Perché

A me piace leggere, scrivere e correre. Ultimamente riesco a scrivere solo racconti o considerazioni legate alla corsa. E cerco di scovare racconti o romanzi legati in qualche modo alla corsa. E, appena posso, corro. Speriamo non sia grave.

mercoledì 21 dicembre 2011

VU-O-MAX

Non so se è stato più curiosità o masochismo, o forse volevo solo bearmi di un buon risultato, di sentirmi dire che sono forte, insomma il solito bisogno di consolazione... comunque sia parlando con Fulvio avevo accettato con entusiasmo l’idea di fare il test del VO2Max (che si pronuncia Vu-O-Max, senza il due...).
Detto in soldoni serve per stabilire la soglia alla quale il lavoro passa da aerobico, ossia con contributo di ossigeno dall’esterno, a anaerobico con conseguente formazione dell’acido lattico che poi imbriglia i muscoli.
Sapere con certezza questa soglia permetterà poi di stabilire un allenamento mirato, nel mio caso l’obbiettivo sarebbe quello di migliorare il consumo di glicogeno e grassi in modo da migliorare la crisi (“è metabolica”, ha detto Fulvio dopo varie discussioni) che incontro sempre dalle parti del trentesimo chilometro.
Comunque sia stamattina mi sono presentato all’Istituto di Medicina dello Sport (su a Marignolle, all'interno del complesso di una nota palestra fiorentina) e ho affrontato con coraggio e sprezzo del pericolo questo misterioso test, di cui sapevo solo che c’era da indossare la mascherina...
Prima il dottore ha provato la misura della mascherina e mi fa: "soffi", e tappa il buco della mascherina. Io non avevo capito e ho continuato a respirare o meglio ho cercato di respirare e non ce n’era di aria dato che naso e bocca afferivano all’unica entrata che era stata tappata da lui. "Bene, - fa lui, - funziona, volevo solo verificare che aderisse perfettamente."
Già si comincia male con questa mascherina, penso io.
Appena il dottore ha finito di fissarmela alla testa tramite una sorta di imbracatura a prima vista sovrabbondante, mi vedo per caso in uno specchio e avrei voluto immortalarmi ma mi sono vergognato a chiedergli se potevo prendere il cellulare per farmi una foto: ero a metà tra Top Gun e Hannibal Lecter.
In realtà si respira bene, solo che l'aria passa tramite il buco a cui è stata applicata una ventolina che è l'unico passaggio: a parte la sensazione un po' opprimente che si accentua poi quando il respiro è forzato e la ventolina fa un po' da imbuto. Il caldo e il sudore rendono meno sopportabile quest'affare che uno ha incollato alla faccia.
Sul tapis roulant, dopo un po’ di riscaldamente il test comincia a 7,5km/h e dopo ogni minuto il dottore ruota una rotella aumentando la velocità di 0,5km/h.
Fino a 12km/h un minuto è breve. Poi comincia a allungarsi misteriosamente.
Verso i 15km/h ho avuto un'improvvisa insofferenza, avrei voluto strapparmi la mascherina, mi sono limitato a ruggire (letteralmente) indicando al dottore che non era stanchezza ma la maschera... lui bonario ha acconsentito che la mascherina era un po’ fastidiosa. Per paura di rovinare il test mi sono calmato concentrandomi sulla gigantografia di Gimondi e Merckx che avevo davanti agli occhi, ne avevo già studiato tutti i particolari, il cambio, l'abbronzatura sulle gambe di Merckx, la sua bici che porta sulla canna il suo nome, la sponsorizzazione FAEMA che non riuscivo a leggere bene sul cappellino mentre invece è ben visibile sulla maglietta, la grana dell'asfalto, le sedie a bordo strada con sopra bottiglie termiche... e allora mi ci sono concentrato ancora: 51, 51, 51, odierò questo numero che è posto su una quadratino attaccato alla canna della bici di Merckx. Ogni tanto guardo il tempo, 20 secondi: ancora presto, 45: sono a buon punto, il minuto sta per finire.
A ogni nuovo minuto il dottore mi chiede conferma se può aumentare ancora di 0,5km/h. Io mi ero prefissato almeno 17. Non so perché 17, ma temevo che 20 fosse troppo, 19 non volevo poi rimanerci male, 18 era un bel numero tondo ma non si sa mai, e allora 17: ce la dovevo fare assolutamente. A 17 ho fatto cenno con il pollice e siamo passati a 17,5. Ce la facevo ancora anche se la stanchezza cominciava a sentirsi. Allora per risparmiare energia mi concentro sulla postura, inclino leggermente il busto in avanti e cerco di non sollevare troppo i piedi, anche se non c'è da scherzare con la gomma del tapis roulant, non è asfalto lisciato e se striscio rischio di inciampare. Ormai sono a 18. Faccio ancora cenno con il pollice: 18,5. Adesso il sudore è copioso e mi cola anche il naso. Ma ho l'odiosa mascherina che non posso togliere: che schifo. Mi concentro sulla bici, lascio stare il 51 che mi ha disgustato. Il ginocchio abbronzato di Merckx con la pelle liscia, la scarpetta di pelle che sembra fatta a mano. Aumentiamo? Pollice in alto. 19. Sono alla fine ormai un minuto lo reggo ancora. Ce la facciamo un'altro minuto? Mi ha colto alla sprovvista: ero convinto di aver finito e di potermi togliere quell'affare. E che cedo proprio adesso? Pollice in alto. 19,5km/h. Non sarà granché, c'è chi ci fa una maratona intera a 20km/h e io sono qui che soffro per fare un solo  minuto, anche se dopo tutti gli altri prima, ormai è più di 20 minuti che corro. Solo 20 minuti? Sembra un'eternità. Odio questa mascherina e quello stronzo di Merckx.
È finita! Finalmente il dottore mi libera mentre rallento ma prima la mascherina, non la sopporto più.

Dopo la doccia, il dottore mi spiega i risultati del test e mi conferma che sulla base di questi parametri potrò definire un programma di allenamento adeguato “e tra sei mesi potremo fare un altro test e vedere se la velocità di sogli si è alzata, nel qual caso vorrà dire che l’allenamento ha funzionato!”
Ci sta che tra sei mesi mi sia scordato quell’odiosa mascherina.

1 commento:

  1. Secondo me il post più bello: molto efficace la resa del tuo flusso di (in)coscienza oggettivato tramite gli stimoli visivi

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