Perché

A me piace leggere, scrivere e correre. Ultimamente riesco a scrivere solo racconti o considerazioni legate alla corsa. E cerco di scovare racconti o romanzi legati in qualche modo alla corsa. E, appena posso, corro. Speriamo non sia grave.

sabato 10 marzo 2012

Ti fa male un ginocchio? Cambia scarpe!... (con morale positivista e pragmatica)


Questo è un fatto reale accadutomi una decina di anni fa quando ero ignorante. Nel senso etimologico, ossia che ignoravo quasi tutto della corsa, corricchiavo e basta.
Nel periodo in cui correvo all'Albereta cercai di aumentare la distanza ma a un certo punto mi dovetti arrendere a un fastidio al ginocchio: finché correvo i soliti 35-40 minuti tutto bene, se però passavo i 45 minuti ecco che cominciavo a soffrire sul lato esterno del ginocchio (non ricordo più quale fosse).
La cosa mi indispettiva ma il ragionamento fu: per forza, sono troppo pesante e correre non è lo sport più adatto al mio fisico, le povere ginocchia ne risentono e mi fanno capire che non è il caso di abusare. Peccato.
Per fortuna non era vero. Ma lo ignoravo.
Un giorno (questo l'aneddoto reale da cui volevo partire) ero a Parigi in vacanza. Alla Défense vidi un negozio di sport e mi ci imbucai immediatamente. Casualmente aveva un bel settore dedicato alla corsa e mi misi a guardare le scarpe. Ogni modello aveva una descrizione tecnica e una raccomandazione a seconda del tipo di runner.
Rimasi affascinato dal fatto che ci potessero essere scarpe diverse a seconda delle caratteristiche fisiche (prima scoperta). Mi concentrai allora su quelle che si dichiaravano indicate a corridori pesanti e che avevano bisogno di un'ottima ammortizzazione. Individuai un paio di Adidas che mi piacevano molto perché invece del solito bianco erano di uno strano grigio con le tre strisce arancioni.
La descrizione si confaceva, c'era solo un particolare che non capivo, colpa del francese tecnico – pensai – che non riuscivo a comprendere: erano indicate per corridori con "tendence pronatrice". Io – mi vergogno anche solo a ricordarlo – mi dico: nel più ci sta il meno, se vanno bene anche per chi ha questa tendenza andranno sicuramente bene anche per me. E le comprai soddisfatto, in realtà soprattutto per il colore.
Tornato a casa, le provai subito e mi ci trovai bene. Quando casualmente provai di nuovo a allungare un po' la distanza mi resi conto che non avvertivo il solito dolorino alle ginocchia. Riprovai: nessun problema.
Allora mi ricordai di quella parola, "pronatrice", che non conoscevo e cercai sul vocabolario e poi su internet e scoprii un mondo.
Avevo i piedi piatti, lo avevo sempre saputo, fin da piccolo mi avevano torturato con quelle orribili scarpe alte e plantari durissimi. Solo che non ci avevo più pensato e solo allora mi rendevo conto (seconda scoperta) che, come potei constatare osservando i mocassini sformati verso l'interno, soffrivo di quella che si chiama pronazione che era il contrario della supinazione. Meno male che non avevo trovato un bel modello di Adidas per la tendenza opposta, sennò con il mio ragionamento a quest'ora starei sempre correndo 35-40 minuti. Che in sé non sarebbe niente di male, però adesso posso scegliere, prima no.

Morale (positiva, anzi: positivista): l’ignoranza è bella perché più si ignora e più si è soggetti a facili e soventi scoperte che danno soddisfazione (purché non si voglia persistere nel nostro stato di ignoranza). La conoscenza ti toglie questo piacere: ti resta però il piacere del bel ricordo di quando hai smesso di ignorare e inoltre hai la possibilità di condividerlo con altri facendo loro provare un piacere simile a quello che hai provato tu: altro indubitabile piacere. 
Risultato (parziale): Conoscenza-Ignoranza: 2 a 1.

La morale pragmatica è più semplice: se ti fa male un ginocchio, cambia scarpe!

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