Perché

A me piace leggere, scrivere e correre. Ultimamente riesco a scrivere solo racconti o considerazioni legate alla corsa. E cerco di scovare racconti o romanzi legati in qualche modo alla corsa. E, appena posso, corro. Speriamo non sia grave.

sabato 13 giugno 2015

Putain, s'il fait chaud! (Caz.o che caldo!)

"Putain, s'il fait chaud!" ha detto Michel mentre facevamo stretching. L’ho imbeccato, perché ultimamente sono pigro, me ne approfitto e tra noi parliamo quasi sempre in italiano. Lì per lì ho detto “caz.o che caldo!” E poi “tu diresti Putain!...” e lui ha soffiato fuori tutto insieme “Putain, s'il fait chaud!”
Sarà stato quasi l’una e mezza di una calda giornata di giugno. 

Eravamo arrivati negli spogliatoi dubbiosi e già sudati: 
“Facciamo pochi chilometri” ho buttato lì. 
E poi ho rincarato: “Restiamo nel parco cercando di correre solo all’ombra”. 
“Sì sì”, ha annuito convinto lui. 
Poi negli spogliatoi sono arrivati gli altri, quelli dello stormo, e loro non restano ‘al chiuso’ nel parco neppure se nevica o le lucertole evitano il sole. 
Io guardo Michel e gli sussurro, meno convinto: “Noi stiamo dentro, vero?”. 
Lui annuisce anche se con gli occhi più grandi. 
“Voi dove andate”, faccio casuale. 
“Andiamo al laghetto”, risponde Fabrizio, il capo-stormo, come a dire: che vuoi fare... 
Effettivamente la loro alternativa è il giro del cimitero di Bolgiano e in quel caso il percorso è completamente al sole... 
Riguardo Michel e gli dico a mezza voce: “Il giro del laghetto è tutto all’ombra... che dici?” 
Non mi ha neppure risposto. Ci siamo bagnati i capelli, ho calcato in testa uno dei miei cappellini e via in stormo.
Al ritorno dopo una generosa innaffiatura alla fontanella ci siamo messi all’ombra a fare stretching.

Questo il breve racconto che solo un paio di anni fa mi sarebbe sembrato inconcepibile: correre con il solleone non è salutare!, mi dicevo. Non ha senso, mi dicevo.
Ecco, un senso può averlo, a trovarlo.
Supponiamo che tu voglia fare una gara in cui la corsa a piedi si svolge verso le due o le tre del pomeriggio nel periodo primaverile o peggio estivo: andrà messo in conto che il caldo e il sole faranno parte delle difficoltà da affrontare.
"Ma chi te lo fa fare!?!" 
Questa è un'altra storia: per adesso supponiamo che.
L'allenamento per questa ipotetica gara non sarà teso solo a essere in grado di correre una certa distanza più velocemente possibile (magari dopo aver fatto qualcos'altro prima, ma questa è un'altra question e ci sono altri allenamenti specifici), ma dovrà prepararti a farlo nelle condizioni di gara, ossia con il sole, e il caldo, e l'umidità, e la ventilazione (o mancanza di ventilazione), che troverò al momento della gara.
Ecco che un'attività apparentemente insalubre, o comunque non molto sensata, comincia a prendere senso, ci stiamo allenando a sopportare il caldo durante la corsa.
Paradossalmente: meno male che fa caldo e noi possiamo allenarci in pausa pranzo!
La morale? Il mondo è bello perché è vario.

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