L'abbiamo pensato tutti.
È bello, anzi è bellissimo, elegante, rifinito nei dettagli. Il quadrato
rosso con il numero 30, a fianco dello stemma Firenze Marathon, vale una decorazione
al valore militare. A me ha fatto venire in mente un ricordo di bambino, quando
la Fila faceva una serie di abbigliamento da tennis dedicato a Bjorn Borg e,
accanto al quadrato con la F di Fila, ci stava un altro quadrato con le lettere
"Bj" che a pensarci bene non sono neppure le iniziali ma evocavano
immediatamente il grande Bjorn. Ovviamente ero fiero di quel duplice marchio.
Ecco forse perché apprezzo ancor di più questo "30".
È comodo, ha due belle tasche, i colori, azzurro e bianco, sono in linea
con i precedenti capi, anche se fa a meno del rosso (mi accorgo che sto
trascurando la maglietta del 2012, nera e “kiwi”, chiaramente una caduta di
stile ma l’hanno appena fatta dimenticare, e io l’ho dimenticata).
È pesante e non è impermeabile.
A che serve?, ci siamo chiesti tutti, quando lo metto?
Se fa freddo metto una maglia tecnica UnderArmour che da sola basta fino
agli zero gradi, senza vento.
Se tira vento o pioviscola ci abbino un gilet impermeabile, ne ho di varie
tinte: giallo, arancione, azzurro.
Se proprio proprio fa freddo, tira vento e pure piove, ho uno giacchino Kalenji
che pare una muta da sub e tiene fino a zero gradi con vento.
E quando lo metto questo gilet che è pesante ma senza maniche?
Per cominciare, non la domenica dopo la maratona, anche se ne ho visti vari
a giro che lo mostravano come si sventola uno stendardo dopo una vittoria, ma
quella dopo ancora, ho messo una maglia a manica lunga ma molto leggera, in
modo da avere le braccia coperte ma addosso ci pensava il gilet.
Il giovedì dopo che faceva abbastanza freddo, ho messo una maglia a manica
lunga di una sfumatura inferiore al necessario e ci ho nuovamente abbinato il
gilet.
Insomma dalla maratona l'ho indossato almeno (ma in media anche di più) una
volta a settimana. Della serie “mai più senza!”.
Domenica scorsa, che onestamente non faceva freddo, ma mi facevano comodo
le tasche... e allora l'ho capito che una giustificazione la devo sempre
trovare per indossarlo: è la mia coperta di Linus, mi fa sentire al sicuro, io che
starei a calcolare lo strato ottimale in base alle condizioni meteorologiche
ecco che sopporto pure un po' di caldo pur di trovare una combinazione che lo
includa, il gilet della maratona.
La morale (applicabile, per quanto mi riguarda, non solo alla corsa): gli
indumenti che razionalmente non rispondono a una necessità specifica diventano spesso
i più indossati.
Che sia il “razionalmente” a reggere l’affermazione?
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