Premetto che mi piace
leggere romanzi e racconti che abbiano a che fare con la corsa, pertanto alla
segnalazione su RW di agosto di questo giallo non ho resistito e mi sono
precipipato ad acquistarlo prima di partire per le vacanze. Va ad aggiungersi
sullo scaffale della mia biblioteca dedicato alla Corsa e tanto mi basta.
In estrema
sintesi: da non leggere.
Volevo
limitarmi a un commento lapidario però non vorrei pensaste che fosse solo una
questione di gusto personale e quindi vi aggiungo qualche notazione oggettiva:
Il
protagonista: tormentato ex-campione di boxe, a cui è stato “rubato” l’oro a
Seul, omosessuale, con compagno in questo frangente in coma a cui il sistema
sanitario nazionale minaccia di “staccare la spina”, con un agente di fiducia
di colore (ex cestista di successo), appassionato di musica (colleziona chitarre
e appena può ne suona una), prima della fine riesce a salvare due orfani rom da
una vita di disgrazie.
La trama:
debolissima, si annuncia che è un caso seriale già alla prima occorrenza, i
capi sono stupidi e politicanti opportunisti, si procede per coincidenze fortuite:
non c’è incontro che non riveli un nesso (casuale) con il caso in questione (a
dire la verità lo diceva già anche la quarta di copertina, ad averla letta).
Lo stile:
linguaggio scialbo e stereotipato, hard-boiled di quart’ordine. E poi non se ne
può di un protagonista che “canticchia” il pezzo giusto ad ogni occasione,
anche qui l’autore se ne approfitta inserendo estratti di canzoni troppo
frequentemente.
Concludendo,
l’idea di partenza era simpatica però non è corretto che autore e editore si
approfittino così della buona disposizione dei lettori/runners. Ripeto: ci sono
ben altri libri intorno alla corsa che meritano di esser letti in quanto libri (ne
ho menzionato qualcuno già in passate recensioni, ho elencati alcuni romanzi nella
colonna a sinistra e ne parlerò ancora in modo più diffuso).
Paolo Foschi
Il killer delle
Maratone
e/o
Nessun commento:
Posta un commento