Perché

A me piace leggere, scrivere e correre. Ultimamente riesco a scrivere solo racconti o considerazioni legate alla corsa. E cerco di scovare racconti o romanzi legati in qualche modo alla corsa. E, appena posso, corro. Speriamo non sia grave.

mercoledì 8 maggio 2013

Pf!, Tz! o Rrr! (nessun problema: ero io!)


Se sentite un urlo strozzato e girandovi non vedete nessuno in difficoltà ma solo un tizio che corre, allora salutatemi: sono io.

Premessa.
Non ricordo più da quando, però è da un bel po’ che mi succede. Penso ai fatti miei, da solo dentro il casco, mentre vado in scooter, oppure mentre sono in auto anche con qualcun altro ma mene sto zitto. Ecco che, se mi accade di ripercorrere qualche evento che mi indispettisce anche solo al ricordo, o mi torna in mente cosa ho detto o fatto o, peggio, non ho detto o non ho fatto, ecco che mi scatta uno “pf!” o uno “tz!” magari accompagnato da un gesto, una spalla che si alza, uno scotimento della testa.
Giusto per capirsi:
“Pf!” lo si fa gonfiando le guance e aprendo di poco le labbra, è uno sfiato più che un soffio.
“Tz!” è quando si schiocca la lingua contro il palato con le labbra un po’ aperte per significare “no!”. Per me significa indispettimento.
Assicuro che sia il Pf! che il Tz! sono esternazioni assolutamente incontrollate e incontrollabili, come strizzare gli occhi per la troppa luce o rabbrividire per il freddo. Anzi di solito non me ne rendo neppure conto perché mi succede più spesso quando me ne sto da solo. Raramente capita quando sono in compagnia, ogni tanto mi può succedere con Elena accanto, dato che non si può chiacchierare in continuazione.
“Pf!”
E allora lei mi chiede “Cosa c’è?” e io che lì per lì non mi ero neppure accorto di aver fatto fuoriuscire niente, mi rendo conto che sarebbe troppo lungo spiegarle che ho sbuffato perché magari stavo ripercorrendo una discussione avuta quel giorno al lavoro oppure, “Tz!” perché, guidando, mi ero immaginato di uscire di strada e finire in quel fosso profondo.
“No, niente”.

Veniamo alla corsa.
Surriscaldato e distratto dalla fatica e dal ritmo, facilmente mi abbandono al fluire dei pensieri e posso ripercorrere ricordi o proiettare nella mia testa film immaginari. Ecco che, allorquando incappo in un ricordo o in un pensiero negativo, invece di un semplice tz! o pf!, mi esce fuori un ruggito, una sorta di urlo strozzato, un’espirazione forzata senza silenziazione: “Rrr!”
Come se mi svegliassi in seguito al mio stesso russare mi guardo intorno con circospezione, sperando che non ci sia nessuno nei paraggi.
Se così non è, allora faccio finta di niente e continuo a correre.
Senza però fischiettare: sarebbe sospetto, uno che corre fischiettando.

Prometto che, se d’ora in avanti qualcuno mi farà un cenno di saluto, lo risaluterò senza vergogna.
Saprò che è uno di voi!

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