Asfalto / saliscendi
/ 4,5 km (giro)
È un giro breve
ma molto soddisfacente perché ha le sue difficoltà (1km di salita duretta) e un
paesaggio stupendo, soprattutto da una prospettiva inaspettata sia per un
turista che per un fiorentino. Mi soffermo su questo secondo aspetto. Siamo abituati
a due visuali tipiche: quella da piazzale Michelangelo, di dettaglio, sul
centro e sull’Arno, con Ponte Vecchio a completarne la scenografia. E quella da
Fiesole, più generale e più sfumata dalla distanza, in cui ci si sforza di
riconoscere i monumenti e i luoghi noti.
Nel nostro caso
si sale meno rispetto a Fiesole, arrivando solo a Settignano, e si è più
spostati di lato, verso “monte” rispetto al corso del fiume. Il risultato è una
vista più radente, con maggiore definizione, ma da una prospettiva più di “sguincio”
e quindi a parte i punti saldi, come il Duomo e Palazzo della Signoria, è
difficile ricostruire la geografia della città, anche per un nativo. Ma proprio
per questo intrigante perché ti permette scoperte inaspettate.
Fatto questo
preambolo turistico, ne va fatto uno tecnico: questo percorso è breve, lo so,
ma si inserisce come una tessera di un mosaico, come si può vedere
dall’immagine di insieme: è posto nei pressi del ponte di Varlungo e della
ciclabile che arriva al Girone. Lo so che c’è la ferrovia nel mezzo ma ci sono
vari sottopassi, uno addirittura in corrispondenza dell’incrocio da cui comincia la mia descrizione. Quindi ci
siamo capiti.
Il giro ho
pensato di cominciarlo dall’incrocio dello stradone di Rovezzano con via del
Guarlone. Si parte percorrendo questa stupenda stradina tra muri di pietra che
costeggia uno dei fossi frequenti in questa zona. Quando si giunge a via del
Loretino si gira a sinistra e qui la salita si fa sempre più decisa.
Aneddoto.
Quando l’ho esplorata con Ema non sapevamo dove saremmo finiti e soprattutto
quanto sarebbe durata. Ad ogni tratto cercavo di ingannare Emanuele e me
stesso, dicendo convinto: “Ci siamo quasi, è l’ultimo pezzo”.
E lui
protestava: “Ma come fai a saperlo?!?”
Nel tratto
dritto più lungo vedo una ragazza che scende camminando, con un cappellino da
baseball e i bastoncini da nordic walking. Arrivato a pochi metri mi rivolgo a
lei in modo che la mia lucidità, messa oramai a dura prova dalla fatica,
ritiene spiritosa:
“O pellegrina,
erta è la via... ma quanto lunga ancora?”
Non mi
risponde, credo per la sopresa, poi sento Ema dire, quando la incrocia:
“Ah, è lunga
ancora eh!?!”
E io penso:
maledetta, In questo modo me lo scoraggia! Ma non poteva continuare a stare
zitta?
Mezz’ora più
tardi, dopo aver incontrato altri passanti a cui abbiamo chiesto indicazioni,
Ema mi fa: “Ma quell’orientale che mi ha dato il “cinque” dianzi...”
“Orientale?
Cinque? Ma quando?”
“Quella a cui
hai chiesto della salita!”
“Orientale?”
“Sì, e non
parlava manco italiano... ma non l’avevi vista?”
Chefigura...a vabbè che era
contro sole, col cappellino e io avevo il sudore negli occhi... ma cosa mi è preso?, anche
io proprio... meno male che non ha capito!
Torniamo al
percorso.
La salita
termina sotto il giardino all’italiana di una splendida villa. Lo circondiamo senza poterlo ammirare ma percependolo al di là di spesse mura e
prendiamo a sinistra via del Rossellino passando anche sotto un arco che
collega due parti del giardino.
Si sale
leggermente fino a arrivare nel centro di Settignano dove si comincia a
scendere per la via centrale.
Arrivati nella
piazza si deve fare attenzione a prendere via della Capponcina, subito dopo la
chiesa, prima che via d’Annunzio vi porti giù a Ponte a Mensola (ci siamo
passati nel percorso 5.1 Fiesole-Vincigliata).
Si segue la
strada, facendo attenzione a non prendere nessuna deviazione che si perde tra
case e ville, fino a arrivare a un incrocio da cui parte, a destra, via Madonna
delle Grazie: è indicata senza sfondo (ed è vero) ma costeggia un paio di ville
stupende, che si vedono anche dall’Arno grazie alle file di pini che
costeggiano la via d’accesso che sale dalla piana e che meritano uno sguardo
ammirato.
Noi proseguiamo
a sinistra e scendiamo fino a immetterci sullo stradone di Rovezzano nel punto
in cui arriva anche via della Torre. Dopo qualche centinaia di metri il giro è
concluso.
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