Il giorno prima
Non posso rischiare di scordarmi qualcosa, e allora già il giorno prima ho preso degli appunti su cosa indossare, a che ora svegliarmi, cosa portarmi dietro da consumare prima della partenza, cosa mi servirà dopo l’arrivo. Poi ho rimesso tutto in bella al PC:
Logistica
6.40 sveglia
6.50 colazione (4 fette di pane+marmellata, caffè, succo arancia)
7.15 vestizione
7.30 uscire da casa
8.00 appuntamento alla torre della zecca
8.15 ultima navetta??
8.30 Barretta Tecnica Red ethicsport
8.45 chiusura gabbie – bevanda PRE-GARA
9.00 fruttino ethicsport
9.15 partenza
Vestizione
- Mutande tecniche kalenji
- Pantaloncini blu nike
- Maglia senza maniche blu UA oppure a manica lunga grigia UA
- Gilet antivento azzurro
- Calzini arancioni
- Gambaletti booster
- Polsini
- Cappellino
- Cardio
- Garmin
- Porta mp3 da braccio (per enervit addizionali)?
- Tuta da buttare
- Scarpe nike structure triax
- 4 minipack Enervit
- 5€
- cellulare
- Impermeabile di nylon dell’organizzazione
Da portare x prima della gara
- barretta tecnica red
- fruttino
- bottiglietta con pre-gara
Nella borsa per dopo:
- calzini
- tuta asciutta
- asciugamano
- bottiglia R2
Tempi e luoghi
Obbiettivo: 4h.00.00
Passo: 5.41
Partenza: 9.20
Via Paisiello: 10.00
Mezza: 11.17(5.41) -11.26 (6.00)
Stadio (29km) 12.11-12.20
La sera prima ho deciso definitivamente la tenuta. Se non ci fossero le prove fotografiche, si potrebbe facilmente minimizzare, dovevo semplicemente scegliere come vestirmi in gara, alla fin fine un paio di pantaloncini e una maglia, e invece da settimane ipotizzavo combinazioni e mi lambiccavo su cosa mi sarebbe potuto servire e che non avrei dovuto dimenticare.
A seconda della temperatura e delle condizioni atmosferica. Coltivando la speranza che non sarebbe piovuto, ma tenendomi sempre pronto al caso peggiore: pioggia e freddo. Avrei preso la decisione finale la sera prima della gara, quando le previsioni sarebbero state quasi sicure anche se ho già più volte sperimentato che fino a poche ore prima non avrei avuto alcuna sicurezza. Ma almeno una ragionevole e ponderata certezza.
Giorno dopo giorno, anche guardando su vari siti meteorologici diversi, si confermava senza alternative che sarebbe piovuto e che la temperatura sarebbe stata piuttosto bassa, sui cinque gradi. Ultimo dubbio, e anche l’ultima speranza, era che cominciasse a piovere più tardi, il più tardi possibile, quando ormai sarei stato in moto e, soprattutto, “in temperatura”.
La mattina quando ho preso il pacco-gara mi ero comprato l’ultima – in ordine cronologico – maglia invernale dell’UnderArmour, grigia con le rifiniture arancioni. A ottobre dall’”austriaca”, che poi mi pare di aver capito che sia svizzera, insomma all’Isolotto dello sport, gestito appunto da Margit una simpatica signora nordica, anno scorso la ricordo a incitarci in via Pisana, avevo comprato i ridicoli “gambaletti” contro i crampi, grigi con il bordo in alto e in basso arancione, e non avevo resistito e avevo comprato anche un paio di pantaloncini corti neri e una maglia di un arancione sparato, quasi fosforescente, tipo quello degli operai che riparano le strade. Poi di maglie invernali ne avevo altre, un paio underArmour, una viola e una rossa e bianca, oltre a quella blu con le maniche corte che avevo usato la scorsa maratona quando la temperatura era più mite e soprattutto non era piovuto.
Assumendo che sarebbe stato freddo non avrei considerato maglie più leggere. Poi se non fosse piovuto avrei potuto ancora considerare la maglia a maniche corte, ma restava un’alternativa, viste le previsioni per adesso la soluzione base avrebbe previsto una maglia a maniche lunghe.
A quel punto diventava una pura scelta estetica, di combinazione cromatica. E allora, senza dire niente e senza farmi notare da Elena, ho raccolto in camera tutti i possibili indumenti: calzini, gambaletti, pantaloncini, maglie, gilet antivento (ne ho due uno azzurro che faceva parte del pacco-gara della mezzamaratona dell’anno scorso e uno giallo che ho comprato qualche giorno fa “per sicurezza”). Poi ho cominciato a disporre sul letto le varie combinazioni lasciando come punto fermo i gambaletti che non avevano alternativa cromatica (ci mancherebbe altro, visto che costano quasi cinquanta euro e li uso solo per i lunghissimi) e i pantaloncini nike blu scuro che andavano bene con tutto, inclusa la maglia blu a maniche corte. Poi per ogni maglia abbinavo i calzini opportuni e provavo i due diversi gilet antivento. E fotografavo la combinazione aggiungendo un orsacchiotto la cui testa spunta dalla maglia con sopra l’ultimo pezzo: il cappellino Nike blu che avrei messo sicuramente per la pioggia.
Se non ci fossero queste sette o otto fotografie uno potrebbe non credere che ci ho perso così tanto tempo. Sì perché poi, a costo di sembrare idiota, ma tanto mi conosce da più di dieci anni per cui ho ben poco da nascondere, ho chiesto una consulenza anche a Elena per scegliere l’abbinamento giusto. Alla fine ho deciso: maglia UA grigia con i bordi arancioni che riprende i gambaletti anch’essi grigi con i bordi arancioni e i calzini arancioni Kalenji. Il gilet azzurro si abbina bene con i pantaloncini e il cappellino entrambi blu scuro.
Ho messo via tutto quello che ho scartato e ho predisposto tutto il materiale per la vestizioni sulla sedia in salotto in ordine inverso di modo che sopra a tutto stesse la prima cosa da indossare ossia le mutande.
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