Perché

A me piace leggere, scrivere e correre. Ultimamente riesco a scrivere solo racconti o considerazioni legate alla corsa. E cerco di scovare racconti o romanzi legati in qualche modo alla corsa. E, appena posso, corro. Speriamo non sia grave.

giovedì 17 ottobre 2013

‘Born to run’ di Christopher McDougall (recensione entusiasta)

Un giornalista afflitto dagli usuali infortuni comuni a tanti runners, passando sconsolato da un fisioterapista a un ortopedico di fama internazionale, finisce in Messico con il pretesto di scrivere un reportage sui Tarahumara, la misteriosa tribù di indios messicani famosi per utilizzare, uomini o donne, giovani o vecchi, la corsa come usuale mezzo di spostamento, percorrendo distanze da ultramaratona su sottili sandali di cuoio.
Il suo punto di partenza è un personaggio altrettanto misterioso e leggendario: Caballo Blanco, un gringo, una sorta di eremita del running, che si è ritirato negli inaccessibili canyon messicani che sono il regno dei Tarahumara e che ha un sogno: organizzare una gara ultratrail che metta a confronto i migliori runner occidentali con gli schivi Tarahumara.
La trama si potrebbe ridurre a queste due ricerche, quella dell’autore e quella di Caballo Blanco, che ovviamente si intersecano e diventano un’unica avventura.
La narrazione principale però si dipana amalgamando innumerevoli digressioni appassionanti: l’analisi di teorie evoluzionistiche (come possa essere considerato evoluto un essere privo di difese e incapace di fuggire rapidamente) confermate da evidenze antropologiche e fisiologiche, o l’esempio di una storia di marketing di successo (quella di un famoso marchio di scarpe da corsa), o i casi di allenatori dalle intuizioni diventate leggendarie.
In sintesi: un racconto avvincente.
Eppoi alla fine mi ha convinto che, sebbene possa sembrare una boutade da fissato, da un punto di vista evoluzionistico siamo davvero nati per correre... ma non voglio convincere nessuno: leggere per credere.
Invece, mentre ne avevo apprezzato varie tesi, non ero riuscito a condividere la teoria sostenuta dal filosofo Mark Rowlands in “Running with the pack” (recensito in “Correrecon il branco”, recensione di un libro che non c’è (ancora)) secondo la quale la corsa è un valore di per sé connaturato con l’essere umano.
Dalla lettura di questo libro, che – ribadisco - non è un manuale ma una sorta di romanzo/reportage, ho tratto anche un giovamento specifico come runner. Mi ha infatti trasmesso la consapevolezza della gioia di correre mentre corro: facendoci caso mi sono reso conto che era vero, riuscivo a essere contento di correre mentre correvo sebbene, ovviamente, stessi faticando. E che non ha senso fare diversamente, ossia correre senza essere felici. E anche qui vi lascio a un’intima riflessione.

Sfortunatamente non mi risulta che sia stato ancora tradotto in italiano e, per di più, l’inglese (americano) utilizzato abbonda di gergalismi che non rendono affatto agevole la lettura. Ciò nonostante resta avvincente. E se regge a un filtro così grossolano che mi ha sicuramente fatto perdere vari vocaboli (anche se il cervello umano è eccezionale nel colmare i vuoti interpolando) vuol dire che dev’essere davvero un bel libro!...

Born to run
Christopher McDougall
Profile Books
2010
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AGGIORNAMENTO 22 FEBBRAIO 2014
Finalmente pubblicato in italiano:

Mondadori
Strade Blu Saggi 2014
396 pagine € 17,50
Traduttori: Dario Ferrari


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