Giovedì scorso in
pausa pranzo ci stavamo cambiando per la nostra usuale corsetta quando Filippo
scopre che ha dimenticato i pantaloncini e la maglietta.
Sento che anche
io ho scordato qualcosa: le ciabatte.
Mentre lui ci
saluta triste, oramai rassegnato a saltare la corsa.
Scatta il mio
pragmatismo cinico (mors tua, vita mea): “allora prestami le ciabatte! Te le
rendo la prossima volta”.
Lui non ci
pensa neanche su e mi passa le sue infradito.
Giovanni si illumina: “Io ho una maglietta bianca di ricambio.”
“Eh ma mica
posso venire in mutande!”
“Ma tu Dritan, -
continua Giovanni - non hai un paio di pantaloncini di riserva nell’armadietto?”
Dopo qualche
minuto Filippo era pronto, certo non sfoggiava abbigliamento
tecnico, però siamo partiti tutti insieme.
“Se vuoi, - ho
concesso magnanimo - dopo ti presto le ciabatte...”
La morale non
c’è bisogno che ve la dica. Oltretutto l’allenamento è andato molto bene. Forse a dimostrare che tutto
è bene ciò che finisce bene.
Idea per il
futuro (da brevettare) quadretto con vetro di sicurezza da poter rompere in
caso di emergenza. All’interno un set completo per la corsa (scarpe escluse,
ovviamente). Scherzi a parte, basterebbe raccogliere indumenti provenienti da pacchi-gara
deludenti e lasciarli nascosti nello spogliatoio. Da usare in caso di emergenza!
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