Perché

A me piace leggere, scrivere e correre. Ultimamente riesco a scrivere solo racconti o considerazioni legate alla corsa. E cerco di scovare racconti o romanzi legati in qualche modo alla corsa. E, appena posso, corro. Speriamo non sia grave.

sabato 26 novembre 2011

Maratona di Firenze 2011 - Tempo di vigilia - 2

Il PPM

Sono sicuro che ognuno di noi vorrebbe averne uno. È il Personal Pace Maker.
Quello con i palloncini direte voi.
Ma voi vi fidereste di uno con i palloncini?
E poi che mi interessa avere uno che alla partenza mi dice a quanto devo andare? Riesce a tutti andare a un passo finché si è lucidi, basta un garmin o simili. Certo, a patto di guardarlo e di avere l’accortezza di rallentare, soprattutto all’inizio.

Quello che invece fa la differenza è un sostegno individuale, proprio per me, ma quando ne ho bisogno io, ossia dal trentesimo chilomentro in poi.

Io l'ho fatto, senza che nessuno me lo chiedesse, anche se l'ho dovuto fare in bicicletta perché allora non ero in grado di accompagnare un collega per dieci chilomnetri all'andatura che lui teneva nei suoi ultimi dieci... lui era abbattuto dal freddo e dalla pioggia, e io mi sono vergognato pure.
Ma lui il giorno dopo mi ha ringraziato tanto per quel gesto, per me minimo e che pensavo minimo anche per lui, visto che lo avevo solo accompagnato e per giunta in bicicletta, e invece lui mi ha sempre detto che il solo fatto di avergli fatto compagnia, di averlo incoraggiato, di averlo distratto, gli aveva permesso di andare avanti e di superare un momento veramente duro nel quale aveva seriamente pensato di ritirarsi.

L'anno dopo l'ho provato in prima persona, e quando al piazzale delle cascine vidi Leonardo che si toglieva un giaccone e superava le barriere per affiancarmi, ricordo che tirai un sospiro di sollievo... e quanto mi aiutò per tutti gli ultimi terribili chilometri.
Anno scorso stesso copione, Emanuele mi aspettava nei dintorni del ventiseiesimo chilometro e mi ha accompagnato fino alla fine.

Quest'anno ero abituato all'idea di correre da solo, ma quando ieri Leonardo mi ha chiamato e ha buttato lì, se mi interessasse un accompagnatore, ammetto che sono rimasto sorpreso, avevo pensato alla crisi del trentesimo e alla strategia suicida, ma non avevo pensato di poter usufruire di un tale aiuto.
Ma quando ho solo per un istante realizzato questa possibilità l’ho ringraziato immediatamente e ho accettato l'offerta.
Forse è da vigliacchi, prima o poi una maratona tutta da solo la dovrò fare.
La prossima, magari.

Io, ancora oggi, sono fiero di aver aiutato Andrea, sia pure nel mio piccolo. E non mi vergogno di aver ricevuto aiuto da altri colleghi e amici, anzi lo accetto quanto più sono convinto che se mi si ripresentasse l'occasione mi presterei a aiutare un altro collega o amico.
Non è necessario sdebitarsi reciprocamente, ci si può sdebitare in modo transitivo, con il prossimo-tuo-runner, e sentirsi in pace con se stesso e con il mondo che corre.
Pertanto il mio invito a chiunque di voi NON partecipi alla maratona, perché magari non si sente in grado di correre più di 10 o 15 km, non si lasci scappare l'occasione per una buona azione, si guardi intorno e se ha un amico o un collega che la corre, si offra di essere il suo PPM per gli ultimi chilometri.
E se quello si schernisce, insista: magari quello lo fa per pudore, dica che comunque una sgambatina domenica la farebbe comunque...
Non se se pentirà

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