto che
avesse parcheggiato lì e ci avesse visto mentre beveva un integratore. Quindi
incontrare ci siamo incontrati ma in pratica alla fine della rispettiva corsa.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">La morale? <o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Almeno duplice: <o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Uno. I nipoti di
oggigiorno supereranno gli zii (e già lo hanno fatto) ma gli zii continueranno
a scuotere la testa e a sostenere che non ci sono più i nipoti di una volta.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Due. La comunicazione: se
invece di usare la tecnologia sopraffina affidandosi a messaggi forzatamente
ridotti e malinterpretabili, fossimo ricorsi a una impegnativa ancorché vetusta
ma semplice telefonata forse sarebbe
stato meno buffo ma avremmo corso tutti insieme.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Ma forse è giusto così, i
nipoti fanno i nipoti, gli zii fanno gli zii, ci si perde e ci si ritrova con
lo smartphone come (da quasi vent’anni) con gli sms e (prima ancora) con il
telefono fisso.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">La mia vera morale? Raccontare
storielle e, possibilmente, riderne. Ma senza perderci (e prenderci) sul serio.</span><span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 10pt;"><o:p></o:p></span></span><br />
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span></span>
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span></span>
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Epilogo (dopo le morali di coda)</span></span><br />
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Io e Gigi trotterelliamo via sul prato passando tra i tavoli già allestiti per il pranzo:</span></span><br />
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">"Ciao Marco!"</span></span><br />
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">"Ciao!" mi giro e sorrido al giovane ristoratore peruviano dalla voce possente.</span></span><br />
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span></span>
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span></span></div>
Maratoneta Stancohttp://www.blogger.com/profile/00456279594952966132noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-7593167536353583762.post-56155150088172103902015-06-13T19:02:00.000+02:002015-06-15T16:53:24.845+02:00Putain, s'il fait chaud! (Caz.o che caldo!)<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://2.bp.blogspot.com/-aQ5IEJBZmg0/VXxh0ghH6vI/AAAAAAAAWjU/03akfhdykKE/s1600/a%2Bqualcuno%2Bpiace%2Bcaldo.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="http://2.bp.blogspot.com/-aQ5IEJBZmg0/VXxh0ghH6vI/AAAAAAAAWjU/03akfhdykKE/s400/a%2Bqualcuno%2Bpiace%2Bcaldo.jpg" width="288" /></a></div>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">"Putain, s'il fait chaud!" ha detto Michel mentre facevamo stretching. L’ho imbeccato, perché ultimamente sono pigro, me ne approfitto e tra noi parliamo quasi sempre in italiano. Lì per lì ho detto “caz.o che caldo!” E poi “tu diresti Putain!...” e lui ha soffiato fuori tutto insieme “Putain, s'il fait chaud!”</span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Sarà stato quasi l’una e mezza di una calda giornata di giugno. </span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Eravamo arrivati negli spogliatoi dubbiosi e già sudati: </span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">“Facciamo pochi chilometri” ho buttato lì. </span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">E poi ho rincarato: “Restiamo nel parco cercando di correre solo all’ombra”. </span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">“Sì sì”, ha annuito convinto lui. </span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Poi negli spogliatoi sono arrivati gli altri, quelli dello <a href="http://correreperfirenze.blogspot.it/2014/05/correre-in-stormo-racconto.html">stormo</a>, e loro non restano ‘al chiuso’ nel parco neppure se nevica o le lucertole evitano il sole. </span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Io guardo Michel e gli sussurro, meno convinto: “Noi stiamo dentro, vero?”. </span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Lui annuisce anche se con gli occhi più grandi. </span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">“Voi dove andate”, faccio casuale. </span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">“Andiamo al laghetto”, risponde Fabrizio, il capo-stormo, come a dire: che vuoi fare... </span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Effettivamente la loro alternativa è il giro del cimitero di Bolgiano e in quel caso il percorso è completamente al sole... </span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Riguardo Michel e gli dico a mezza voce: “Il giro del laghetto è tutto all’ombra... che dici?” </span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Non mi ha neppure risposto. Ci siamo bagnati i capelli, ho calcato in testa uno dei miei cappellini e via in stormo.</span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Al ritorno dopo una generosa innaffiatura alla fontanella ci siamo messi all’ombra a fare stretching.</span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Questo il breve racconto che solo un paio di anni fa mi sarebbe sembrato inconcepibile: correre con il solleone non è salutare!, mi dicevo. Non ha senso, mi dicevo.</span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Ecco, un senso può averlo, a trovarlo.</span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Supponiamo che tu voglia fare una gara in cui la corsa a piedi si svolge verso le due o le tre del pomeriggio nel periodo primaverile o peggio estivo: andrà messo in conto che il caldo e il sole faranno parte delle difficoltà da affrontare.</span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">"Ma chi te lo fa fare!?!" </span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Questa è un'altra storia: per adesso supponiamo che.</span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">L'allenamento per questa ipotetica gara non sarà teso solo a essere in grado di correre una certa distanza più velocemente possibile (magari dopo aver fatto qualcos'altro prima, ma questa è un'altra question e ci sono altri allenamenti specifici), ma dovrà prepararti a farlo nelle condizioni di gara, ossia con il sole, e il caldo, e l'umidità, e la ventilazione (o mancanza di ventilazione), che troverò al momento della gara.</span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Ecco che un'attività apparentemente insalubre, o comunque non molto sensata, comincia a prendere senso, ci stiamo allenando a sopportare il caldo durante la corsa.</span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Paradossalmente: meno male che fa caldo e noi possiamo allenarci in pausa pranzo!</span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">La morale? Il mondo è bello perché è vario.</span><br />
<div>
<br /></div>
Maratoneta Stancohttp://www.blogger.com/profile/00456279594952966132noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-7593167536353583762.post-32159755626909901902015-06-10T13:47:00.001+02:002016-12-04T18:47:23.457+01:00Les athlètes dans leur tête (Recensione estorta con l’inganno)<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://4.bp.blogspot.com/-DkbYS3bass8/VXgjY_1_iNI/AAAAAAAATX0/0zfo-l1zYMc/s1600/les%2Bathletes%2Bdans%2Bleur%2Btetes.JPG" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://4.bp.blogspot.com/-DkbYS3bass8/VXgjY_1_iNI/AAAAAAAATX0/0zfo-l1zYMc/s400/les%2Bathletes%2Bdans%2Bleur%2Btetes.JPG" width="282" /></a></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Dove l’abbia trovato
menzionato non lo ricordo. Fatto sta che avevo questo titolo tra i libri, sulla
corsa, da leggere. Non è stato facilissimo ma l’ho trovato (tanto per cambiare
non mi risulta sia stato tradotto e pubblicato in italiano). <o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Innanzitutto è una
raccolta di racconti e da come si può arguire dal titolo si parla di atleti in
generale per cui non mi ha meravigliato ritrovarmi a leggere racconti su
ciclisti, sciatori, rugbisti, saltatori con l’asta, eccetera. In ogni caso ero
fiducioso dato che tra le varie discipline non poteva mancare la corsa, sia pur
declinata in qualcuna delle sue specialità: c’è un racconto che ha come
protagonista un centometrista, uno un quattrocentometrista e un terzo su un
fondista non meglio specificato, ma si capisce che fa gare in pista, che si
rovina con il doping. Quindi la mia lettura, pregiudizievolmente in attesa di
un racconto su un maratoneta o qualcosa di simile, è rimasta in uno stato di
sospensione di racconto in racconto fino alla delusione finale. D’altra parte
di racconti sulla corsa, come ho detto, ce ne sono, pertanto è stato sciocco
rimanere delusi, come se quella non fosse corsa, solo per il fatto che per me
la corsa è tale solo dai dieci chilometri in poi. Sicuramente c’è chi,
all’opposto considera vera corsa quella che permette di andare davvero al
massimo della velocità assoluta e quindi su distanze forzatamente più brevi. E
quindi in questa raccolta costui avrebbe trovato almeno un paio di racconti in
sintonia con il suo modo di intendere la corsa. E sarebbe rimasto meno deluso
di me.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Alzando la testa, senza pregiudiziali
di sorta, devo ammettere che si tratta di racconti leggibili e un’opera di narrativa
sullo sport interessante. Non per nulla ha vinto il « Grand Prix de
littérature sportive » nel 1988 e il « Prix Goncourt de la nouvelle »
nel 1989. Peraltro Paul Fournel, appassionato ciclista, non è nuovo a scrivere sull’argomento
sportivo e in particolare sul ciclismo.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">PS: Dalla quarta di
copertina apprendo che Fournel è presidente dell’Oulipo. A parte il fatto che
ignoravo esistesse ancora questa gloriosa istituzione mi è parso curioso e meno
inusuale il suo interesse per argomenti non prettamente letterari. Per chi non
sapesse cos’è l’Oulipo se lo può andare a cercare ma soprattutto un consiglio
che esula dalla corsa: Queneau. Sicuramente oramai datato ma autore fondamentale (“Esercizi
di stile” è stato fin da subito un riferimento per autori e studiosi come
Calvino e Eco).<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="background: #FFFEFF; text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><span lang="FR-BE" style="background: white; color: #222222;">Les athlètes dans leur tête</span><span lang="FR-BE" style="background: white; color: #222222;"> <o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="background: #FFFEFF; text-align: justify;">
<span lang="FR-BE" style="background: white; color: #222222;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Paul Fournel<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="background: #FFFEFF; text-align: justify;">
<span lang="FR-BE" style="background: white; color: #222222;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Éditions du Seuil<o:p></o:p></span></span></div>
<span style="background-color: white; color: #222222; font-family: "verdana" , sans-serif; text-align: justify;">1988 (1994 con un
racconto aggiuntivo)</span><br />
<div class="MsoNormal" style="background: #FFFEFF; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="background: #FFFEFF; text-align: justify;">
<span lang="FR-BE" style="background: white; color: #222222;"><span style="color: black; text-align: start;"></span><span style="color: black; font-family: "verdana" , sans-serif; text-align: start;"><span style="background-color: #fffeff; color: #3f6acf; line-height: 18.2000007629395px; text-align: justify;"></span><span style="background-color: #fffeff; color: #3f6acf; font-style: italic; line-height: 18.2000007629395px; text-align: justify;">Vuoi leggere altre recensioni? Vai alla </span><a href="http://correreperfirenze.blogspot.ch/2013/10/la-biblioteca-del-runner_14.html" style="background-color: #fffeff; color: #4aa55e; font-style: italic; line-height: 18.2000007629395px; text-align: justify; text-decoration: none;">Biblioteca del Runner</a></span></span></div>
Maratoneta Stancohttp://www.blogger.com/profile/00456279594952966132noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7593167536353583762.post-40818548848718476052015-04-28T13:18:00.000+02:002016-12-04T18:47:46.030+01:00“Solo per un giorno” di Massimiliano Boni: bella narrativa sulla corsa<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://4.bp.blogspot.com/-Z61l2T1C42o/VT9r4mg-66I/AAAAAAAABZY/VVuhwzhoYIk/s1600/boni_giorno_cover-web.gif" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://4.bp.blogspot.com/-Z61l2T1C42o/VT9r4mg-66I/AAAAAAAABZY/VVuhwzhoYIk/s1600/boni_giorno_cover-web.gif" width="291" /></a></div>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Prologo</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222; font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: 10.0pt;"><br /></span>
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222; font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: 10.0pt;">66thand2nd è una piccola e
interessante casa editrice che ha, tra le altre, un’originale collana di
narrativa sullo sport. Narrativa. Sullo sport. Di autori sia italiani che
stranieri. Cercate un bel libro sul calcio, sia giocato che guardato, sul
ciclismo, sulla boxe, addirittura sul rugby? Loro ce l’hanno. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222; font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: 10.0pt;">Ora ne hanno uno anche
sulla corsa. Questo è anche il motivo per cui invidio Massimiliano Boni.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222; font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: 10.0pt;"><br /></span>
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222; font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: 10.0pt;">Fine del prologo<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222; font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: 10.0pt;">Prima del testo un occhio
al paratesto: la seconda di copertina, in questo caso l’aletta, riporta il
seguente brano che non è neppure una sinossi ma piuttosto una sorta di manifesto
programmatico di quanto narrato e vissuto dall’autore.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><i><br /></i></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 35.4pt; text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222; font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: 9.0pt;"><i>Massimiliano Boni non è un eroe, se non per un giorno in un anno. Questa è
la storia degli altri trecentosessantaquattro. In quel tempo fa due cose: corre
e scrive. Poi, certo: lavora, legge, si occupa della famiglia, ricorda,
rimpiange, sogna. Ma queste altre cose accadono di lato: al centro, corre e
scrive.</i><o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222; font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: 10.0pt;">Quando me lo sono portato
a letto, l’ho declamato a voce alta e poi ho concluso: <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222; font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: 10.0pt;">“Mi basta così, non ho
neppure bisogno di leggere il libro, è già troppo bello questo sunto.”<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222; font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: 10.0pt;">“E allora perché l’hai
comprato?”, ha chiesto Elena, mentre si spalmava la crema Nivea alternativamente
sul dorso dell’una e dell’altra mano.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222; font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: 10.0pt;">“Perché glielo dovevo,
proprio per questo brano. E poi perché ha pubblicato un romanzo sulla corsa.”<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222; font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: 10.0pt;">Elena ha terminato con
cura l’operazione senza degnarmi di uno sguardo, ma sapevo che stava sorridendo
mentre io mi accingevo a attaccare la lettura del mio nuovo librino.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222; font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: 10.0pt;">Non si tratta di un
romanzo, lui lo chiama diario, ma l’aspetto cronologico che punteggia il
racconto della preparazione alla sua seconda maratona non è che un pretesto,
una scusa. In realtà si tratta di una silloge di brevi ma intensi racconti di
vita vissuta, sentita, contemplata con lucidità. E i racconti sono belli e ben
scritti. Sono sinceri, curati, un lavoro da ottimo artigiano, ‘artista di
strada’ si definisce l’autore, per non compararsi ai grandi scrittori e ai
grandi corridori, che con costanza e determinazione fa del suo meglio per raggiungere
il risultato che si è prefissato, sia nella scrittura che nella corsa. Non
vincerà gare o pubblicherà un best seller ma lui ha la coscienza a posto di
avercela messa tutta con rispetto per se stesso e per chi gli sta intorno,
lettori compresi.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222; font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: 10.0pt;">Un libro bilanciato: la
morale è che non si vive di sola corsa, si vive <i>con</i> la corsa ma anche senza o comunque con il posto che le compete
in quel momento specifico della nostra vita.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222; font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: 10.0pt;">E se fa riferimento anche
a qualche aspetto tecnico della corsa, come tempi e passo, riesce a farlo senza
appesantire la narrazione, anzi anche questi aspetti divengono parte osservata
come tutto il resto del mondo interno e esterno a lui mentre corre e scrive.
Mentre vive.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222; font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: 10.0pt;">Infine il titolo: anche
qui l’autore ha lavorato per sottrazione: dal verso della canzone ‘Heroes’ di
David Bowie, ‘We can be heroes, / just for one day’, resta solo l’ultima parte
“solo per un giorno”. Sottointeso eroe.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222; font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: 10.0pt;">Dopo aver letto questa
raccolta di racconti, invidio Massimiliano Boni ancora di più: in senso buono,
diciamo che lo ammiro e vorrei essere riuscito a fare quello che ha fatto lui.
Perché anche io corro e scrivo. E tutto il resto ovviamente.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222; font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: 10.0pt;">Niente altro da dire:
leggételo e, se non la conoscete già, scoprite anche una bella casa editrice.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222; font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: 10.0pt;">Solo per un giorno <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222; font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: 10.0pt;">Massimiliano Boni <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222; font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: 10.0pt;">66th and 2nd<o:p></o:p></span></div>
<span style="text-align: justify;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">2015</span></span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><span style="background-color: #fffeff; color: #3f6acf; line-height: 18.2000007629395px; text-align: justify;"></span><span style="background-color: #fffeff; color: #3f6acf; font-style: italic; line-height: 18.2000007629395px; text-align: justify;">Vuoi leggere altre recensioni? Vai alla </span><a href="http://correreperfirenze.blogspot.ch/2013/10/la-biblioteca-del-runner_14.html" style="background-color: #fffeff; color: #4aa55e; font-style: italic; line-height: 18.2000007629395px; text-align: justify; text-decoration: none;">Biblioteca del Runner</a></span>Maratoneta Stancohttp://www.blogger.com/profile/00456279594952966132noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7593167536353583762.post-55983053507322867122015-02-01T17:05:00.002+01:002015-02-07T23:51:44.529+01:00« Courir – Méditations physiques » … Corro ergo sum! (recensione)<div class="MsoNormal" style="tab-stops: 321.0pt; text-align: justify;">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://4.bp.blogspot.com/-I-Z4jSgeNGY/VM5PiMbYO6I/AAAAAAAABX0/syJYA-88eQ4/s1600/courir.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://4.bp.blogspot.com/-I-Z4jSgeNGY/VM5PiMbYO6I/AAAAAAAABX0/syJYA-88eQ4/s1600/courir.jpg" height="400" width="260" /></a></div>
<span style="background-color: white; color: #222222; font-family: Verdana, sans-serif;">C’è una libreria nel
Marais a Parigi dal nome evocativo, </span><i style="color: #222222; font-family: Verdana, sans-serif;"><a href="http://www.comme-un-roman.com/">Comme un roman</a></i><span style="background-color: white; color: #222222; font-family: Verdana, sans-serif;">,
che adoro e in cui non manco di fare una sosta ogni volta che mi fermo qualche
giorno. Durante le vacanze di Natale sono riuscito a trovare un altro libro
sulla corsa. Ribadisco che il mio obbiettivo sono libri di narrativa o
saggistica intorno alla corsa ma non dei manuali di corsa. Procedo in due fasi.
La prima è quella più scontata: parto a esaminare la sezione “Sport” e la sottosezione
“Corsa”, ma ovviamente i risultati sono molto limitati e i libri più o meno
sempre gli stessi. La seconda fase, quella più creativa e faticosa, è quella
di scovare un libro sulla corsa tra quelli “normali”. Rarissimamente questa ricerca ha successo e soprattutto quasi mai è merito mio. Questo libro infatti mi
fissava, con la sua copertina rosso fuoco, dal tavolo delle novità filosofiche.
Il titolo Courir era autoesplicativo: l’ho preso senza neanche sfogliarlo, mi è
bastato il sottotitolo: Méditations physiques.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222; font-family: Verdana, sans-serif;">Trovo che corsa e filosofia
siano un ottimo abbinamento e questo non è il primo libro di un
filosofo che vi segnalo (“<a href="http://correreperfirenze.blogspot.it/2013/07/correre-con-il-branco-recensione-di-un.html">Correre con il branco</a>”).<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222; font-family: Verdana, sans-serif;">Anche in questo caso si
tratta di brevi racconti o riflessioni sulla corsa, non casualmente ‘quarantadue
capitoli e qualche centinaia di parole’, da parte di uno che corre abitualmente
e ha esperito anche varie maratone, pertanto diciamo che sa di che sta
parlando.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222; font-family: Verdana, sans-serif;">Ovviamente non tutto il
libro è allo stesso livello ma ci sono riflessioni e spunti che ho trovato
interessanti.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222; font-family: Verdana, sans-serif;">Si parte dalla diffidenza
nei confronti della corsa di Descartes che nel suo “Discorsi sul metodo”
afferma che “coloro che non camminano troppo velocemente possono avanzare molto
di più, se seguono sempre il dritto cammino cosa che non fanno coloro che
corrono e che se ne allontanano”. Ovviamente il nostro è in disaccordo e cerca
invece di figurarsi una filosofia non tanto <i>della</i>
corsa ma <i>in</i> corsa: che cosa si
esprime nel corpo in moto? Quale visione del mondo si ha durante la corsa?
Queste domande il corridore le sente come degli stati del corpo. In alcuni casi
non se le deve porre dopo aver corso ma proprio mentre corre. Si tratta di
pensare nel movimento stesso.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222; font-family: Verdana, sans-serif;">Ovviamente quella cui si
riferisce Le Blanc è una filosofia non professionale, il suo è un filosofo
amatore che corre tutte le domeniche e che non è sottomesso alle stesse
limitazioni di dover costruire dei pensieri strutturati, sistematici. Il
corridore-filosofo inventa le idee di cui ha bisogno per la distanza che sta
correndo o meglio sono le idee che gli vengono in mente che gli permettono di
popolare la sua solitudine, a meno che non circolino liberamente durante le
discussioni con altri corridori.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222; font-family: Verdana, sans-serif;">Poi però l’autore si rende
conto che la distinzione tra filosofia professionale e amatoriale del corridore
è falsa dato che molte dellle cose che lui stesso scrive nei suoi saggi
filosofici sono passate attraverso quel “laboratorio mobile delle idee”... Correre
consiste dunque nell’inventare dei pensieri sulla corsa alcuni dei quali
potranno sopravvivere alla corsa stessa. Al medico-filosofo di Nietzsche, il
nostro affianca il corridore-filosofo che rivendichi un’arte di pensare a
12km/h...<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222; font-family: Verdana, sans-serif;">Ci sono almeno due prove
metafisiche che il corridore-filosofo deve affrontare.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222; font-family: Verdana, sans-serif;">La prima consiste nel
prendere la decisione di continuare a correre mentre gli sarebbe possibile, in
ogni istante, fermarsi. Il dimenticare questa scelta cruciale si chiama, a suo
dire, estasi o grazia, mentre il ricordo costante di questa scelta sarebbe una
pesantezza spossante.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222; font-family: Verdana, sans-serif;">Il corridore dunque finisce
per essere drogato di asfalto: in mancanza di corsa cerca la corsa per colmare
questa mancanza e raggiungere una serenità che si manifesta solo dopo, ma la
società stessa (capitalistica) sembra promettere ben più a chi si avvicini alla
corsa. Quindi la corsa allo stesso tempo è veleno e antidoto, malattia e
medicina. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222; font-family: Verdana, sans-serif;">Più che un consenso alla
dipendenza, secondo l’autore, di tratta di paradosso: una ricerca di dipendenza
come prova di indipendenza. Infatti non solo colui che corre decide di
continuare a correre ma non è affatto sicuro della sua presunzione di farcela:
sarà soltanto alla fine che potrà dire “ho corso”. La posta in gioco, quindi, è
la risposta alla domanda “arriverò fino alla fine?”, ossia una questione di
libertà.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222; font-family: Verdana, sans-serif;">Una seconda prova
metafisica: il corridore non è solo colui che decide di non fermarsi durante la
sua corsa, ma anche colui che decide di non fermarsi ‘dopo’, e di correre
nuovamente. La corsa è allora un evento mentale oltre che fisico: essa viene
corsa mentalmente nella testa di chi ha deciso di fare un’altra uscita, un
altro allenamento. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222; font-family: Verdana, sans-serif;">Quest’ultima mi è parsa
una considerazione molto corrispondente a quanto mi accade e che mi ha fatto
riflettere: la corsa è infatti molto pensata e parlata sia prima che dopo
l’azione della corsa in sé: prefiguriamo un allenamento, ne valutiamo le
difficoltà, i vantaggi, come reagiremo, ne pregustiamo gli esiti, poi dobbiamo
fare i conti con cosa è successo, come abbiamo reagito a determinate
circostanze, anche in confronto con evidenze passate o con altri intorno a noi,
e traduciamo dati, cifre e sensazioni in parole, scritte o parlate. Spesso il
tempo dedicato alla corsa in quanto evento già avvenuto o ancora da avvenire è
maggiore del tempo effettivo della corsa in quanto avvenimento.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222; font-family: Verdana, sans-serif;">Forse non sarà una
questione filosofica ma di sicuro è metafisica, in quanto va oltre agli aspetti
fisici della corsa.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222; font-family: Verdana, sans-serif;">Per quanto riguarda la
categorizzazione, secondo le principali scuole filosofiche, delle fasi del
pensiero durante la corsa (tema affrontato in modo molto più convincente da Mark
Rowlands nel summenzionato “Correre con il branco”): il maratoneta, secondo Le
Blanc, comincia come kantiano quando prova il libero gioco delle sue facoltà.
Prosegue come cartesiano quando sente il corpo venir meno e fa appello alla sua
volontà per ridargli slancio. Finisce spinoziano quando l’essenziale per lui è
di perseverare nel suo essere quando oramai corpo e spirito sono due serie
parallele.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222; font-family: Verdana, sans-serif;">Un capitolo sul conterraneo
Baudrillard non poteva mancare. Ho già avuto modo di parlarvi di quanto scritto
(stavo scrivendo “sbrodolato” forse per assonanza con il cognome) da
Baudrillard sulla corsa nel suo “Americ</span><span lang="IT" style="background: white; color: #222222; font-family: Verdana, sans-serif;">a” (</span><span style="background-color: #fffeff; font-family: Verdana, Geneva, sans-serif;"><a href="http://correreperfirenze.blogspot.it/2014/07/recensione-parallela-didue-libri-che.html">Correre: odio o amore. Due mezze recensioni</a></span><span style="background-color: white; color: #222222; font-family: Verdana, sans-serif;">).
La critica fondamentale di Le Blanc è che Baudrillard si è posto di fronte a
questa marea di joggers o runners come di fronte a uno spettacolo, non ha
minimamente ipotizzato di poter verificare di cosa si trattasse, di
immedesimarsi. Ha solo visto un suicidio rituale di massa.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222; font-family: Verdana, sans-serif;">Non mancano capitoli
dedicati a racconti o romanzi sulla corsa, come per esempio “La solitudine del
maratoneta” di Sillitoe. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222; font-family: Verdana, sans-serif;">Tutto francese il capitolo
socio-politico su Sarkozy che ha fatto della corsa un suo tratto distintivo
rispetto ai suoi predecessori. In questo caso l’autore riflette sullo
sdoppiamento del corpo ‘istituzionale’ e quello ‘privato’ dell’ex-presidente
francese.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222; font-family: Verdana, sans-serif;">In breve: non si tratta di
un libro imperdibile ma siccome dubito venga mai tradotto in italiano, mi sono
soffermato con una certa attenzione, quasi traducendole, su certe parti che ho
ritenuto di interesse.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222; font-family: Verdana, sans-serif;">Courir – Méditations
physiques<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222; font-family: Verdana, sans-serif;">Guillaume le </span><span lang="FR-BE" style="background: white; color: #222222; font-family: Verdana, sans-serif;">Blanc</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="FR-BE" style="background: white; color: #222222; font-family: Verdana, sans-serif;">Flammarion, 2012<span style="font-size: 10pt;"><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="FR-BE" style="background: white; color: #222222; font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="FR-BE" style="background: white; color: #222222; font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial; font-size: 13px; line-height: 18.2000007629395px;"><span style="background-color: #fffeff; color: #3f6acf; line-height: 18.2000007629395px;"><br /></span><span style="background-color: #fffeff; color: #3f6acf; line-height: 18.2000007629395px;"></span><span style="background-color: #fffeff; color: #3f6acf; font-style: italic; line-height: 18.2000007629395px;">Vuoi leggere altre recensioni? Vai alla </span><a href="http://correreperfirenze.blogspot.it/2013/10/la-biblioteca-del-runner.html" style="background-color: #fffeff; color: #4aa55e; font-style: italic; line-height: 18.2000007629395px; text-decoration: none;">Biblioteca del Runner</a></span></span></div>
Maratoneta Stancohttp://www.blogger.com/profile/00456279594952966132noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7593167536353583762.post-17772910898690590592014-11-15T19:30:00.002+01:002014-11-15T19:30:45.240+01:00Noi non speculiamo sulle cadute altrui (ma ci piace correre con gli amici)<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://1.bp.blogspot.com/-0kFPdjT3wNg/VGebc5aqtmI/AAAAAAAABXE/7iUmXgrRPDo/s1600/snoopy%2Bcaduto.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://1.bp.blogspot.com/-0kFPdjT3wNg/VGebc5aqtmI/AAAAAAAABXE/7iUmXgrRPDo/s1600/snoopy%2Bcaduto.jpg" /></a></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222; font-family: "Verdana","sans-serif"; font-size: 10.0pt; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: Arial;">Sabato mattina, viale
degli olmi, due ragazzi, due uomini per chi li vede dall’esterno, corrono
insieme. Corrono affiancati ma non fanno lo stesso allenamento<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222; font-family: "Verdana","sans-serif"; font-size: 10.0pt; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: Arial;">Uno dei due fa venti
chilometri a velocità abbastanza sostenuta mentre l’altro fa giusto otto o nove
chilometri a ritmo lento, giusto per affaticare le gambe in vista del
lunghissimo della mattina dopo.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222; font-family: "Verdana","sans-serif"; font-size: 10.0pt; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: Arial;">In realtà io e Gigi ci
siamo messi d’accordo per partire nello stesso luogo e alla stessa ora per
passare insieme un’oretta e fare due chiacchiere, visto che oramai è difficile
allenarsi insieme ma in questo caso le andature collimavano.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222; font-family: "Verdana","sans-serif"; font-size: 10.0pt; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: Arial;">Mentre corriamo Gigi
inciampa su una deformazione dell’asfalto, perde l’equilibrio, resiste ma alla
fine cade, toccando terra ruota su un fianco, ammortizza la caduta. Si rialza,
si accerta di non avere niente di rotto, solo qualche escoriazione alla mano
destra, io gli tolgo qualche foglia raggrinzita dalla schiena. Ripartiamo. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222; font-family: "Verdana","sans-serif"; font-size: 10.0pt; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: Arial;">“Ora scriverai della
caduta”, mi fa. Io non capisco però poi mi ricordo anche lui come tutti i
compagni di corsa oramai mi conoscono in quanto scrittore di corsa e pertanto
qualunque cosa accaduta potrebbe essere da me scritta senza alcuna pietà.
Alcune volte erano consapevoli già mentre le vicende accadevano che sarebbero
state fonte di ispirazione per un racconto e se ne beavano. Stavolta non ci
avevo minimamente pensato ma ho taciuto, sotto sotto mi fa piacere che temano
di essere spiati (“</span><span lang="IT" style="background: white; color: #252525; font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 10.5pt; mso-ansi-language: IT;">Questo
vede tutto, nota tutto e scrive tutto</span><span lang="IT" style="background: white; color: #222222; font-family: "Verdana","sans-serif"; font-size: 10.0pt; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: Arial;">”, citazione colta). <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222; font-family: "Verdana","sans-serif"; font-size: 10.0pt; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: Arial;">Ma no Gigi, noi non
speculiamo sulle cadute altrui, non basta un evento per fare un racconto, ci vuole
ispirazione e lo sguardo che osserva. È lo sguardo che fa il racconto non la
cosa in sé. “Sì, - tu dirai, - però alla fine hai scritto della mia caduta,
come avevo previsto”. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222; font-family: "Verdana","sans-serif"; font-size: 10.0pt; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: Arial;">Sì, cioè no, ho scritto
per denunciare la non scrittura di un racconto su questa caduta, che non merita
un racconto, dato che non è eccezionale, non è esemplare, non mi ha stupito,
sei stato bravo a ruotare ma avevo visto di meglio qualche mese fa (“<a href="http://correreperfirenze.blogspot.it/2014/02/ore-dodici-runner-terra.html">Ore dodici:runner a terra!</a>”</span><span style="background-color: white; color: #222222; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 10pt;">).</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222; font-family: "Verdana","sans-serif"; font-size: 10.0pt; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: Arial;">Poco dopo che ho lasciato
Gigi mi sento salutare da dietro: è Andrea in bici da passeggio. Non ci vediamo
spesso, qualche volta durante una gara, l’ultima che ricordo è la
Firenze-Fiesole, ci siamo agganciati poco prima dei Bosconi, e anche lì come ogni
volta abbiamo parlato di libri, io lo aggiorno su romanzi che parlano di corsa,
lui di narrativa nordica, mi ha fatto conoscere Arto Paasilinna e un romanzo
sulla corsa, di un altro nordico, bellissimo ("<a href="http://correreperfirenze.blogspot.it/2012/08/recensione-via-della-trincea.html">Via della trincea</a>")</span><span style="background-color: white; color: #222222; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 10pt;">. </span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="background-color: white; color: #222222; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 10pt;">Un’altro mezzo giro
delle cascine è passato.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222; font-family: "Verdana","sans-serif"; font-size: 10.0pt; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: Arial;">Mi è rimasto solo un’altro
giro per completare i miei venti chilometri ma a questo punto non è difficile
concentrarsi sull’allenamento, visto che finora non ho fatto che chiacchierare
con due amici.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222; font-family: "Verdana","sans-serif"; font-size: 10.0pt; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: Arial;">La morale? Non ci avevo
pensato ma rileggendo il tutto direi: non basta una caduta per farmi venir
voglia di scrivere, ma talvolta anche solo aver corso e chiacchierato con un
amico, se non due, può bastare a farmi venire in mente altri pensieri e altri
ricordi. Che può valer la pena di scrivere.<o:p></o:p></span></div>
Maratoneta Stancohttp://www.blogger.com/profile/00456279594952966132noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7593167536353583762.post-63687473849246165362014-11-13T23:56:00.002+01:002014-11-13T23:56:30.550+01:00Non farti cadere le braccia (Canzoni sulla corsa)<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://2.bp.blogspot.com/-VDzxORl3Q60/VGU1olus3JI/AAAAAAAABW0/aC1oh7Ssbmg/s1600/non%2Bfarti%2Bcadere%2Ble%2Bbraccia.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="//2.bp.blogspot.com/-VDzxORl3Q60/VGU1olus3JI/AAAAAAAABW0/aC1oh7Ssbmg/s1600/non%2Bfarti%2Bcadere%2Ble%2Bbraccia.jpg" /></a></div>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Canzoni per la corsa, ossia da ascoltarsi mentre si corre, sono
abbastanza ovvie: ci sono compilation selezionate in base al kbps in
modo da abbinarle al passo che si vuole tenere.<br />
Ma canzoni che parlano della corsa mi paiono più interessanti e
inusuali. Pertanto ho deciso di parlarne quando ne trovo una, un po'
come faccio per i libri, ma solo quelli che ritengo dei veri romanzi oltre che
parlare della corsa </span><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">[<a href="http://correreperfirenze.blogspot.it/2013/10/la-biblioteca-del-runner.html">vedi la Biblioteca del Runner</a>].</span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">
Casualmente ho riascoltato varie canzoni di Bennato nei giorni scorsi e
ho scoperto che in "Farti cadere le braccia" non solo si menziona la
corsa (come metafora, ormai frusta, della vita) ma addirittura ci si
sofferma sulle sensazioni che si provano in "una lunga corsa" mentre gli
"<span style="background-color: white; color: #333333; line-height: 22px;">altri stan correndo ancora </span><span style="background-color: white; color: #333333; line-height: 22px;">intorno a te</span>"...<br />
Un motivo in più per amare questa bella canzone che, come molte canzoni del primo Bennato, sono autentiche poesie.<br />
<br />
<b>Non farti cadere le braccia</b><b><br />
</b><span style="background-color: white; color: #333333; line-height: 22px;">L'entrata è sempre quella, </span><br style="background-color: white; color: #333333; line-height: 22px;" />
<span style="background-color: white; color: #333333; line-height: 22px;">ma portiere io non ti conosco </span><br style="background-color: white; color: #333333; line-height: 22px;" />
<span style="background-color: white; color: #333333; line-height: 22px;">io che vivevo qui </span><br style="background-color: white; color: #333333; line-height: 22px;" />
<span style="background-color: white; color: #333333; line-height: 22px;">io che ormai scordare più non posso... </span><br style="background-color: white; color: #333333; line-height: 22px;" />
<span style="background-color: white; color: #333333; line-height: 22px;">dalla cucina una voce cara </span><br style="background-color: white; color: #333333; line-height: 22px;" />
<span style="background-color: white; color: #333333; line-height: 22px;">mia madre che mi dice: </span><br style="background-color: white; color: #333333; line-height: 22px;" />
<br style="background-color: white; color: #333333; line-height: 22px;" />
<span style="background-color: white; color: #333333; line-height: 22px;">Non farti cadere le braccia, </span><br style="background-color: white; color: #333333; line-height: 22px;" />
<span style="background-color: white; color: #333333; line-height: 22px;">corri forte, va più forte che puoi. </span><br style="background-color: white; color: #333333; line-height: 22px;" />
<span style="background-color: white; color: #333333; line-height: 22px;">Non devi voltare la faccia, </span><br style="background-color: white; color: #333333; line-height: 22px;" />
<span style="background-color: white; color: #333333; line-height: 22px;">non arrenderti né ora né mai! </span><br style="background-color: white; color: #333333; line-height: 22px;" />
<br style="background-color: white; color: #333333; line-height: 22px;" />
<span style="background-color: white; color: #333333; line-height: 22px;">Su per le scale buio </span><br style="background-color: white; color: #333333; line-height: 22px;" />
<span style="background-color: white; color: #333333; line-height: 22px;">ma la luce corre dentro agli occhi </span><br style="background-color: white; color: #333333; line-height: 22px;" />
<span style="background-color: white; color: #333333; line-height: 22px;">sono un bambino io </span><br style="background-color: white; color: #333333; line-height: 22px;" />
<span style="background-color: white; color: #333333; line-height: 22px;">con ancora i graffi sui ginocchi </span><br style="background-color: white; color: #333333; line-height: 22px;" />
<span style="background-color: white; color: #333333; line-height: 22px;">dalla cucina una voce cara </span><br style="background-color: white; color: #333333; line-height: 22px;" />
<span style="background-color: white; color: #333333; line-height: 22px;">mia madre che mi dice: </span><br style="background-color: white; color: #333333; line-height: 22px;" />
<br style="background-color: white; color: #333333; line-height: 22px;" />
<span style="background-color: white; color: #333333; line-height: 22px;">Non farti cadere le braccia, </span><br style="background-color: white; color: #333333; line-height: 22px;" />
<span style="background-color: white; color: #333333; line-height: 22px;">corri forte, va più forte che puoi. </span><br style="background-color: white; color: #333333; line-height: 22px;" />
<span style="background-color: white; color: #333333; line-height: 22px;">Non devi voltare la faccia, </span><br style="background-color: white; color: #333333; line-height: 22px;" />
<span style="background-color: white; color: #333333; line-height: 22px;">non arrenderti né ora né mai! </span><br style="background-color: white; color: #333333; line-height: 22px;" />
<br style="background-color: white; color: #333333; line-height: 22px;" />
<span style="background-color: white; color: #333333; line-height: 22px;">Non so... non so... </span><br style="background-color: white; color: #333333; line-height: 22px;" />
<span style="background-color: white; color: #333333; line-height: 22px;">se ti è capitato mai </span><br style="background-color: white; color: #333333; line-height: 22px;" />
<span style="background-color: white; color: #333333; line-height: 22px;">di dover fare una lunga corsa </span><br style="background-color: white; color: #333333; line-height: 22px;" />
<span style="background-color: white; color: #333333; line-height: 22px;">ed a metà strada stanco </span><br style="background-color: white; color: #333333; line-height: 22px;" />
<span style="background-color: white; color: #333333; line-height: 22px;">dire a te stesso "adesso basta!" </span><br style="background-color: white; color: #333333; line-height: 22px;" />
<span style="background-color: white; color: #333333; line-height: 22px;">Eppure altri stan correndo ancora </span><br style="background-color: white; color: #333333; line-height: 22px;" />
<span style="background-color: white; color: #333333; line-height: 22px;">intorno a te... e allora </span><br style="background-color: white; color: #333333; line-height: 22px;" />
<br style="background-color: white; color: #333333; line-height: 22px;" />
<span style="background-color: white; color: #333333; line-height: 22px;">Non farti cadere le braccia, </span><br style="background-color: white; color: #333333; line-height: 22px;" />
<span style="background-color: white; color: #333333; line-height: 22px;">corri forte, va più forte che puoi. </span><br style="background-color: white; color: #333333; line-height: 22px;" />
<span style="background-color: white; color: #333333; line-height: 22px;">Non devi voltare la faccia, </span><br style="background-color: white; color: #333333; line-height: 22px;" />
<span style="background-color: white; color: #333333; line-height: 22px;">non arrenderti né ora né mai! </span><br style="background-color: white; color: #333333; line-height: 22px;" />
<span style="background-color: white; color: #333333; line-height: 22px;">Non puoi fermarti ora </span><br style="background-color: white; color: #333333; line-height: 22px;" />
<br style="background-color: white; color: #333333; line-height: 22px;" />
<span style="background-color: white; color: #333333; line-height: 22px;">No, no, no, no, no, no, no </span><br style="background-color: white; color: #333333; line-height: 22px;" />
<span style="background-color: white; color: #333333; line-height: 22px;">Lo so ti scoppia il cuore, </span><br style="background-color: white; color: #333333; line-height: 22px;" />
<span style="background-color: white; color: #333333; line-height: 22px;">dici anche di voler morire, </span><br style="background-color: white; color: #333333; line-height: 22px;" />
<span style="background-color: white; color: #333333; line-height: 22px;">dici è meglio che correr così, </span><br style="background-color: white; color: #333333; line-height: 22px;" />
<span style="background-color: white; color: #333333; line-height: 22px;">ma no, non puoi fermarti, </span><br style="background-color: white; color: #333333; line-height: 22px;" />
<span style="background-color: white; color: #333333; line-height: 22px;">non farti cadere le braccia, no, no, no... </span><br style="background-color: white; color: #333333; line-height: 22px;" />
<span style="background-color: white; color: #333333; line-height: 22px;">non devi voltare la faccia, </span><br style="background-color: white; color: #333333; line-height: 22px;" />
<span style="background-color: white; color: #333333; line-height: 22px;">non arrenderti né ora né mai!</span><br />
<br /><a href="https://www.youtube.com/watch?v=EB7ZgMeSwMc">Per ascoltarla (anche se non è un video) basta andare su youtube</a></span><br />
Maratoneta Stancohttp://www.blogger.com/profile/00456279594952966132noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7593167536353583762.post-16001750267114942462014-11-02T11:24:00.002+01:002014-11-02T11:24:39.050+01:00Pronatori di tutt'Italia unitevi (recensione delle Nike ST18)<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://1.bp.blogspot.com/-Q-J02Kcd1E8/VFYFDb37f-I/AAAAAAAABWg/gxo7ZpOalEE/s1600/nike%2Bst18.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://1.bp.blogspot.com/-Q-J02Kcd1E8/VFYFDb37f-I/AAAAAAAABWg/gxo7ZpOalEE/s1600/nike%2Bst18.jpg" height="140" width="400" /></a></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Non intendo fare
pubblicità, oltretutto gratuita, ma torno sulle scarpe. Solo per chi è un
povero pronatore come me, gli altri, quelli con i piedi buoni o perlomeno non
piatti, saltino pure questo post.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Sono anni che cerco delle
scarpe che non siano le solite Nike Structure Triax o le Adidas Supernova Control
(da qualche anno: Sequence): molti pensano che la Adidas semplicemente non
faccia scarpe da running, mentre l'avversione per la Nike è un fatto tutto mio:
mi pare troppo commerciale, vuoi mettere indossare delle Asics come è più figo?
e invece sono anni che so per certo che le Structure Triax sono le scarpe che
mi vanno bene ma hanno la sfortuna che essendo per pronatori, solitamente pure
pesanti, e quindi lenti, sono considerate dalla Nike delle scarpe per sfigati,
per tapascioni, e pertanto si sforzando di farne delle versioni con colori
quanto più insignificanti possible: grigio, grigio topo, grigio scuro con –
botta di vita - un bordino arancione.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Finché è uscito a
settembre 2014 la versione 18, pubblicizzata addirittura sulle riviste di
running: io guardando la pubblicità di queste scarpe piuttosto oscene ma invero
strane e propagandate come il non plus ultra della tecnologia, poi vedo il nome
del modello e stento a crederci: Structure Triax 18! Inutile dire che qualche
giorno dopo ho approfittato per visitare il nuovissimo Nike Store di via Torino
a Milano interemente dedicato al running. <o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">La colorazione non è delle
mie preferite dato che è blu scuro. Però ha il baffo esterno rosa e quello interno
verdolino... la suola è bianca all’esterno e blu e rosa all’interno... a dire la
verità non mi piacevano per niente però strane erano strane... soprattutto la suola all'interno sembra che abbia una sorta di impalcatura rosa che è bruttina ma deve essere l'arma segreta...<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Quando ho chiesto a uno
commessa sovradimensionata se potevo provarle ha attaccato a chiedere se ne
conoscevo le caratteristiche, l’ho stoppata con malcelata sufficienza: ce le ho
da anni, dalla versione 12 mi pare...<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Appena indossate, sebbene
usualmente avrei scelto un mezzo numero sopra, mi calzavano benissimo,
soprattutto la tomaia, di un tessuto privo di parti in plastica, avvolge il
piede in modo molto piacevole, il supporto sotto l’arco si avverte con una
sensazione di sicurezza. Dopo averci fatto tre o quattro uscite tra dieci e
quattordici chilometri senza problemi ho affrontato un trentaquattro: il
risultato è stato che non mi sono accorto dei piedi e delle caviglie, e mi sono
potuto concentrare sul resto: grande risultato. Certo, poi non è che camminassi
granché bene ma tenuto conto degli scorsi lunghi e del fatto che erano comunque
una bella distanza, resta un buon risultato per le scarpe.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Per fare un confronto, le
Asics Kayano 20 sono molto più ammortizzate ma molto meno sostenenti sotto
l’arco, alla fine mi risultano più stancanti per le caviglie. Forse la Asics
GT2000 sono più sostenenti.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Le Brooks GTS 14 sono meno
ammortizzate dalle Kayano ma restano comunque molto strutturate.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Mi mancano da provare le
Adidas Sequence Energy, quelle con l’aggiunta della nuova suola “Boost” (quella
che sembra polistirolo).<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Tornando a queste Nike
ST18: sembrano anche minimizzata come tomaia: molta meno plastica e meno e
imbottitura, ne esce una scarpa più snella ma piacevole attorno al piede, forse
alleggerita ma molto supportiva sotto l’arco.<o:p></o:p></span></span></div>
<br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Insomma, pronatori di
tutta Italia forse possiamo finalmente avere un paio di scarpe strambe ma
efficaci.<span style="font-size: x-small;"><o:p></o:p></span></span></span></div>
Maratoneta Stancohttp://www.blogger.com/profile/00456279594952966132noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7593167536353583762.post-86334005986112290792014-10-09T00:11:00.000+02:002014-10-09T00:11:31.039+02:00La pubblicità fa male (ri-correre... senza morale)<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://4.bp.blogspot.com/-ml-ibpWA6BU/VDW2HCD8sMI/AAAAAAAABWI/VmIXpPVjDoM/s1600/asics%2B003.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://4.bp.blogspot.com/-ml-ibpWA6BU/VDW2HCD8sMI/AAAAAAAABWI/VmIXpPVjDoM/s1600/asics%2B003.jpg" /></a></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Vi sarà capitato di incappare
in una pubblicità della Asics in televisione (una pubblicità su canali
nazionali indirizzata ai runners: fantascienza solo pochi anni fa). Se non vi è
capitato fateci caso, è carina: lei, giovane e bella esce per un allenamento in
città, urban running si dice ora, e corre, corre a perdifiato, oltrepassa
ponti, sale, scende e corre sempre spedita con postura plastica, da pensare:
che bello correre, che bel gesto atletico, poi prova a rivederti anche solo riflesso
in una vetrina e l’effetto è tutto un altro... Terminato l’allenamento un po’
di stretching appoggiata al muro, in una tranquilla viuzza, da una porticina fuoriesce
lui, giovane e bello, la faccia pulita, lo sguardo innocente. La vede e si butta:
“Dove vai a correre?”. Lei con un’increspatura di incertezza: “Al parco?” Lui: “Posso
venire con te?”. “Certo” fa lei e con felice e malcelata rassegnazione, e riparte
con lui, non ancora il suo Lui ma si capisce che galeotta sarà la corsa. Lo
slogan: Run & run. Grazie Asics.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Questo il prologo che ho
dovuto anteporre al racconto perché stava nella mia mente da qualche parte e,
visto che ha giocato un ruolo forse determinate in quel che segue, dovevo
essere sicuro che il lettore potesse averlo anche lui immagazzinato da qualche
parte nella sua memoria.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Trasferta di lavoro. Città
sul mare del nord. Due colleghi con cui ho già trascorso ieri sera una cena
molto piacevole propongono di cenare insieme anche stasera. Accetto volentieri
ma, premetto, voglio andare a correre. Loro però vogliono cenare presto: alle
sette e un quarto passano a prendermi in hotel, io faccio due conti e scatto:
taxi, hotel, cambio rapido, almeno 45’ ci stanno, speravo di più ma mi posso
adattare, 15’ per doccia e rivestirmi: ce la posso fare.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Alla fine scopro che sono
stato troppo ottimista e devo restringere ulteriormente l’uscita: aumentando il
ritmo e limitandomi a poco più di otto chilometri riesco comunque a compicciare
qualcosa di sensato. <o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Alle 19.25 sto finendo di vestirmi
quando squilla il telefono: è David, non riescono a trovare un taxi, in città
il maltempo ha cresto il finimondo, restano in hotel, niente cena.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Resto interdetto e
doppiamente insoddisfatto: è inutilmente presto per andare a cena, era stata
una loro idea, e ho fatto un allenamento troppo breve e neppure così veloce:
d’altronde il vento, la pioggia e il lungomare reso sporco dalla sabbia portata
dal vento del mare del nord non avevano facilitato la <i>performance</i>.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">E Chiara? Lei sta nel mio
albergo, magari è tornata e verrebbe a cena. La chiamo: <o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">“Sto uscendo”, annuncia
soddisfatta.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">“?”<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">“Vado a correre finalmente!”<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">“Ah... io ci sono appena
andato... ma quanto corri? Se non stai fuori troppo posso aspettarti”<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Negoziazione tra runners
ma Chiara è una ragazza decisa: dieci chilometri con sovrappiù di due di
riscaldamento ha detto di fare e tanto farà.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">“Vabbè, niente, faccio io,
me ne andrò a piedi verso il centro per trovare un ristorante decente”. Lei mi
spiega la strada più breve, ci metterò quindici venti minuti, la saluto.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">La richiamo: “Ma stai in palestra
o corri fuori?”<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">“Pensavo fuori, sembra che
non piova adesso”<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">“No, perché mi è venuta in
mente un’idea idiota... mi rivesto e vengo a correre con te!”<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">“Sì dai così mi aiuti a
tenere il passo!”<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">“Cinque minuti alla
reception”<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Per farvela breve ho corso
altri nove chilometri abbondanti, inclusivi di riscaldamento, nel buio contro vento e pioggia e in pure in
maniche corte (l’unica maglia a manica lunga che avevo era ancora fradicia, i
pantaloncini li avevo messi casualmente su un calorifero e si erano asciugati).
Non me la sono sentita di fare lo sborone e di reggere tutti i suoi dodici
chilometri: un doppio allenamento di venti chilometri intramezzati da pausa di
venti minuti (con doccia) mi è sembrato fuori luogo per un martedì qualunque. A
parte il chilometraggio ho fatto un allenamento assurdo: niente riscaldamento,
otto chilomentri veloci, due chilometri lenti e sette chilometri a passo
tranquillo.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">La morale?<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">La chiedo a voi.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Tira più...<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Vooolgari!<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">No, io avevo pensato una
morale più delicata: la pubblicità fa male, e nel video dovrebbero scrivere da
qualche parte in caratteri minuscoli: “Attenzione: le attività mostrate sono
eseguite da personale opportunamente addestrato e non sono assolutamente da
imitare, se non previa certificazione medica e sotto la guida di un allenatore
preparato. La corsa può nuocere gravemente alla salute”.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Oppure: di lui si potrà
dire che gli ha nuociuto non tanto il correre quanto il ri-correre.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Oppure nessuna morale,
nessun pensiero recondito, ha corso e basta.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Vorrei poter asserire, per
rassicurare Elena, che Chiara comunque è brutta e antipatica. Vorrei davvero poterlo
fare.<span style="font-size: x-small;"><o:p></o:p></span></span></span></div>
Maratoneta Stancohttp://www.blogger.com/profile/00456279594952966132noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-7593167536353583762.post-87478937262081713582014-09-03T23:07:00.001+02:002014-09-03T23:07:47.560+02:00Bam...bini, gat...tini, fido ... (lasciamoli giocare, i bambini)<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://1.bp.blogspot.com/-ilfkHxLY5tw/VAeCtijDosI/AAAAAAAABVM/JnSWpCKrCKQ/s1600/snoopy%2Binjured.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://1.bp.blogspot.com/-ilfkHxLY5tw/VAeCtijDosI/AAAAAAAABVM/JnSWpCKrCKQ/s1600/snoopy%2Binjured.jpg" /></a></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">È possibile che un essere
perfetto (si fa per fare un esempio), che si allena sei giorni su sette (se
Elena non lo sapesse, sarebbe meglio, comunque), in 3 discipline diverse
(questo oramai l’ha capito), possa infortunarsi con un gioco da bambini?<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Museo di scienza di
Glasgow. Tre corsie in sintetico lunghe una decina di metri. Tutta un’apparecchiatura
per rivedere i propri movimenti, provare la propria velocità.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Appena due bambini di
circa dieci anni si sono sfogati sotto gli occhi amorevoli della nonna, mi avvicino
con fare sornione. <o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Mi piace vincere facile?!?<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Appoggio lo zaino. Mi
metto in posizione, non ci avevo pensato: eretta? Si scatta male. A terra? Non
esageriamo. Una via di mezzo, non facciamola troppo lunga. Pigio il pulsante:
steady, ready, Go!<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Ahi!<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Il dolore è stato
pungente, subito sotto la chiappa destra.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Neanche un metro. Cammino
con indifferenza fuori dalle corsie, tamponandomi la chiappa e soffiando a
denti stretti: “mi sono fatto male, mi sono fatto male”.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Elena mi deride con
gentilezza, pensa che esageri... come al solito, avrà pensato, mi preoccupo per
qualunque dolorino. <o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Io ho avuto paura, un tipo
di dolore che mi era ignoto e gli articoli letti su contratture, stiramenti e i
cosiddetti strappi, non mi fanno ben sperare. Però poi camminando non mi fa
male, e proseguo la visita del museo.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Da allora ci ho corso
senza problemi (addirittura tre uscite sui venti chilometri) e sono anche andato
in bicicletta, il tutto senza provare alcun dolore.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Poi un controllino a una
caviglia e mi viene in mente di raccontare anche questo episodio. Mi stendo
supino e Stefano-mani-di-fata, Stefano il pacifico, Budda-Stefano, mi dice: <o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">“E questa buca?” <o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">O porca miseria, soffio
contro la carta su cui sto appoggiando la testa.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">“Ti faccio una foto”<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Me la fa vedere. Innanzitutto
vi sfido a riconoscere un primissimo piano del dietro delle vostre cosce, non
dico i polpacci, quelli riusciamo anche a vederceli, ma il bicipite femorale,
insomma quel tratto di gamba che va dal gluteo a dietro il ginocchio: potrebbe
essere di chiunque altro. Sembra anche di gomma. E quello sono io?<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">D’altra parte mi ha fatto per
sbaglio pure un filmino... sono proprio le mie gambe.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">“Vedi, sulla gamba destra
c’è un avvallamento, qui sulla sinistra invece non c’è.”<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Incredibile ma indubbio.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">“È uno strappo muscolare”<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Eh, l’avevo capito, <o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">“Ti mando la foto”<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">No. Grazie.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">“Ti mando anche il filmino”<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">No. Grazie. No.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">“No, non importa”<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"> Mi rivesto, devo andare in ufficio.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">“Non ti preoccupare non è
niente, non inficia le prestazioni, hai i muscoli delle gambe potenti che
compensano”... <o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Porca miseria un pezzo della
mia gamba si è rotto e non lo posso riattaccare, quasi peggio che mi si fosse
rotto un osso.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">“Se vuoi ti puoi fare
un’ecografia”<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">“E poi?” lo guardo
dubbioso, ma dentro covo una noce di speranza.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">“Niente, per capire cosa è
successo”<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Ti pareva.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">“Lasciamo perdere”<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">“Puoi comunque cominciare
a riallungare il muscolo, piano piano, è passato quasi un mese...”<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">La morale: innanzitutto i
bambini vanno lasciati giocare. <o:p></o:p></span></span></div>
<br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Poi una conferma: beata
ignoranza! Mi sono allenato per un mese, sovrapponendo pure la parte finale della
preparazione per un triathlon olimpico con l’inizio della preparazione per una
maratona senza alcun problema. Poi vengo a sapere che ho fatto tutto con una
buchetta dietro la gamba e mi spavento?<span style="font-size: x-small;"><o:p></o:p></span></span></span></div>
Maratoneta Stancohttp://www.blogger.com/profile/00456279594952966132noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7593167536353583762.post-36479580206181275592014-07-08T22:58:00.002+02:002016-12-04T18:48:22.427+01:00Correre: odio o amore. Due mezze recensioni (America di J. Baudrillard; The faith of a writer, J.C. Oates)<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Recensione parallela di
due libri che non sono specificatamente dedicati alla corsa ma che della corsa
in alcune parti parlano e quindi io ve ne parlo solo relativamente a queste
parti.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://4.bp.blogspot.com/-HcQ5hoKAQ2I/U7xbGWPaJTI/AAAAAAAABRU/kiehy2fislQ/s1600/baudrillard.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://4.bp.blogspot.com/-HcQ5hoKAQ2I/U7xbGWPaJTI/AAAAAAAABRU/kiehy2fislQ/s1600/baudrillard.jpg" width="225" /></a></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Chi mi abbia segnalato
America di Jean Baudrillard come libro sulla corsa non lo ricordo, so solo che
mi sono appuntato questo titolo e questo nome. Poi facendo acquisti in rete e
approfittando di un forte sconto ho cercato e trovato questo titolo. E l’ho
acquistato. Senza sapere chi fosse questo Baudrillard e senza sapere di cosa
parlasse il libro. Certo intitolandosi America potevo avere qualche sospetto.
Quando mi sono disposto alla lettura mi sono accorto che si trattava di una
raccolta di saggi (e non di narrativa come speravo) sull’America e in
particolare sulla decadenza contemporanea sociale, politica e sopratutto
culturale degli Stati Uniti. In tutto ciò che c’entra la corsa? Mi chiedo. E
intanto andavo avanti. E dopo una dozzina di pagine ecco una traccia. Mentre,
nella prima metà degli anni ottanta, vaga per il vasto paese osservandone i
costumi, il nostro ha molteplici occasioni di osservare una razza particolare e
assai frequente a quelle latitudini: i runners o joggers. <o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Alla fine di più di cento pagine
che ho scorso rapidamente (ammetto che non mi interessava l’argomento né mi ha
appassionato un’analisi che la spessa patina dei trent’anni che sono passati rendeva
immune a una lettura odierna), ho rintracciato in tutto cinque pagine sulla
corsa.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Le sue osservazioni sono
quelle dell’antropologo bianco che osserva una tribù di curiosi autoctoni. <o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Mi permetto di riportarvi
alcuni stralci esemplificativi e autoesplicativi.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">A proposito della maratona
di New York dice che è “uno spettacolo da fine del mondo. Si può parlare di
sofferenza volontaria come di schiavitù volontaria? [...] tutti cercano la
morte, la morte per sfinimento che fu quella del maratoneta di duemila anni fa
[...]. Anch’essi sono portatori si un messaggio vittorioso, ma sono in troppi,
e il loro messaggio non ha più senso, se non quello del loro stesso arrivo, al
termine del loro sforzo – messaggio crepuscolare di uno sforzo sovrumano e
inutile. Collettivamente, porterebbero piuttosto il messaggio di un disastro
della specie umana, dato che la si vede degradarsi di ora in ora col
susseguirsi degli arrivi [...].”<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Poi a proposito dei
runners che ha osservato in giro per New York, il quadro è piuttosto impietoso
ma in alcuni tratti mi riconosco abbastanza, quindi non mi indigno più di tanto:<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">“Si può fermare un cavallo
imbizzarrito, non si ferma un jogger in azione. [...] guardatevi soprattutto
dal fermarlo per chiedergli l’ora, sarebbe capace delle peggiori reazioni.”<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">E ancora:<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">“Ha lo sguardo stralunato,
la saliva gli cola dalla bocca, ma non fermatelo, vi picchierebbe o
continuerebbe a saltellarvi davanti come un indemoniato.”<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Per poi concludere
assimilando il runner che corre da solo, e quindi isolato, fino al proprio
esaurimento, a fenomeni di autodistruzione piuttosto comuni in quegli anni
negli stati uniti, come l’anoressia e l’obesità.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Non ho alcuna intenzione
di mettermi qui a dibattere sulle teorie dell’autore: posso comprenderle ma le
vedo anche offuscate da una prospettiva tutta esterna, gli manca tutto il resto
ma d’altra parte non si può pretendere che un telecronista sappia giocare a
calcio o uno storico dell’arte dipingere. <o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Detto ciò, se qualcuno
qualcuno a cui avete fatto un torto di cui non vi ricordate, vi regalasse questo
libro cercando di incantarvi dicendo che parla di corsa, rifiutate cortesemente
o se impossibilitati dalla vostra bontà d’animo, dopo che questi se ne è andato
NON LO APRITE e riponetelo al sicuro. A richiesta potete utilizzare quanto
sopra per dargli a intendere che ci siete cascati. <o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">La mia è solidarietà tra
runners.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">America <o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Jean Baudrillard <o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">SE, 2000 (edizione
francese: 1986)<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://2.bp.blogspot.com/-kfkyHBG5Xkk/U7xbTT-A1RI/AAAAAAAABRc/B-7ca2GID9Q/s1600/faith+of+a+writer.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://2.bp.blogspot.com/-kfkyHBG5Xkk/U7xbTT-A1RI/AAAAAAAABRc/B-7ca2GID9Q/s1600/faith+of+a+writer.jpg" width="280" /></a></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Dall’odio all’amore per la
corsa: ecco una raccolta di testi di Joyce Carol Oates che non finirà nello
scaffale dedicato ai libri sulla corsa bensì in quello sulla scrittura e quindi
non ne dovrei parlare qui. Però un saggio di una decina di pagine che vi è
contenuto “Running and writing” è, come dice il titolo stesso, incentrato tutto
sulla corsa.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">In queste poche pagine la
prolifica scrittrice americana enuncia alcune semplici considerazioni sulla corsa
che chi ama scrivere e correre conosce già ma dette con le semplici e nitide
parole di una grande scrittrice è come se le scoprisse per la prima volta. <o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Innanzitutto l’analogia
tra sogno e corsa: come nel sogno la mente è senza corpo e vola e si muove
senza peso, così nella corsa pulsa al ritmo del corpo che si sposta rapido.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Poi la funzione
ispiratoria della corsa: ecco che la scrittrice durante la corsa nel pomeriggio
riesce a risolvere quello su cui si era dibattuta inutilmente la mattina standosene
seduta al tavolo.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Infine una verità che chi
corre e scrive conosce bene per esperienza diretta: quello che l’autrice pensa,
costruisce e si ripete durante la corsa non ha altro che trascriverlo non
appena tornata a casa. Non solo correre le permette di scrivere ma anche di “vedere”
con una coscienza aumentata quello che immagina e scrive durante l’atto motorio.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="background: white; color: #222222;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Tutto qui. Pura verità.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="background: white; color: #222222;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">‘Running and writing’ nella raccolta "The faith of a
writer"<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="background: white; color: #222222;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Joyce Carol Oates</span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="background: white; color: #222222;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">HarperCollins, 2003<span style="font-size: x-small;"><o:p></o:p></span></span></span><br />
<span style="background: white; color: #222222;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></span>
<span style="background: white; color: #222222; font-family: "verdana" , sans-serif;"><span style="background-color: #fffeff; color: #3f6acf; line-height: 18.200000762939453px;"><br /></span><span style="background-color: #fffeff; color: #3f6acf; line-height: 18.200000762939453px;"></span><span style="background-color: #fffeff; color: #3f6acf; font-style: italic; line-height: 18.200000762939453px;">Vuoi leggere altre recensioni? Vai alla </span><a href="http://correreperfirenze.blogspot.ch/2013/10/la-biblioteca-del-runner_14.html" style="background-color: #fffeff; color: #4aa55e; font-style: italic; line-height: 18.200000762939453px; text-decoration: none;">Biblioteca del Runner</a></span><br />
<br /></div>
Maratoneta Stancohttp://www.blogger.com/profile/00456279594952966132noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7593167536353583762.post-74132964006388892722014-06-28T11:33:00.003+02:002014-06-28T11:33:47.268+02:00Non divaghiamo. Semmai tri-vaghiamo<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222; font-family: Verdana, sans-serif;">Quando faccio una cosa per
la prima volta, sento la necessità ineludibile di raccontarla a tutti, come se
quella cosa esistesse solo da quel momento e proprio grazie a me. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222; font-family: Verdana, sans-serif;">E lo stupore di coloro ai
quali racconto la vicenda mi conferma nella mia convinzione e mi autorizza, mi
incoraggia a continuare nell’opera di divulgazione. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222; font-family: Verdana, sans-serif;">Incredulità mista a
fastidio mi causa l’incontrare qualcuno che quell’esperienza l’ha già vissuta da
tempo o, peggio ancora, ripetutamente e
quindi per lui adesso rappresenta una banalità. A quel punto non posso far
altro che, ah davvero?, e svicolare prima possibile per evitare che quello
parta con il <i>suo</i> racconto di
innumerevoli vicende che replicano, se non superano in difficoltà, drammaticità
o solo interesse, la mia, banalizzandola e retrocedendola a racconto di fatto
usuale, per niente unico.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222; font-family: Verdana, sans-serif;">Quanti scrittori per
esempio hanno pubblicato libri, racconti, lettere a figli appena nati: un
momento unico e indelebile nella vita di ogni uomo e ogni donna ma a meno di
non produrre un capolavoro della letteratura quasi ogni lettore avrà avuto lo
stesso momento unico e indelebile, solo leggermente diverso, con diversa
ambientazione e personaggi. E pensa: potevo scriverlo anche io. Tra il dire e
il fare eccetera eccetera, però vero è che il tema non è originale.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222; font-family: Verdana, sans-serif;">E allora? Allora lo
scrittore o il raccontatore in genere dovrebbe pensarci due volte prima di
ammorbare gli altri con racconti unici ma in fondo comuni.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222; font-family: Verdana, sans-serif;">Ci penso. Pensato? Ci
ripenso. Fatto. Ora vi racconto una vicenda unica che ho vissuto sabato ventuno
giugno.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222; font-family: Verdana, sans-serif;">A dire la verità è una
vicenda unica che ho vissuto insieme a altri duecentocinquanta persone, però
vabbè per me, e anche per Matteo che era con me, è stata una vicenda nuova e,
fintanto che non la ripetiamo, unica.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222; font-family: Verdana, sans-serif;">Insomma io ve la racconto
lo stesso perché sono sicuro che almeno qualcuno dei miei venticinque lettori
non l’ha vissuta e se ne stupirà. Almeno un paio degli stessi venticinque
l’hanno esperita già e ripetutamente, anzi magari mi hanno aiutato con
amorevoli consigli prima. Mi scuso per annoiarli con questo racconto, potete
anche fermarvi qui e non ve ne vorrò, ma è irrefrenabile: devo raccontarla.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222; font-family: Verdana, sans-serif;">I più attenti dei miei
lettori si erano già ammoscati del fatto che avevo ibridato questo luogo di
corsa con alcuni racconti che mi vedevano in veste non già di runner, bensì di
ciclista. Ah! Orrore! Sì lo so, la pensavo anche io così, da purista. Però poi
mi sono accorto che esiste tutta un folto gruppo di amici, parenti, colleghi,
insomma persone vere e a me vicine che incomprensibilmente invece di correre
vanno in bici con eguale passione, soddisfazione. E che celano lo stesso dubbio
e sospetto nei confronti di coloro che invece di andare in bici preferiscono
incomprensibilmente correre a piedi.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222; font-family: Verdana, sans-serif;">Qui partirebbe una
riflessione più generale sul Diverso: non mi pare il caso, comunque avete
capito l’antifona e quindi ve la potete sviluppare per conto vostro una volta
terminata la lettura di questo racconto.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222; font-family: Verdana, sans-serif;">Se bici e corsa spesso
rappresentano due mondi separati e talvolta distanti (non mancano i
frequentatori di entrambi, ma cambiano veste – oggettivamente – e forse anche
mentalità passando dall’uno all’altro), il nuoto fa storia a sé: chi lo odia,
chi lo ama, tutti (o quasi) l’hanno dovuto imparare, è noto che “fa bene” e
effettivamente fa bene, soprattutto a chi pratica altri sport più traumatici,
come per esempio la corsa.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222; font-family: Verdana, sans-serif;">Ci siamo quasi: corsa, bici
e nuoto. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222; font-family: Verdana, sans-serif;">Se poi <i>lo famo strano</i>, ossia tutti e tre
consecutivamente senza requie, ecco il triathlon.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222; font-family: Verdana, sans-serif;">Ammetto che la premessa è
forse più estesa del racconto stesso. se avete ancora voglia vi racconto lo
strano caso del runner che si è fatto triatleta, o più umilmente che ha provato
a vedere di che si trattava e ha portato in fondo quella che per lui
rappresentava un’impresa.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222; font-family: Verdana, sans-serif;">Invece si trattava solo di
un triathlon Sprint, ossia 750m di nuoto, 20km di bici e 5km di corsa. Chi ha
la benché minima dimestichezza di uno di questi sport a questo punto ha
già pensato: così poco? Ma non ci vuole
nulla! Esatto: per chi fa nuoto fare una trentina di vasche da 25m è un allenamento
leggero se non un riscaldamento. Lo stesso dicasi di 20km per un ciclista e di
5km per un runner: il minimo, anzi forse quasi troppo poco per valer la pena di
cambiarsi e uscir di casa.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222; font-family: Verdana, sans-serif;">Messa in termini di tempo,
in termini grossolani, si tratta di 15’ di nuoto, 45’ di bici e 25’ di corsa,
ossia, come pura somma aritmetica 1 ora e 25 minuti a cui vanno aggiunti alcuni
minuti per indossare scarpe e casco e prendere la bici e poi lasciare la bici,
togliersi casco e cambiarsi le scarpe, e si arriva a un’ora e mezza.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222; font-family: Verdana, sans-serif;">Vista così la questione
cambia un po’: si tratta comunque di uno sforzo continuativo e non blando di
un’ora e mezza, per un runner potrebbe essere assimilata – sempre
grossolanamente – a una mezza maratona.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222; font-family: Verdana, sans-serif;">Fatta questa ulteriore
premessa tecnica arrivo al punto, ossia alla vera difficoltà che ho riscontrato
e che non traspare dai numeri: normalmente in questo tipo di gare, a parte talvolta
quelle più brevi, come lo Sprint, la frazione di nuoto si svolge in acque
libere: mare o lago. Ognuno ha i suoi pro e i suoi contro.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222; font-family: Verdana, sans-serif;">Fatto sta che io e Matteo
per la nostra prima esperienza abbiamo scelto la gara Ironlake di Barberino del
Mugello che ovviamente utilizza l’invaso di Bilancino per la parte acquatica.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222; font-family: Verdana, sans-serif;">Ora, a parte simpatie o
antipatie per la balneazione nei laghi, la prima anomalia che mi sono trovato a
fronteggiare è che in acqua non si vede niente: ossia è tutto di un colore
verde più o meno scuro a seconda dell’intensità del sole e opaco: non riuscivo
neanche a vedere le mie mani mentre nuotavo: per uno che è abituato a nuotare
in piscina, in cui puoi controllare il movimento, seguire la riga per andare
diritto e sapere quando girare, guardare quelli che ti nuotano davanti e
intorno, non vedere niente e dover alzare la testa per capire se si sta andando
nella direzione giusta è un discreto shock.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222; font-family: Verdana, sans-serif;">Avevamo fatto una prova il
fine settimana precedente e il risultato non era stato confortante: una sorta
di ansia ci prendeva e la nuotata si faceva faticosa e pur avendo nuotato solo
400m mi sentivo esausto.<o:p></o:p></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://4.bp.blogspot.com/-1kQAzlE-sPY/U66KEYsfNjI/AAAAAAAABQE/Fy4czd414zg/s1600/TRI+partenza.JPG" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://4.bp.blogspot.com/-1kQAzlE-sPY/U66KEYsfNjI/AAAAAAAABQE/Fy4czd414zg/s1600/TRI+partenza.JPG" height="337" width="400" /></a></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222; font-family: Verdana, sans-serif;">Al momento della partenza
della gara vera la cosa si è complicata: tutti allineati sotto un ponte di
legno, siamo partiti in duecentocinquanta puntando tutti a una stessa boa che
era laggiù verso il centro del lago. La fisica ha voluto confermarci una volta
di più la legge dell’incompenetrabilità dei corpi e dopo poche decine di metri
avevo persone che battevano braccia e gambe davanti, dietro, a destra e a
sinistra, se non sopra: l’acqua rembrava ribollire dalle fitte onde in tutte le
direzioni e a un certo punto mi sono dovuto fermare per sopravvivere: ero
incastrato tra qualcuno a destra e qualcuno a sinistra e la nostra traiettoria
era convergente e per nulla parallela. Vincendo la tentazione di fermarmi e
uscire da quella baraonda ho insistito. In tutto ciò non riuscivo,
letteralmente: non riuscivo a nuotare se non tenendo la testa fuori dall’acqua,
come le signore che al mare non vogliono sciuparsi la pettinatura.
Inspiegabilmente dopo circa trecento fatti in questo modo ho cominciato a
nuotare normalmente e da lì sono arrivato a uscire dal guado infernale. <o:p></o:p></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://1.bp.blogspot.com/-7vMRnuYt8X0/U66KRHsirBI/AAAAAAAABQM/VX6PiKDKYyo/s1600/TRI+t1.JPG" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" src="http://1.bp.blogspot.com/-7vMRnuYt8X0/U66KRHsirBI/AAAAAAAABQM/VX6PiKDKYyo/s1600/TRI+t1.JPG" height="320" width="309" /></a></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222; font-family: Verdana, sans-serif;">Il tifo di Emanuele,
Elisa, Sofia e Lorenzo (i bimbi non sono nuovi a imprese del genere come quello <a href="http://correreperfirenze.blogspot.it/2012/12/il-cinque-dei-bambini-e-uno-striscione.html">striscione a Firenze 2012</a>) mi ha aiutato – scuotevo
sconsolato la testa mentre li guardavo - a correre verso la zona cambio. Elena
invece non riesce a incitarmi: le resta sul viso un’aria preoccupata che mi
viene a me da incoraggiare lei!<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222; font-family: Verdana, sans-serif;">La formalità e il rigore
che vigono in zona cambio meriterebbero un racconto a parte, mi limito a dirvi
che ognuno deve appendere per il sellino la bici al palo orizzontale in
corrispondenza del proprio numero e disporre a terra dalla parte della catena
le scarpe da bici e quella corsa, sul manubrio troveranno alloggiamento il
casco con gli occhiali e il pettorale (che non si può indossare nuotando: lì il
numero è scritto sulla cuffia). Disporre la propria roba fuori dagli spazi
indicati dai giudici o non avere il casco allacciato mentre si transita in zona
cambio causano la squalifica.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222; font-family: Verdana, sans-serif;">La frazione in bici, per
me piuttosto difficoltosa, l’ho vissuta come una scampagnata in solitaria,
cercando di agganciarmi a qualche altro concorrente senza mai riuscirci.<o:p></o:p></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://3.bp.blogspot.com/-B1UCE3VtmJU/U66KdmY_B0I/AAAAAAAABQU/ZpsXo8i3KU8/s1600/TRI+fine.JPG" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://3.bp.blogspot.com/-B1UCE3VtmJU/U66KdmY_B0I/AAAAAAAABQU/ZpsXo8i3KU8/s1600/TRI+fine.JPG" height="320" width="238" /></a></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222; font-family: Verdana, sans-serif;">Arrivato a mettermi le
scarpe da corsa ero doppiamente rinfrancato: innanzitutto mancava poco alla
fine e poi ero a casa. Finalmente ho recuperato qualche posizione, non che
puntassi a chissà che piazzamento, ma l’orgoglio è l’orgoglio e quella era una
gara. Però non sono riuscito a spingere quanto mi ero immaginato, complici –
penso – la stanchezza per le frazioni precedenti e il caldo: non l’ho detto ma
la gara è partita alle 13.45 del 21 giugno, e a quel punto mentre i primi
avevano già fatto le interviste di rito e si intrattenevano al Pasta Party, io
mi aggiravo su una stradina di terra battuta al livello dell’acqua e, se si
fermava quel refolo di vento che ci ha salvato la vita, le vampate di calore
che venivano dal lago erano asfissianti.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222; font-family: Verdana, sans-serif;">Mi è sembrato che questi
cinque chilometri fossero più lunghi del previsto, però vedere l’arco
dell’arrivo con Elena, Elisa, Ema e i pronipoti è stato un bella emozione.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222; font-family: Verdana, sans-serif;">È stata una bella
esperienza, e la stanchezza tutto sommato accettabile, forse perché più
“distribuita”. Comunque, per onestà, all’ora di cena non mi reggevo in piedi.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222; font-family: Verdana, sans-serif;">La morale: non sarò mai un
ciclista né tanto meno un nuotatore, sono e resto un runner. Però l’allenamento
per un triathlon ti fa sentire meglio fisicamente rispetto a un allenamento
altrettanto duro per la sola corsa. La gara di triathlon è variegata anche se
probante. E anche l’ambiente è allo stesso tempo più competitivo e più
famigliare, solidale, forse perché è una nicchia ancora più raccolta di
“fissati”. Sì, forse i “fissati del triathlon” sono dei fissati più fissati dei
“fissati della corsa”. E più variopinti.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222; font-family: Verdana, sans-serif;">PS: E poi avevo un
bellissimo tutù, no: body, si chiama body!, con il quale si nuota, si salta in
bici sperando che si asciughi prima dell’eventuale discesa, e poi si corre e a
quel punto il bagnato è solo sudore.<span style="font-size: x-small;"><o:p></o:p></span></span></div>
Maratoneta Stancohttp://www.blogger.com/profile/00456279594952966132noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-7593167536353583762.post-88974592130502433232014-06-15T23:27:00.000+02:002016-12-04T18:48:47.213+01:00‘La corsa’ di John L. Parker (un bel romanzo davvero)<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://4.bp.blogspot.com/-C5axUeMZSQU/U54PeX5ds3I/AAAAAAAABP0/P4ybF75VBYo/s1600/la+corsa.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://4.bp.blogspot.com/-C5axUeMZSQU/U54PeX5ds3I/AAAAAAAABP0/P4ybF75VBYo/s1600/la+corsa.jpg" width="262" /></a></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<i style="color: #222222; font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="background: white;"><span style="text-align: start;">“Il miglior romanzo sulla corsa mai scritto",</span></span></i><span style="background: white; color: #222222; font-family: "verdana" , sans-serif;"> <i>Runner's World</i>,
recita la copertina. Neanche una fascetta: la copertina. Già questo sarebbe
bastato a impedirmi l'acquisto se avessi visto questo volume in libreria. Ma io
non ho avuto questo problema dato che me lo sono fatto regalare per il
compleanno.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><span lang="IT" style="color: #222222;"><br />
<span style="background: white;">Se sia il miglior romanzo sulla corsa che sia
mai stato scritto non lo so, per adesso posso dire è un bel romanzo, non un
capolavoro della letteratura ma onesto e ben scritto.</span> Certo, dopo aver
letto <a href="https://www.blogger.com/[http://correreperfirenze.blogspot.it/2013/10/born-to-run-di-christopher-mcdougall.html">“Born to run” di Christopher McDougall</a>, mi pareva difficile poter leggere un libro sulla corsa che mi piacesse di più.</span>
Non so se mi è piaciuto di più o di meno, ma mi è piaciuto molto. Va detto che sono
due oggetti diversi: mentre quello, pur esaltante, era una narrativa comunque
di tipo autobiografico, una sorta di reportage, questo invece è un vero e
proprio romanzo, un classico romanzo di formazione, con una bella ambientazione
e bei personaggi, una storia e un lieto fine.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="color: #222222;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br />
<span style="background: white;"><span style="text-align: start;">La
trama non ve la racconto, vi dico solo che è ambientato alla fine degli anni
sessanta in un'università del sud degli Stati Uniti, con le problematiche
politiche e sociali tipiche di quegli anni, oltretutto in una parte del paese
non certo progressista, a cui si innesta l'arrivo del professionismo nello
sport.</span><o:p></o:p></span></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><span lang="IT" style="background: white; color: #222222;">Il tema principale è la corsa, in particolare il
mezzofondo: il miglio e corse analoghe, ma avrebbe potuto altrettanto essere il
footbal, o uno degli altri sport praticati nelle università americane.</span><o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="color: #222222;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br />
<span style="background: white;"><span style="text-align: start;">A me
ha fatto venire in mente,<i> mutatis mutandis</i>, "Momenti di gloria": quarantant'anni dopo e siamo
in un college di secondaria importanza del sud degli Stati Uniti anziché a
Cambridge in Inghilterra.</span><br style="text-align: start;" />
<span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial;"><span style="text-align: start;">A
scanso di equivoci: il film è uscito qualche anno dopo la pubblicazione del
libro di Parker e la sceneggiatura non si appoggiava a un romanzo precedente ma
è stata sviluppata originalmente per raccontare la vicenda vera di due
velocisti inglesi.</span> Quindi è una pura coincidenza e la similarità si
limita al fatto di essere ambientato in un college e che si tratti di corsa. E
entrambe le storie sono basate su vicende realmente accadute.<o:p></o:p></span></span></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="color: #222222;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Spesso
si cerca di tradurre in parole cosa significhi correre, cosa si pensi mentre si
corre o cosa si prova mentre si corre. È impossibile ovviamente, come è
impossibile trasferire in linguaggio scritto tante altre emozioni o pensieri,
però devo ammettere che ci sono alcuni passi in cui sembra di capire cosa il
protagonista sta provando nel momento dello sforzo, sia in allenamento che in
gara, che sono due situazioni, pur di corsa entrambe, molto diverse.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="color: #222222;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br />
<span style="background: white;"><span style="text-align: start;">Purtroppo
il titolo italiano, non certo originale, fa pensare più a un manuale che a un
romanzo, da cui si capisce il bisogno dell'editore di scrivercelo in evidenza.
Il titolo originale, Once a runner, suona meglio però non è detto che una
traduzione letterale fosse altrettanto efficace.</span> Neanche la copertina è
granché.<o:p></o:p></span></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="color: #222222;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br />
<span style="background: white;"><span style="text-align: start;">In
breve: da leggere, di corsa!<o:p></o:p></span></span></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="color: #222222;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br />
<span style="background: white;"><span style="text-align: start;">La
corsa</span></span></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="color: #222222;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><span style="background: white;"><span style="text-align: start;">John L. Parker</span><o:p></o:p></span></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><span lang="IT" style="background: white; color: #222222;">Ultra Novel, Lit edizioni </span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><span lang="IT" style="background: white; color: #222222;">2013</span><o:p></o:p></span></div>
<br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><span lang="IT" style="background: white; color: #222222;">(Titolo originale: 'Once a runner', edito negli Stati Uniti
nel 1978!</span>)</span><o:p></o:p><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><i>Vuoi leggere altre recensioni? Vai alla <a href="http://correreperfirenze.blogspot.ch/2013/10/la-biblioteca-del-runner_14.html">Biblioteca del Runner</a></i></span></div>
Maratoneta Stancohttp://www.blogger.com/profile/00456279594952966132noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7593167536353583762.post-18531387485692557362014-05-28T23:09:00.001+02:002014-05-29T13:22:29.668+02:009.1 San Gersolè (Infarto in Fattucchia)<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="background-color: #fffeff; color: #1f497d; line-height: 18.200000762939453px;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Asfalto e sterrato / saliscendi impegnativo / 13 km (giro) </span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Lasciamo per un attimo da
parte il titolo con la compiaciuta allitterazione bisillabica, lasciamolo lì
come il fucile di Cechov, lo ritroveremo alla fine. <o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Maggio è il mese... degli
iris! Sì... Del primo mare di stagione! Anche... Delle scampagnate! Ecco, sì:
delle scampagnate, ma delle scampagnate correndo con gli amici sulle colline.
Vabbè ma allora è un mese come gli altri, direte voi. No, la differenza è che, contrariamente al solito, non abbiamo obbiettivi, né velocità
da rispettare, né chilometraggio misurato, tutto è lasciato al piacere della
giornata, ognuno ne approfitta condividere con gli altri un percorso che lo ha
colpito o che gli è caro per un qualche motivo. <o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Il percorso ve lo
racconterò come avrebbe dovuto essere, senza gli errori che non sono rari in
queste scampagnate, anche perché ce li possiamo permettere, ci possiamo anche
fermare tutte le volte che vogliamo a vedere i paesaggio e la performance non ne
risentirà, quindi si può anche rischiare. E perdere, senza essere sbeffeggiato.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Partendo da Ponte a Ema,
nei pressi della grande rotonda vicina all’ingresso dell’autostrada (noi per
intendersi avevamo parcheggiato davanti alla Licosa, la cui scritta sul tetto è
ben visibile). Tappa di trasferimento fino alle Cascine del Riccio passando
dalle Cinque Vie.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Alle Cascine del Riccio si
passa il ponticino e si prosegue oltre la Casa del Popolo (senza considerare la
contrada che spunta proprio dopo il ponticino). Al bivio con la fontanella si
tiene la sinistra (a destra sale e ci porterà a troppo a est): si deve passare
sotto l’autostrada, prendendo subito dopo a destra salendo fino a spuntare
sulla strada Nuova di Pozzolatico (noi invece prendendo a destra alla
fontanella ci siamo spuntati molto più in basso e ci siamo dovuti sorbire il
traffico del sabato mattina, incluso il camion della nettezza urbana...). Si continua
a salire per poche centinaia di metri fino a che non si legge l’indicazione per
S. Gersolè e si prende a sinistra. Un saliscendi riposante ci conduce al punto
fisso della gita, sicuramente Emanuele lo conosceva ma non è un luogo abituale,
io invece ci ero passato in bici e la volevo rivedere quella frazione, non è
neanche un paese, c’è giusto una chiesa e qualche casa, da cui si gode un bel paesaggio
su ambo i lati della collina immemori del rumore dell’autostrada poco distante.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Si comincia a scendere
verso pian di Grassina ma al primo bivio si prende sulla sinistra verso San
Giusto. La strada asfaltata scende un po’ dalla cresta della collina, sono
convinto che una strada bianca vicinale, chiusa da un cancello ma con un
passaggio per i pedoni, ci avrebbe permesso di mantenerci in quota ma non
abbiamo avuto il coraggio di provare stavolta (e se troviamo un cane?...).<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Via di Poggiosecco passa
dalla chiesetta di San Giusto: sulla collina di fronte a noi, al di là
dell’autostrada, distinguiamo la Torre del Gallo, Arcetri e, più a destra, il
campanile di Santa Margherita a Montici. <o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Finiamo su via di
Vacciano: scendendo si arriva direttamente alle auto, ma secondo le mie stime
non sarebbero neppure tredici chilometri. Salendo si arriva in vetta alla collina
cosiddetta di Fattucchia e da lì si prende a sinistra (e non a destra dove
indica per Grassina) una strada sterrata che sale e scende su questa specie di
altopiano. Dopo neanche un chilometro, in corrispondenza di due grandi cipressi
si imbocca un sentiero che scende nettamente fino a via di Campigliano (in realtà l'ascesa e la discesa da Fattucchia l’ho già descritta partendo dal piazzale in "<a href="http://correreperfirenze.blogspot.it/2011/06/i-percorsi-dallenamento-21-aggiunta-per.html">2.1 Fattucchia</a>"). <o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Oramai siamo arrivati: costeggiamo
l’Ema (il fiume) verso sinistra, attraversiamo il centro di Ponte a Ema per poi tornare a
dove abbiamo lasciato le auto. <o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Questa la scampagnata e il
compagno della mattinata era Ema, detto anche “Mille scuse” dagli amici di
Grassina. <o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Che devono essere assai
maligni, i suoi amici.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">In questo giro ha,
nell’ordine: chiesto, fermandosi, indicazione, alle Cascine del Riccio a un
ragazzo che conosceva (in quel caso a ragione perché avevamo chiaramente sbagliato
strada), facilitato, fermandosi, il passaggio della auto che lo superavano in
salita sulla via di Pozzolatico, attraversato, camminando, la strada per
prendere il bivio per San Gersolè, domandato, fermandosi, a un un tizio che
parlava al cellulare indicazioni per san giusto.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Quando palesemente non c’era
alcuna scusa ha confessato con aria tra il complice e il sacrosanto: “devo recuperare”.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Arrivati al bivio, di
fronte al dilemma se scendere alle macchine (sorriso sollevato) oppure affrontare
l’ennesima salita (siamo già a tredici chilometri!...) ma come – ho tagliato
corto – sei di queste parti, non puoi non conoscerla! e ho proseguito: <o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">“Tanto c’è solo un’ultima
salitina, anche se dura”. <o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">“È questa?” fa speranzoso.
<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">“No, questa non te l’avrei
neppure chiamata salita, la salita vera comincia dopo la curva e il tornante
tra gli alberi.” <o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">In realtà erano due
pettate da prima ridotta, però quando ha cominciato a dire “non ce la faccio”,
eccomi di nuovo sergente Foley a gridargli “non ti fermare, non camminare,
corri pianissimo ma corri”, <o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Una volta arrivato alla
bene e meglio in vetta, non si è smentito: “devo recuperare!”, <o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">“Senti non ti prenderà un
infarto, quindi corri!”<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Poi, dopo rapido calcolo
del rischio: “Guarda se ti prende un infarto è colpa mia, va bene?” Questa gli
è piaciuta – questa la puoi anche scrivere - e ha continuato. Poco dopo una
discesa troppo impervia lo ha costretto a procedere con cautela. Camminando,...<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Un altro problema di
quando corriamo insieme è che non riusciamo a correre fianco a fianco. Siamo
partiti e lui stava davanti, io di tanto in tanto provavo a dire non era
necessario andare forte. I primi km erano in pianura, l’andatura era tranquilla
anche se non di tutto riposo. Poi è cominciata la salita, ci siamo immessi
(avendo sbagliato, era molto più giù di quello che ho descritto sopra e che
avevamo programmato) sulla via Nuova di Pozzolatico: salita costante con
discreta pendenza anche se non eccessiva. Peraltro poche settimane prima (“<a href="http://correreperfirenze.blogspot.it/2014/04/saluti-misti.html">Saluti misti</a>”) mi ero
trovato nella situazione opposta: scendevo in bicicletta e ho salutato qualcuno
che correva in salita. Ho rivisto lo stesso punto in cui ho salutato il runner
e in quei pressi ho incrociato un ciclista che scendeva. L’ho salutato.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Tornando a noi due, abbiamo
proseguito la salita e Ema stava ancora davanti a me, non che la cosa mi
preoccupasse perché non sapendo cosa mi aspetti io in salita di solito vado “alla
stessa fatica” ossia corro facendo la stessa fatica che farei in pianura
andando però più veloce. Dopo due o tre volte che gli faccio notare che potrebbe
andare più piano, e lui acconsente, “sì, sì, bisogna andare più piano”, gli ho
detto: “Guarda che sei sempre due metri avanti a me, delle due l’una: o sei
molto più in forma di me, o sei molto più fava.”<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">“La seconda che hai detto”.
Un altro paio di curve senza che la salita accenni a alleggerirsi e vedo davanti
a me un filo di fumo bianco... <o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Tornati infine alle auto
mi ha detto “Grazie”. “E di che?” Di avergli intimato di non fermarsi, di
essere stato un aguzzino? Elena poi a casa se glielo racconto mi rimproverarà e
anche se obbietterò che non è che non ce la facesse davvero, che era solo nella
sua testa, che in certi momenti hai bisogno di qualcuno che ti sproni,
altrimenti ti fermi e poi a posteriori ti penti e ti dispiace, un dubbio mi
assalirà: e se gli fosse preso un infarto in Fattucchia. Ma è solo un attimo.
Però: che bella allitterazione.</span></span><span lang="IT" style="background: white; color: #222222; font-family: "Verdana","sans-serif"; font-size: 10.0pt; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: Arial;"> <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222; font-family: "Verdana","sans-serif"; font-size: 10.0pt; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: Arial;"><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://3.bp.blogspot.com/-xqcYxbLk5wc/U4ZQKr5TDDI/AAAAAAAABPg/2Qd2A2dwXzc/s1600/san+gersol%C3%A8.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://3.bp.blogspot.com/-xqcYxbLk5wc/U4ZQKr5TDDI/AAAAAAAABPg/2Qd2A2dwXzc/s1600/san+gersol%C3%A8.JPG" height="464" width="640" /></a></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; color: #222222; font-family: "Verdana","sans-serif"; font-size: 10.0pt; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: Arial;"><br /></span></div>
Maratoneta Stancohttp://www.blogger.com/profile/00456279594952966132noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-7593167536353583762.post-21959292313008266322014-05-14T14:18:00.002+02:002014-05-14T14:18:21.066+02:00Correre in stormo (racconto)<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://1.bp.blogspot.com/-zxT-STr8KGI/U3Ne60w87FI/AAAAAAAABO8/wnnyxX31DCc/s1600/stormo.JPG" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://1.bp.blogspot.com/-zxT-STr8KGI/U3Ne60w87FI/AAAAAAAABO8/wnnyxX31DCc/s1600/stormo.JPG" height="291" width="400" /></a></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="background-color: white; color: #222222; font-family: Verdana, sans-serif;">Ci è voluto un anno e
mezzo quasi, sedici mesi per l’esattezza, durante i quali almeno una volta a
settimana, ma spesso due volte, ho frequentato lo stesso spogliatoio e ho corso
nello stesso parco e negli stessi paraggi. Solo buongiorno e arrivederci.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background-color: white; background-position: initial initial; background-repeat: initial initial; color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">A dire la verità un primo
passo avanti l’avevo già fatto durante il periodo di Natale: un giorno in cui nevischiava
e c’era nebbia, ricordo che feci anche delle foto che mandai ai miei compagni
che nello stesso momento stavano uscendo per correre a Firenze, – per fare lo smargiasso: tanta neve tanto onore! Quel
giorno lì, nello spogliatoio deserto, incontrai solo due dei più assidui, che
casualmente arrivarono in tempi diversi, per cui mi trovai da solo a solo prima
con uno e al ritorno con l’altro: attaccai discorso non ricordo esattamente su
cosa, senz’altro sul tempo. Fatto sta che stabilii un minimo di contatto, anzi due
contatti, tanto che la volta dopo, uno di questi mi guardò e, ammiccando agli
altri che affollavano lo spogliatoio, mi disse: ma l’altra giorno non c’era
così tanta gente!... Orazio invece scoprii che era originario di Scandicci: per
uno lontano da Firenze è come un piemontese e un sardo che si incontrano al
polo nord: compaesani! Con loro due potevo almeno scambiare due parole nello
spogliatoio. È stato proprio Orazio, un paio di settimane fa, a farmi l’onore
di invitarmi a correre insieme, era solo e stavamo chiacchierando mentre ci
preparavamo: abbastanza ovvio, ma non scontato. Potrei contare quell’evento per
sancire la mia entrata in società ma non mi sembra corretto: era sempre una
persona o due, mentre per tutti gli altri continuavo a essere uno sconosciuto che
correva accanto a loro ma in un universo parallelo. Quante volte li ho sentiti
scherzare tra loro, parlare delle imprese del fine settimana, uno di loro ha
fatto ben sette volte il trail del Monte Bianco, un altro fa i lunghi da trenta
chilometri, senza forzare, a un’andatura a cui io riesco a correre un
chilometro: non era facile inserirsi – ingenuo gradasso – in una conversazione.
<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background-color: white; background-position: initial initial; background-repeat: initial initial; color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Stavolta sono arrivato
presto, mi sono cambiato e sono uscito mentre tutti arrivavano alla
spicciolata. Poi mi sono messo fuori a aspettare che il Garmin agganciasse i
satelliti e li ho visti uscire uno alla volta e aspettarsi fino a che il gruppo
è partito. Erano cinque. Uno di loro, che non avevo mai visto prima, mi ha pure
sbirciato, per capire chi fossi: ero lì ma non correvo con loro e neppure mi
salutavano uscendo. Un pària.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background-color: white; background-position: initial initial; background-repeat: initial initial; color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Il Garmin non ne voleva
sapere di prendere questi benedetti satelliti, intanto erano spariti. Ecco,
posso partire. Trotterello verso l’uscita del parco e li vedo sfilare fuori dal
cancello: allora sono ancora vicini! Non ho idea di quanto possano andare
veloci e se io sarei stato in grado di correre con loro quand’anche mi avessero
invitato, cosa che non hanno fatto. Comunque, anche solo come diversivo, decido
di seguirli. Sono a un centinaiao di metri, girano a sinistra. Quando anche io arrivo
all’angolo, sono sempre alla stessa distanza. A un incrocio taglio leggermente
e guadagno una decina di metri. A un semaforo loro rallentano per il rosso, io
passo con il verde pieno, sono a una trentina di metri. Controllo: non stiamo
andando troppo veloci, potrei tenere la loro andatura. Ma devo raggiungerli
senza spomparmi. Guadagno metro dopo metro e all’uscita di un parchetto sono in
coda. L’ultimo del gruppo, quello che mi aveva sbirciato in partenza, sorpreso
dal rumore di passi alle spalle si sposta leggermente di lato per dare spazio,
io mi mantengo dietro. Quando la strada si allarga mi affianco ai due più “anziani”
e dico, rivolto al vuoto davanti a me con tono sostenuto: <o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background-color: white; background-position: initial initial; background-repeat: initial initial; color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">“Chiedo il permesso di
aggregarmi a voi”. <o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background-color: white; background-position: initial initial; background-repeat: initial initial; color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">“Permesso accordato”, mi
risponde il più alto in grado, anche lui senza distogliere lo sguardo
dall’orizzonte.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background-color: white; background-position: initial initial; background-repeat: initial initial; color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Da quel momento sono parte
della squadriglia, dello stormo, facendo attenzione a non stare davanti ma
neppure sempre e solo dietro, che non pensino che non ce la faccia a tenere il passo,
meglio in seconda fila e comunque sempre senza intralciare il cammino degli
altri, che continuano a chiacchierare e scherzare tra loro. Io, sia pur silente,
sto nel gruppo: ci muoviamo sincroni, ci adattiamo alla situazione modificando
la formazione, in fila indiana, appena possibile in fila per due, in uno
spiazzo ci apriamo a ventaglio: quattro davanti per chiacchierare meglio e due in
retroguardia, nel viale che circonda il laghetto siamo compatti tre e tre, per
poi tornare in fila da due quando rientriamo in strada, e rapidi in fila
indiana se passa un’auto. Mi sento bene perché mi muovo a tempo con gli altri. Mi
accorgo che, senza farlo vedere, ognuno di loro mi osserva di sottecchi, quando
gli sto accanto o momentaneamente davanti o dietro. Ma nessuno mi detto niente.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background-color: white; background-position: initial initial; background-repeat: initial initial; color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">All’ultimo chilometro il
più alto in grado si rivolge a me. Che è il più alto in grado l’ho pensato da
subito, per come è sicuro senza essere uno sbruffone, per come gli altri gli
stanno intorno, in formazione: lui è sempre al centro ma spostato in avanti,
guida senza però essere necessariamente il primo. Ha una maglietta di cotone
dell’Ikea e un paio di pantaloncini non particolarmente tecnici, non ha bisogno
di farsi notare con tenute professionali: <i>natural
born leader</i>.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background-color: white; background-position: initial initial; background-repeat: initial initial; color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Si scusa per la goliardia
del gruppo, a Firenze sarete più seri. È una frase di cortesia buttata lì,
poteva chiedermi del tempo e sarebbe stato lo stesso. È l’autorizzazione al
livello superiore, la parola, dopo l’apprendistato silenzioso del novizio.<o:p></o:p></span></span></div>
<span lang="IT" style="background-color: white; background-position: initial initial; background-repeat: initial initial; color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Sono entrato nello stormo.</span></span>Maratoneta Stancohttp://www.blogger.com/profile/00456279594952966132noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7593167536353583762.post-19381662513513047292014-05-11T21:19:00.000+02:002014-05-11T21:19:20.324+02:008.2 I lunghissimi di Gianluca (esaurite le colline tra Lastra e Ginestra!)<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="background-color: white; color: #222222; font-family: Verdana, sans-serif;">Se qualcuno mi pone un
problema, non resisto, scatta in me qualcosa che mi trasforma nel “mi chiamo
Wolf e risolvo problemi” di tarantiniana memoria.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background-color: white; background-position: initial initial; background-repeat: initial initial; color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">È bastato che Gianluca
dovesse trovare dei percorsi collinari abbastanza impegnativi (ma corribili)
che però fossero sufficientemente lunghi per i suoi lunghissimi in preparazione
della Pistoia-Abetone. O</span></span><span style="background-color: white; color: #222222; font-family: Verdana, sans-serif;">ltre che per il gusto e l’onore di risolvere un problema, u</span><span style="background-color: white; color: #222222; font-family: Verdana, sans-serif;">na ottima occasione per fargli vedere i miei luoghi
privati di fatica, strade che tante volte ho calcato in solitaria e che apprezzo
ogni volta per gli squarci di natura e di paesaggio che riservano.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background-color: white; background-position: initial initial; background-repeat: initial initial; color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Il primo passo è stato
facile: ho unito il <a href="http://correreperfirenze.blogspot.it/2012/07/71-le-casine-santilario-vigliano.html">percorso 8</a> e il <a href="http://www.correreperfirenze.blogspot.it/2012/08/81-inno-mazzetta-vigliano-marciola-san.html">percorso 8.1</a> creando un giro interessante:<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background-color: white; background-position: initial initial; background-repeat: initial initial; color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><b>Lastra-Roveta-Ginestra<o:p></o:p></b></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background-color: white; background-position: initial initial; background-repeat: initial initial; color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background-color: white; background-position: initial initial; background-repeat: initial initial; color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Asfalto / saliscendi (540m
dislivello) / 20,5km o 22,5km (giro)<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background-color: white; background-position: initial initial; background-repeat: initial initial; color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://4.bp.blogspot.com/-e1HgCiXzr5Y/U2_L4lSbpvI/AAAAAAAABOg/3DrFUYRDNEM/s1600/8.2.1+20,5km.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://4.bp.blogspot.com/-e1HgCiXzr5Y/U2_L4lSbpvI/AAAAAAAABOg/3DrFUYRDNEM/s1600/8.2.1+20,5km.JPG" height="513" width="640" /></a></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="background-color: white; color: #222222; font-family: Verdana, sans-serif;">L’incertezza dipende se
nell’8.1 si risalga da Carcheri oppure dalla vecchia pisana per quella che ho
solo recentemente scoperto essere nota come la salita del “Grillaio”, nel qual
caso si allungherà di un paio di chilometri.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background-color: white; background-position: initial initial; background-repeat: initial initial; color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Come percorrenza, preferisco
partire da Inno e fare prima il giro in Roveta per poi, ripassando da Inno,
proseguire fino a Sant’ilario, piuttosto che partire e tornare a Sant’Ilario
(che potrebbe essere logisticamente più comodo) in modo da attaccare la salita
di Roveta senza aver prima speso energie su via di Valle. Va però detto che
partendo da Inno si è costretti a aggiungere un paio tratti per collegarsi al
percorso somma di 8 e 8.1 portando il chilometraggio a 26-28km (e un dislivello
sui 600m). <o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background-color: white; background-position: initial initial; background-repeat: initial initial; color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Gianlunca ha provato il
giro "breve" (che però partendo da Inno era da 26km) e mi è parso di capire che abbia apprezzato, anche se pare che durante
i chilometri finali, con le salite di via di Valle e poi di Mazzetta, gli siano
sgorgati genuini e spontanei improperi
in direzione del sottoscritto (opportunamente assente). Con affetto s’intende.
Spero.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background-color: white; background-position: initial initial; background-repeat: initial initial; color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Il secondo è un vero
lunghissimo:<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background-color: white; background-position: initial initial; background-repeat: initial initial; color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><b>Lastra a
Signa-Roveta-Ginestra-Inno-Ginestra-Malmantile<o:p></o:p></b></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background-color: white; background-position: initial initial; background-repeat: initial initial; color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background-color: white; background-position: initial initial; background-repeat: initial initial; color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Asfalto / saliscendi (825m
dislivello) / 35km (giro)<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background-color: white; background-position: initial initial; background-repeat: initial initial; color: #222222;"><o:p><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span></o:p></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://2.bp.blogspot.com/-nMJrHWp2kAM/U2_MV2QEKHI/AAAAAAAABOo/l8gVcBRiuMk/s1600/8.2.2+35km.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://2.bp.blogspot.com/-nMJrHWp2kAM/U2_MV2QEKHI/AAAAAAAABOo/l8gVcBRiuMk/s1600/8.2.2+35km.JPG" height="502" width="640" /></a></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background-color: white; background-position: initial initial; background-repeat: initial initial; color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Ovviamente si sfrutta il
lavoro appena fatto e si costruisce sul giro summenzionato. </span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="background-color: white; color: #222222; font-family: Verdana, sans-serif;">Il concetto è che, una
volta risaliti dalla Ginestra per Carcheri fino a Inno, si ridescenda per la
salita del Grillaio fino a Ginestra (usando in discesa la variante del percorso
8.1).</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background-color: white; background-position: initial initial; background-repeat: initial initial; color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">A quel punto, arrivati
alla gelateria Genius si gira a destra uscendo dalla Ginestra, si passa sotto
la Fi-Pi-Li e dopo cinquecento metri lungo la provinciale verso Montelupo si
trova una strada alla nostra destra: è via di Bracciatica. La si prende salendo
rapidamente nel bosco. Lungo il crinale si nota sulla destra il
ristorante-pizzeria I Fagiolari: piacevole soprattutto nelle seratae estive per
le grandi terrazze all’aperto (non è pubblicità: io ci vado almeno una volta a
stagione e mi ci sono sempre trovato bene). <o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background-color: white; background-position: initial initial; background-repeat: initial initial; color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Oramai tornati in quota,
si raggiunge Malmantile e da lì le Quattro Strade, ricollegando al percorso
precedente, verso Inno o verso Sant’Ilario a seconda di dove siamo
partiti, tramite Marliano: ormai le strade sono quelle...<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background-color: white; background-position: initial initial; background-repeat: initial initial; color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Alla fine Gianluca
conoscerà tutti i crinali e le valli tra Ginestra e la Lastra...<span style="font-size: x-small;"><o:p></o:p></span></span></span></div>
Maratoneta Stancohttp://www.blogger.com/profile/00456279594952966132noreply@blogger.com0