Perché

A me piace leggere, scrivere e correre. Ultimamente riesco a scrivere solo racconti o considerazioni legate alla corsa. E cerco di scovare racconti o romanzi legati in qualche modo alla corsa. E, appena posso, corro. Speriamo non sia grave.

venerdì 30 settembre 2011

La Maratona di Firenze 2010 - 2

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Prologo: Questa maratona non s’ha da fare...

Prima però di affrontare il “giorno prima”, devo tornare indietro di qualche giorno ancora. È il ventidue novembre, siamo a “meno sei” dalla gara, neanche una settimana, mentre ormai sono passati tre mesi e mezzo, quindici settimane, quarantacinque allenamenti, circa cinquantasette ore e cinquecentoottanta chilometri di corsa.
E la dieta, già, non solo l’allenamento ma una sorta di ascesi, di esercizio spirituale che porto avanti dal ventinove settembre, quindi da quasi due mesi, da sette settimane, cinquantaquattro giorni di dieta teutonica, con solo due cedimenti, ma controllati, quasi voluti, due bicchieri di vino rosso durante due cene fuori casa, che mi hanno portato da ottantotto chili e quattro a ottantuno e due toccati due giorni fa.
E alla fine di questa sedicesima settimana, dopo altri due leggeri allenamenti, quasi mi dispiace dover correre così poco, quasi che diminuendo l’allenamento potrei perdere forma e prontezza, ecco che domenica mattina ventotto novembre io NON correrò la maratona.
E il mio pettorale, e il tempo che avrei dovuto fare, tutta la fatica che avrei dovuto sopportare, - perché poi?, mi chiede sempre Elena, a che scopo?, - ecco tutta quella fatica mi sarà risparmiata, e io mi sentirò in colpa, invidierò coloro che invece l’avranno fatta, quella epica fatica, e saranno arrivati al traguardo, estenuati, sfiniti, consumati ma felici. Io no, non potrò fregiarmi di tanto onore, non potrò raccontare che dopo sedici settimane di allenamento non eccessivo ma costante, senza aver saltato una sola seduta, e aver perso circa sette chili in due mesi, io che non avevo fatto mai una dieta in vita mia, che anzi non mi ero mai privato di un eccesso, non potrò coronare il tutto con l’impresa, l’eroico atto che distanzia dal comune mortale, anche corrente, anzi ancora di più se il comune mortale sa cosa voglia dire correre mezz’ora o quaranta minuti o financo un’ora, perché allora sa che non può neppure immaginare cosa voglia dire correre ininterrottamente per quarantadue chilometri, non per una, né due ore, ma per tre o quattro ore di fila, con il sole o con la pioggia, lui lo sa che gli sarebbe impossibile e allora ti guarderà come un semidio.
E invece no, per una congiuntura astrale e familiare, io la maratona non la correrò domenica prossima. D’altra parte ci saranno tante altre maratone che potrò correre, mi sono detto, eroico. Sì, però che cazzo me ne faccio ora della forma strepitosa e delle sedici settimane di allenamento e dei sette chili persi, se poi è tutto da rifare?

Per mia fortuna qualche giorno dopo, per un diverso allineamento astrale, il sacrificio mi è stato risparmiato e io ho potuto riattivare il conto alla rovescia: meno tre...

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