I pantaloncini
li ho comprati, pure il regalo en passant,
ma con una certa ambiguità ammetto che non sono sono stato proprio chiaro, di
pantaloncini in realtà ne ho comprati due. Quello principale, e autorizzato,
doveva essere un costosissimo paio di shorts X-Bionic. Me li voleva regalare
addirittura lei qualche mese fa, io feci nobile resistenza (in realtà mi
vergognavo: mi aveva regalato già una maglietta!). Dopo averli provati e
depositati alla cassa, girellando per il Campione di Prato mi sono imbattuto
nei famosi shorts della Salomon.
Famosi per me, ovviamente, era dalla
primaversa scorsa che ci giravo intorno, li avevo trovati a Parigi dall’Au Vieux Campeur (se non ci siete stati e
capitate a Parigi andateci: in pratica è un negozio che si è riprodotto per
partenogenesi commerciale, divenendo un numero imprecisato di negozi, ognuno
specializzato in qualcosa legato a running/trekking: scarpe, intimo, montagna,
alimentazione (uno addirittura per le mappe e le guide di viaggio!), sparsi in
tre o quattro isolati nel Quinto, poco sotto la Sorbona, vicino a Boulevard
Saint Michel), ma mancava la mia taglia. Poi quest’estate li avevo trovati in
montagna, però il negozio era chiuso quando ci siamo passati. Insomma il
Destino: ecco che mi si materializzano davanti agli occhi e già sono nel
camerino a provarli (neanche bisogno di controllare: erano proprio della mia
taglia).
L’idea motrice
della mia spedizione era quella di trovare un pantaloncino “compress” che
facesse lo stesso lavoro degli orribili gambaletti (purtroppo però sono
efficaci) ma, anziché al polpaccio, sulla coscia. A dire la verità gli X-Bionic
erano comodi e sicuramente traspiranti ma quanto a compressione i Salomon sono
imbattibili, in pratica una sorta di griglia metallica a maglia esagonale ti
imprigiona le cosce! Ça va sans dir: ho preso quelli e scartato gli X-Bionic.
Lo so, lo so
che sono per chi fa trail e che nessuno li utilizza per la maratona: io li
provo per il prossimo lunghissimo e poi se ne riparla. Male che vada ho buttato
via un po’ (un bel po’) di soldi.
Quindi sono
tornato a casa, li ho indossati e subito mostrati a Elena: “Sono orribili, - ha
detto letteralmente, - i più brutti pantaloncini che abbia mai visto”. Ma ammetto
che non mi ha smontato per niente, sono soddisfatto anche del colore bianco e
grigio (la griglia metallica), possibile avere sempre pantaloncini neri o blu? Un
po’ di stravaganza, suvvia.
Quello che
Elena non sa, e che se non legge questo post (e se nessuno fa la spia), non saprà
per qualche tempo, è che... ho completato l’arcobaleno fluo! Non l'ho fatto
apposta, non volevo, è stata la perfida Margrith (sì, stamani ho fatto il tour
dei migliori negozi per il running: Isolotto dello Sport e poi Il Campione!): mi
ha incrociato che ero quasi alla porta, stavo per uscire, mi ha chiesto se
cercavo qualcosa. Lo sventurato rispose. Poco dopo discutendo di pronazione ero
lì che mi provavo vari paia di scarpe. Quelle migliori secondo lei era queste. Arancioni...
PS: avevo l'obbligo morale di completare l'arcobaleno fluo!
PS2: quei pantaloncini Nike slargati e usurati sarebbero adattissimi per il kit di emergenza di cui parlavo ieri...
farò la spia, non la farò?!
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