Lungarno, pressi
del ponte da Verrazzano, sabato mattina.
Un uomo sulla
cinquantina fuori dall’auto, sta parlando dal finestrino con qualcuno dentro.
Mi vede avvicinare. Dubita poi si decide:
“Scusi”
“Sì?”
“Per
prendere...”
“Mi dica”
Temporeggia
ulteriormente, io sono già oltre, mi guarda stupito.
“Scusi ma non
mi posso fermare...”
Mi sento uno
stronzo, per me è un dovere dare indicazioni stradale ai forestieri e mi fregio
di essere molto accurato, compatibilmente alle mie conoscenze e alla
situazione. Quante volte ho semplicemente risposto: è troppo complicato a
spiegarsi, mi segua si fa prima!... e poi ho l’ho guidato, anche in scooter o
in auto, fino a un punto in cui fosse sufficientemente sicuro abbandonare il
turista a se stesso e all’amletica segnaletica.
Ma mentre corro,
no, non me lo doveva fare. C’è un limite a tutto!
Accanto alla
deontologia del “locale” che deve aiutare il “foresto”, c’è anche quello dello “statico”
che non deve interferire con il “dinamico”, insomma quello che corre anche se
non sta inseguendo l’autobus non ci si può arrogare il diritto di fermarlo così senza un’emergenza vera. Si aspetta il prossimo passante. Che passi
senza correre!
PS: per
combinazione un secondo dopo ho incrociato altre due runners che venivano nel
senso opposto. Si sarebbero trovate a tiro del turista di lì a poco: chissà se
lui avrà avuto il coraggio di interpellarle. E soprattutto chissà se loro si
saranno fermate...
ma se era una bella è prosperosa donna cosa facevi? ^__^
RispondiElimina