Perché

A me piace leggere, scrivere e correre. Ultimamente riesco a scrivere solo racconti o considerazioni legate alla corsa. E cerco di scovare racconti o romanzi legati in qualche modo alla corsa. E, appena posso, corro. Speriamo non sia grave.

mercoledì 26 settembre 2012

Il bello del lunghissimo: le 2P (Torniamo a parlare di alimentazione)

Un pensiero che mi ha rallegrato (sorridevo davvero pensandoci!, certo – starete pensando – deve essere qualcosa di veramente ilare) prima dei 34km di domenica scorsa è stato che la sera prima avrei potuto mangiare quanto volevo, senza preoccupazioni di ingrassare e senza sensi di colpa (tutto qui? Oh, si vede che io mi contento con poco).

Quindi, oggi si parla di allenamento e alimentazione.

Innanzitutto, per non sbagliare, sabato a pranzo non ho comunque digiunato ma anzi ho mangiato con gusto (pasta e carne, abbondante).
Poi sabato sera sono andato fuori a cena con Elena e una coppia di amici e ho ordinato (e poi mi sono sbafato con gioia immemore) pasta & pizza, cosa che oramai da anni non mi azzardo più a fare, sai com’è... il metabolismo non è più quello di una volta, eccetera eccetera.
A dire la verità finora me lo ero riservato solo prima di una maratona, però mi sono detto: domani mi faccio 35km, non saranno una maratona ma per me, adesso, rappresentano un grosso sforzo, chi me la dà tutta quell'energia? la colazione mezz'ora prima? (sì perché prima di un allenamento al mattino piuttosto presto mi rifiuto di svegliarmi molto prima per fare un’abbondante colazione).
L’alternativa poteva essere quella di stressare volontariamente l'organismo per consumare tutte le riserve di glicogeno e poi attaccare grassi e proteine, però mi sono chiesto: a che pro? tanto poi in gara mi troverò in una situazione più simile a questa, in cui ho mangiato abbondantemente la sera prima e i giorni prima in generale, piuttosto che aver mangiato normalmente.
Quindi ci ho dato dentro con soddisfazione: spaghetti alle vongole e pizza con porcini e crudo (un po' di proteine non fanno mai male), non mi sono fatto mancare neppure il dolce, ça va sans dir. Non voglio certo convincervi che la scelta “mare e monti” sia azzeccata, è stata casuale. Ma soddisfacente.
Fortunatamente (dipende dai punti vista) il servizio è stato lentissimo, di modo che ho avuto modo di digerire con calma i vari piatti: quando sono andato a letto non avevo tutto sullo stomaco e ho dormito soddisfacentemente.
La mattina dopo colazione normale: mezzo litro di mix (succo d'arancia e acqua con Pre-Gara della Ethicsport), caffè lungo e 5 biscotti grancereali con un po' di nutella (questo è l'ingrediente segreto, da non divulgare. Scherzi a parte, ho la convinzione che si digerisca più lentamente della marmellata e quindi dà un effetto meno immediato... ma non è avvalorato da alcuno studio scientifico).
Durante l’allenamento invece degli usuali gel della Enervit ho sperimentato le gelatine Pregara della Enervit (che, a differenza dei gel, mi piacciono pure) come suggerito da Fulvio (quantità: due, una dopo dodici chilometri e un’altra dopo ventiquattro)
Risultato del lunghissimo: positivo, non ho accusato cali di zuccheri, né crampi.
Di alimentazione prima di una maratona ne avevo parlato già in passato (Alimentazione... non ci si azzecca mai!): niente “scarico e carico” ma, secondo l'insegnamento di Fulvio Massini, nell’ultima settimana mangiare come al solito o poco di più, riducendo semplicemente l’allenamento, per poi aumentare la sera prima (senza esagerare: bisogna dormire bene).
Magari prossimamente riparleremo di colazione per la maratona, visto che dovrò "ripassare" in vista di Venezia.

sabato 22 settembre 2012

Quello che le mogli (dei runners) non sanno (ssshh!!! per favore!)

Ero uscito per comprare un regalo e dei pantaloncini da corsa, “Lo sai, quelli Nike ormai sono tutti slargati e usurati”, e la giustificazione teneva.
I pantaloncini li ho comprati, pure il regalo en passant, ma con una certa ambiguità ammetto che non sono sono stato proprio chiaro, di pantaloncini in realtà ne ho comprati due. Quello principale, e autorizzato, doveva essere un costosissimo paio di shorts X-Bionic. Me li voleva regalare addirittura lei qualche mese fa, io feci nobile resistenza (in realtà mi vergognavo: mi aveva regalato già una maglietta!). Dopo averli provati e depositati alla cassa, girellando per il Campione di Prato mi sono imbattuto nei famosi shorts della Salomon. 
Famosi per me, ovviamente, era dalla primaversa scorsa che ci giravo intorno, li avevo trovati a Parigi dall’Au Vieux Campeur (se non ci siete stati e capitate a Parigi andateci: in pratica è un negozio che si è riprodotto per partenogenesi commerciale, divenendo un numero imprecisato di negozi, ognuno specializzato in qualcosa legato a running/trekking: scarpe, intimo, montagna, alimentazione (uno addirittura per le mappe e le guide di viaggio!), sparsi in tre o quattro isolati nel Quinto, poco sotto la Sorbona, vicino a Boulevard Saint Michel), ma mancava la mia taglia. Poi quest’estate li avevo trovati in montagna, però il negozio era chiuso quando ci siamo passati. Insomma il Destino: ecco che mi si materializzano davanti agli occhi e già sono nel camerino a provarli (neanche bisogno di controllare: erano proprio della mia taglia).
L’idea motrice della mia spedizione era quella di trovare un pantaloncino “compress” che facesse lo stesso lavoro degli orribili gambaletti (purtroppo però sono efficaci) ma, anziché al polpaccio, sulla coscia. A dire la verità gli X-Bionic erano comodi e sicuramente traspiranti ma quanto a compressione i Salomon sono imbattibili, in pratica una sorta di griglia metallica a maglia esagonale ti imprigiona le cosce! Ça va sans dir: ho preso quelli e scartato gli X-Bionic.
Lo so, lo so che sono per chi fa trail e che nessuno li utilizza per la maratona: io li provo per il prossimo lunghissimo e poi se ne riparla. Male che vada ho buttato via un po’ (un bel po’) di soldi.
Quindi sono tornato a casa, li ho indossati e subito mostrati a Elena: “Sono orribili, - ha detto letteralmente, - i più brutti pantaloncini che abbia mai visto”. Ma ammetto che non mi ha smontato per niente, sono soddisfatto anche del colore bianco e grigio (la griglia metallica), possibile avere sempre pantaloncini neri o blu? Un po’ di stravaganza, suvvia.
Quello che Elena non sa, e che se non legge questo post (e se nessuno fa la spia), non saprà per qualche tempo, è che... ho completato l’arcobaleno fluo! Non l'ho fatto apposta, non volevo, è stata la perfida Margrith (sì, stamani ho fatto il tour dei migliori negozi per il running: Isolotto dello Sport e poi Il Campione!): mi ha incrociato che ero quasi alla porta, stavo per uscire, mi ha chiesto se cercavo qualcosa. Lo sventurato rispose. Poco dopo discutendo di pronazione ero lì che mi provavo vari paia di scarpe. Quelle migliori secondo lei era queste. Arancioni...
PS: avevo l'obbligo morale di completare l'arcobaleno fluo!
PS2: quei pantaloncini Nike slargati e usurati sarebbero adattissimi per il kit di emergenza di cui parlavo ieri...

venerdì 21 settembre 2012

Rompere il vetro in caso di emergenza (solidarietà tra runners)


Giovedì scorso in pausa pranzo ci stavamo cambiando per la nostra usuale corsetta quando Filippo scopre che ha dimenticato i pantaloncini e la maglietta.
Sento che anche io ho scordato qualcosa: le ciabatte.
Mentre lui ci saluta triste, oramai rassegnato a saltare la corsa.
Scatta il mio pragmatismo cinico (mors tua, vita mea): “allora prestami le ciabatte! Te le rendo la prossima volta”.
Lui non ci pensa neanche su e mi passa le sue infradito.
Giovanni si illumina: “Io ho una maglietta bianca di ricambio.”
“Eh ma mica posso venire in mutande!”
“Ma tu Dritan, - continua Giovanni - non hai un paio di pantaloncini di riserva nell’armadietto?”
Dopo qualche minuto Filippo era pronto, certo non sfoggiava abbigliamento tecnico, però siamo partiti tutti insieme.
“Se vuoi, - ho concesso magnanimo - dopo ti presto le ciabatte...”

La morale non c’è bisogno che ve la dica. Oltretutto l’allenamento è andato molto bene. Forse a dimostrare che tutto è bene ciò che finisce bene.

Idea per il futuro (da brevettare) quadretto con vetro di sicurezza da poter rompere in caso di emergenza. All’interno un set completo per la corsa (scarpe escluse, ovviamente). Scherzi a parte, basterebbe raccogliere indumenti provenienti da pacchi-gara deludenti e lasciarli nascosti nello spogliatoio. Da usare in caso di emergenza!

lunedì 17 settembre 2012

2.3 Ferrucci – Piazzale – Porta Romana – Piazza Pitti - Ponte Vecchio


Asfalto / Saliscendi / 8km (giro)

È un giro, se si vuole, banale, ovvio – chi, a Firenze, non va a correre a Piazzale Michelangelo? – e in quanto tale l’ho involontariamente trascurato. Di recente, stavo cercando un modo di allungare un “lungo” e mi sono accorto di questa inconsapevole dimenticanza a cui pongo testè rimedio.


Il percorso è semplice: partendo da Piazza Ferrucci si ascende al Piazzale per la via principale, Viale dei Colli, si prosegue scendendo fino a porta Romana. Da lì si rientra nelle mura in via Romana, si attraversa Piazza Pitti, si lascia alla nostra sinistra Ponte Vecchio proseguendo per via dei Bardi e poi per il lungarno Torrigiani, fino a tornare a Piazza Ferrucci. Tutto qui.

Però nonostante la sua ovvietà, è un un bel giro, sempre ombreggiato, panoramico, che permette, allo stesso tempo, di svolgere un buon allenamento, tenendo un buon passo in salita e di facendo girare le gambe in discesa.
E poi può essere a sua volta combinato con altri percorsi descritti a creare un tragitto più lungo: per esempio insieme a un “giro dei ponti” (20km) si può creare un percorso da 28km con saliscendi (non eccessivo). Ovviamente senza troppo sforzo immaginifico si può arrivare a 30km (o tagliando a un diverso ponte ridurre il percorso a 25km) rimanendo praticamente sempre in città e facendo un solo giro (anche se è in realtà un “otto” dato che il tratto tra ponte Vecchio e Ponte Vespucci viene forzatamente ripetuto – anche se volendo, usando entrambe le sponde dell’Arno, si può evitare di percorrere lo stesso tratto di strada nella medesima direzione).

venerdì 14 settembre 2012

2.2.1 Tour delle salite al piazzale


Asfalto / Saliscendi / 11km (giro)

In soli 11km si può svolgere un buon allenamento a base di salite e discese, utilizzando come mattoni i percorsi descritti nel post dedicato alle salite al Piazzale. Ovviamente le combinazioni sono molteplici, si può salire per le pendenze maggiori e scendere per quelle minori.


Mia proposta, senza alcuna pretesadi essere la migliore, è cominciare con una salita tranquilla partendo da Piazza Ferrucci per Viale dei Colli per poi tornare al via rapidamente, girando a destra prima del campeggio, per via di San Miniato al Monte.

Alla fine della ripida discesa giriamo a sinistra spostandoci in orizzontale fino alla torre San Niccolò da dove possiamo risalire al Piazzale tramite le rampe, con difficoltà crescente. Dal Piazzale si rifiata proseguendo per viale Galileo e scendendo a porta Romana dove si rientra in centro e, percorrendo tutta via Romana, si arriva a Piazza Pitti. Proseguiamo per via Guicciardini e, lasciando Ponte Vecchio alla nostra sinistra, prendiamo  via dei Bardi. Si segue la strada (che diviene Via San Niccolò) fino al cuore pulsante di trattorie e locali (uno su tutti: il Rifrullo).

Qui si prende a destra e si esce dalla porta affrontando la terza e ultima ascesa al piazzale per la pendenza maggiore (se si esclude via di San Miniato al Monte che abbiamo usato all’inizio come discesa) in via San Miniato e poi via del Monte alle Croci. Per concludere il giro, dal piazzale si può tornare in piazza Ferrucci riposandoci per viale dei Colli (viale Michelangelo).

Detto ciò, adesso sta a voi giocare con queste salite/discese e comporre il vostro allenamento.

domenica 9 settembre 2012

Dove correre a Firenze (Stato dell’arte)

[Post scritto a settembre 2012 ma aggiornato periodicamente per quanto riguarda l'elenco dei percorsi: ultimo aggiornamento Giugno 2014]

Oramai è più di un anno che questo blog è attivo e di percorsi in Firenze e dintorni ne abbiamo visti vari (a partire dai luoghi deputati alla corsa come le Cascine o l’Albereta).
I percorsi li ho descritti come mi venivano e come li correvo, spesso grazie a amici o colleghi con cui vagavo in lungo e in largo. Alternandoli pure a pensieri vari ed eventuali.

Però...

...di tanto in tanto mi piace “sedermi” un attimo e guardare il cammino fatto: mi diverte osservare la cartina con tutti i tragitti evidenziati (nella figura ho anche aggiunto il numero che nell'indice ho utilizzato per nominare le varie “zone”, in modo assai arbitrario, lo ammetto). Mi dà un senso del lavoro fatto, non tanto come scrivano quanto come runner.
È come se, tramite la corsa, “possedessi” sempre un pezzo in più della mia città. Sì perché, correndo, non solo si conosce ogni metro di asfalto, ogni pietra o sanpietrino ma, guardandosi intorno, si trattengono, come cristallizzate dalla fatica, le immagini che ci sono passate davanti agli occhi, che poi si possono passare in rassegna nel nostro ricordo e a quel punto anche dettagli non notati saltano all’occhio della memoria. Talvolta la fatica, un pensiero, una conversazione avuti durante la corsa restano ancorati a un’immagine e mi permettono di recuperarla o, viceversa, un’immagine mi richiama alla mente un pensiero o un discorso fatto.
Ma bando alle ciance: ho ancora tanti chilometri da percorrere (e da raccontare) prima di dormire...




Il  modo migliore per consultare i vari post è senza dubbio tramite la colonna a sinistra dove è riportato una sorta di indice con i vari link che comunque riporto qui di seguito: