Perché

A me piace leggere, scrivere e correre. Ultimamente riesco a scrivere solo racconti o considerazioni legate alla corsa. E cerco di scovare racconti o romanzi legati in qualche modo alla corsa. E, appena posso, corro. Speriamo non sia grave.

domenica 25 agosto 2013

Trek & Run (pre-preparazione iperattiva con appendice religiosa)

(Questo post è stato pensato e scritto a inizio agosto ma, per pigrizia e attività varie, l'ho rivisto e pubblicato solo adesso)

Ho dedicato il mese di luglio alla purificazione dalla corsa. Non che mi sia astenuto completamente ma mi sono limitato a uscite nel fine settimana mentre durante la settimana, con la scusa – vera – del caldo, ho deviato le mie attività sul nuoto (giugno e luglio in pausa pranzo: piscina scoperta da cinquanta metri... what else?...).
Arrivare pertanto d’agosto in montagna con temperature che permettono attività diurne è stata una festa: mediamente cinque ore di escursioni durante il giorno e, a giorni alterni, un dieci chilometri di corsa prima di cena sul fondo valle, tipicamente lungo la pista da sci di fondo (avevo architettato di aggiungere anche il nuoto ma l’unica piscina che ho trovato nei paraggi era completamente infestata dai bambini...).
Questo il mio ritiro estivo prima dell’inizio della preparazione per la maratona autunnale.

Insomma, - ho realizzato nel silenzio di un’ascesa mattutina – luglio è stato il mio Ramadan della corsa e adesso che sono in montagna posso festeggiare la mia Aid!

La similitudine non vuole in nessun modo essere irrispettosa nei confronti dei credenti di religione musulmana: avrei potuto fare il parallelo con la quaresima con la stessa leggerezza ma nel rispetto della credenza, in quel caso, cristiana. Solo che in questo periodo non siamo in vicinanza della Pasqua mentre ho vari amici che nel nostro mese di luglio stavano osservando le indicazioni per il Ramadan (che come molti sanno è un mese, come per noi potrebbe essere febbraio, solo che essendo i mesi del calendario arabo lunari non coincidono con quelli del calendario gregoriano e slittano ogni anno di vari giorni così che, con il passare degli anni,  accade che il mese di Ramadan caschi in stagioni diverse).
Una considerazione stupida: una cosa è pensare a dei dettami in astratto mentre tutt’altro è sapere che delle persone che conosco direttamente, degli amici, stavano in quei giorni di caldo estremo non solo senza mangiare ma anche senza bere dall’alba al tramonto, pur avendo un lavoro, dei figli, insomma una vita normale da condurre.
Mi sono sentito stupido per aver paragonato delle sciocchezze con delle cose serie (si parva licet componere magnis, si chiedeva retoricamente Virgilio) però ormai le avevo pensate e, come d’abitudine, mi è parso naturale condividerle.


Nota sulla foto: l’anno scorso avevo fotografato scarponi e scarpe diverse: nel frattempo gli scarponi, dopo dieci anni di silenzioso servizio, si sono aperti come la bocca di un coccodrillo (immaginatevi un 47 a cui si apra la suola) mentre le Salomon da trail avevano neanche duecento chilometri ma già quattro anni e mi avevano stufato. 

mercoledì 21 agosto 2013

Il killer delle maratone (recensione assolutamente negativa)

Premetto che mi piace leggere romanzi e racconti che abbiano a che fare con la corsa, pertanto alla segnalazione su RW di agosto di questo giallo non ho resistito e mi sono precipipato ad acquistarlo prima di partire per le vacanze. Va ad aggiungersi sullo scaffale della mia biblioteca dedicato alla Corsa e tanto mi basta.

In estrema sintesi: da non leggere.

Volevo limitarmi a un commento lapidario però non vorrei pensaste che fosse solo una questione di gusto personale e quindi vi aggiungo qualche notazione oggettiva:

Il protagonista: tormentato ex-campione di boxe, a cui è stato “rubato” l’oro a Seul, omosessuale, con compagno in questo frangente in coma a cui il sistema sanitario nazionale minaccia di “staccare la spina”, con un agente di fiducia di colore (ex cestista di successo), appassionato di musica (colleziona chitarre e appena può ne suona una), prima della fine riesce a salvare due orfani rom da una vita di disgrazie.

La trama: debolissima, si annuncia che è un caso seriale già alla prima occorrenza, i capi sono stupidi e politicanti opportunisti, si procede per coincidenze fortuite: non c’è incontro che non riveli un nesso (casuale) con il caso in questione (a dire la verità lo diceva già anche la quarta di copertina, ad averla letta).

Lo stile: linguaggio scialbo e stereotipato, hard-boiled di quart’ordine. E poi non se ne può di un protagonista che “canticchia” il pezzo giusto ad ogni occasione, anche qui l’autore se ne approfitta inserendo estratti di canzoni troppo frequentemente.

Concludendo, l’idea di partenza era simpatica però non è corretto che autore e editore si approfittino così della buona disposizione dei lettori/runners. Ripeto: ci sono ben altri libri intorno alla corsa che meritano di esser letti in quanto libri (ne ho menzionato qualcuno già in passate recensioni, ho elencati alcuni romanzi nella colonna a sinistra e ne parlerò ancora in modo più diffuso).

Paolo Foschi
Il killer delle Maratone
e/o
2013





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