Perché

A me piace leggere, scrivere e correre. Ultimamente riesco a scrivere solo racconti o considerazioni legate alla corsa. E cerco di scovare racconti o romanzi legati in qualche modo alla corsa. E, appena posso, corro. Speriamo non sia grave.

sabato 19 gennaio 2013

L’effetto scia: trascurabile ma non troppo


Giorni fa, al termine di un allenamento, espressi sommessamente la convinzione che, in determinate condizioni atmosferiche, correre nella scia di qualcuno può aiutare molto. L’argomento non riscosse molto successo. Poi Riccardo ha pensato di fare gradita inoltrandomi il link a un articolo che a suo parere conferma la mia tesi. In realtà si tratta dell’influenza del vento, addirittura con valori numerici legati alla velocità del vento (contrario o favorevole), deducendone l’impatto di correre dietro qualcun altro.
Sicuramente si tratta sempre della resistenza fluidodinamica causata dal nostro avanzare in un fluido, ma io non mi riferivo a un effetto di minor sforzo, anche se non dubito che in certi casi si abbiano effetti simili a quelli usufruibili dai ciclisti, anche se qui le velocità sono molto più limitate.
Era una giornata piuttosto fredda e soprattutto umida (ma senza vento, quindi niente a che fare con l’articolo segnalato). Mentre correvamo in gruppo ci siamo dovuti ricompattare per problemi di traffico: Giovanni e Riccardo rimasero in testa e mi accodai a uno di loro. Improvvisamente ho percepito una differenza considerevole: l’aria era nettamente meno fredda e la difficoltà di “penetrare” l’aria umida, e quindi più densa, era minore. Fatto sta che per una buona metà dell’allenamento me ne stetti tranquillo in seconda fila, per poi allungare con facilità nella parte finale. Certo, chi corre più forte se ne frega di tale vantaggio ma, tra runner ad armi pari, aver risparmiato una porzione di energia si fa sentire.

La morale: l’effetto scia nella corsa a piedi sarà trascurabile, però (a meno di non avere energie da buttare) se te ne stai dietro ti accorgi che non è vero. E ora capisco anche perché quel tizio nero vestito nell’oscurità non “riusciva” a sorpassarmi (Passi dietro di me nell'oscurità).

Nota per i nuotatori: non c’è bisogno di dire niente, vero? Nelle vacanze di natale con il mio compagno di corsia abbiamo fatto un allenamento lungo insieme ma dopo le prime vasche ci siamo accordati: avremmo guidato dieci vasche a testa, dato che chi stava dietro si riposava eccome!

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