Punto al quarantesimo, il mio prossimo obbiettivo, la fine della quarta
tappa. Sono solo tra a un sacco di gente più o meno spiritata, più
o meno sana, nel mezzo di un parco, molti giovani genitori con i bambini
ai lati della strada ci incoraggiano: "Siupèr" è la parola che ho
sentito dire più frequentemente stamani.
Al quarantesimo ci sarà il
ristoro, lo so che a quel punto mancheranno solo due chilometri alla fine e che non
ha senso ma ho assoluto bisogno di mangiare, bere, e camminerò per
qualche metro stavolta.
Ecco il cartellone: "RAVITO 200m" con una
freccia a sinistra. Adorano le sigle e soprattutto le abbreviazioni, i
francesi, non solo nel parlare ma anche nella lingua scritta: restaurant
diventa resto (che si legge restò), aperitif: aperò, sciences politiques: scienpò. E qui ravitaillement, ossia rifornimento o ristoro, diviene
ravitò... sorrido mentre lo leggo per l'ultima volta.
Sono lunghi
duecento metri, più di un campo di calcio, ma ci arrivo.
Una lunghissima
tavolata è presa d'assalto da famelici individui in brache corte che
paiono non curarsi più gli uni degli altri. Arraffo due mezze banane,
una piuttosto verde, l'altra ben matura, non mi sono mai piaciute le
banane mature, la parte tagliata si è già leggermente annerita stando
all'aria, a casa mi farebbe specie. Con l'altra mano strappo a un volontario pietoso una
bottiglietta d'acqua.
Sbuccio la prima mezza banana con i denti e ne mangio un morso: com'è buona!
Acqua. Altra banana. Sto camminando per non versare l'acqua ma
soprattutto per godermi qualche secondo di riposo. Finita la banana. Devo ricominciare.
Oramai manca poco, solo due chilometri, niente in
confronto ai quaranta appena percorsi.
Mi pare impossibile essere qui, le gambe
sono dure, sono stremato, ma poco fa ero in rue de
Rivoli che illustravo a Luigi che quello è Jeu de Paume dove un tempo si
vedevano gli impressionisti, là dietro Ladurée dove prendere un tè e
mangiare i famosi macarons, e Angelina, la migliore cioccolata in tazza
di Parigi, andiamo piano che siamo ai primi chilometri. E ora sono qui, sto per uscire da questi alberi infiniti, là
dietro ci deve essere Avenue Foch e tra poco vedrò in lontananza l'arco
di trionfo incorniciato dall'arrivo.
Non lo so cosa resterà di questa giornata, di questa fatica, ma quant'era buona quella banana nel Bois de Boulogne.
Una passione per la corsa e per una città, Firenze. Dove correre a Firenze e quello che viene in mente correndo di-a-da-in-con-su-per-tra-fra questa città. Ti piace correre? Abiti a Firenze o potresti passarci? Spero che qualcuno dei miei suggerimenti possa aiutarti.
Perché
A me piace leggere, scrivere e correre. Ultimamente riesco a scrivere solo racconti o considerazioni legate alla corsa. E cerco di scovare racconti o romanzi legati in qualche modo alla corsa. E, appena posso, corro. Speriamo non sia grave.
martedì 9 aprile 2013
Banana al Bois de Boulogne (com'era buona!...)
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