Perché

A me piace leggere, scrivere e correre. Ultimamente riesco a scrivere solo racconti o considerazioni legate alla corsa. E cerco di scovare racconti o romanzi legati in qualche modo alla corsa. E, appena posso, corro. Speriamo non sia grave.

domenica 10 febbraio 2013

Basta consigli saggi! (cèdesi càmice poco usato)

Tanto è inutile: avete mai provato a acquistare il regalo per vostro figlio o figlia insieme a lui/lei (o a ordinarlo su Amazon ma facendoglielo sapere come per esempio hanno fatto dei miei cari amici) qualche giorno prima del suo compleanno? È fisiologicamente possibile che lui/lei aspetti il giorno giusto senza pretendere di aprirlo e giocarci fin da subito?
E allora perché io, indossando l’abito dello zio saggio (non è un costume di carnevale, ma nella sostanza...), mi fisso nel dispensare consigli ben saggi ma che poi io stesso disattendo (predicare bene e razzolare male, dice l’adagio, purché almeno si ponga attenzione a non farlo sapere in giro!)?
Ebbene proprio da questo pulpito (in due occasioni: “Ti fa male un ginocchio? Cambiascarpe!... (con morale positivista e pragmatica)” e “Le sorpresenell'armadio e le scarpe da corsa (un paio di consigli da vecchio zio)”) avevo ribadito un consiglio che ritengo assolutamente valido: mai usare scarpe nuove per una lunga distanza, ma anzi, cominciare con qualche uscita da una decina di chilometri, in affiancamento al paio vecchio che usiamo per i lunghi del fine settiamana fino a che il piede (e tutto il corpo: caviglia, ginocchio,...) non si sia adattato alla nuova scarpa e a quel punto si effettuerà lo scambio: si comincia a usare le nuove per una ventina di chilometri mentre le vecchie si riposano con qualche uscita breve prima del pensionamento definitivo.
Detto fatto: con l’ultimo paio di scarpe che ho rinnovato ci ho fatto subito, zitto zitto, venti chilometri. E fin qui è sufficiente ipocritamente tacere.
Se però poi i compagni di corsa più intimi (esistono i compagni più intimi? In che senso? Magari ne parliamo un’altra volta) e per giunta miei attenti lettori si comprano il sabato pomeriggio un paio di scarpe nuove, e non la versione nuova del solito modello ma addirittura una marca diversa, e poi la domenica mattina le calzano per fare venticinque o financo trenta chilometri, allora posso fare festa, non ho più alcuna funzione educativa.
Ovviamente perché è andata loro dritta, e hanno avuto la fortuna di essere Cenerentola e non una delle perfide sorellastre altrimenti avrei potuto gongolare soddisfatto nella mia saggezza dispensando immaginari e bonari buffetti mentre si fossero lamentati per una galla qui o un dolorino lì. E invece nulla. Due su due. E se avessero controvertito la mia teoria, e il mio saggio consiglio fosse inutile e oltretutto tedioso?
Zitto zitto, però a me (a me!) una bella galla dopo soli venti chilometri era venuta...

La morale? Medice cura te ipsum! (e poi appendi il càmice...)

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