Perché

A me piace leggere, scrivere e correre. Ultimamente riesco a scrivere solo racconti o considerazioni legate alla corsa. E cerco di scovare racconti o romanzi legati in qualche modo alla corsa. E, appena posso, corro. Speriamo non sia grave.

sabato 3 maggio 2014

PHILIPPINES

Ponte Bailey sotto la Certosa del Galluzzo, un uomo che corre davanti a me. Mi sto avvicinando, io sono in bici. Non ha il fisico del podista, ha un busto largo e le gambe sembrano distanziate tra loro. Mi avvicino ancora e noto che sta correndo con passo spedito e deciso. Dopo il ponte una breve pettata porta al piano della statale, lo sto per raggiungere ma lui aumenta attaccando la salita, lo percepisco nettamente. Intanto l'ho raggiunto e non mi trattengo, ho bisogno di comunicargli che sono con lui, anche se in questo momento sono sotto altre spoglie: “Forza!” gli dico da dietro.
Solo allora, sulla sua maglietta bianca con una manica azzurra e una rossa, leggo alle sue spalle una scritta: PHILIPPINES.
Lui si gira sorpreso e mi sorride. è piuttosto alto e ben piazzato per essere un filippino.
insisto: “Vai forte!?!”
Si sta allenando per la Pistoia-Abetone, mi dice sempre sorridente, l'ha fatta l'anno scorso e vuole migliorare il suo tempo. 
“Complimenti. Continua così, si vede che vai bene!”. 
Lo saluto e proseguo insieme a Matteo verso Firenze.
Tornati alle Cascine, sbattuto le bici in auto, abbiamo fatto un giro per provare per la prima volta cosa significa correre dopo aver pedalato per un'ora, ma non è questo l’aneddoto che vi volevo raccontare. Mentre stiamo per finire i nostri otto chilometri, sento un passo avvicinarsi alle nostre spalle. Ci sorpassa: PHILIPPINES.
“Oh ciao”, gli grido. Lui si gira e ci saluta stupito.
“Ci siamo incontrati poco fa”.
“Ah sì?, - fa lui, - dove?”
“Al Galluzzo” replico, ma dal suo sguardo vuoto capisco che non può riconoscerci: eravamo mascherati con occhiali e caschetto e in più non stavamo correndo.
“Eravamo in bici e ti ho salutato!” 
Gli occhi gli si sono illuminati, ci ha salutato e ha proseguito del suo passo.

Quando ho raccontato questo episodio a Elena mi è uscito: “Una cosa che mi dispiace è non gli ho chiesto il suo nome”.
“E che ti cambia?”
“Niente, però mi avrebbe fatto piacere sapere che ho incrociato George o Pepito, piuttosto che 'uno' con una maglietta con su scritto PHILIPPINES.


PS: Non è stato difficile scoprire il nome di un filippino che ha corso la Pistoia-Abetone dello scorso anno. Riconosco che non mi ha cambiato molto il sapere il suo nome, anzi me lo voglio scordare: ricorderò il suo sorriso aperto e quel fiero PHILIPPINES sulle sue spalle.

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