Non
penso di essere una persona volgare e so che le parole sono importanti ma in
determinate circostanze, proprio perché le parole sono importanti, non usarle
ricorrendo consciamente o inconsciamente a sinominimi edulcorati equivale a
tradire. Tradire la scrittura, tradire la fiducia di chi mi legge: quello che
scrivo deve essere vero, non tanto nel senso di realistico o veritiero, ma
verace, sincero, onesto. Ecco la parola giusta è “onesto”. E se riesco a
scrivere di quello che penso o vedo mentre corro, deve essere “onestamente”
quello che penso o vedo, al massimo che le mie capacità mnemoniche e
linguistiche mi permettono. E se vi raccontassi che, disfatto dalla fatica, con
il sudore che mi cola sugli occhi, soffermo la mia attenzione su un sedere dalla forma aggraziata e
dall’apparente consistenza marmorea, approverei se smetteste di leggere. A meno
che chi scriva non abbia chiari intenti ironici, perché leggere qualcuno che si
autocensura? E se lo fa su questo particolare dove risulta evidente, su tutto
il resto a cui non ho fatto caso, quante volte avrà manipolato la realtà dei
fatti o dei pensieri che mi ha spacciato per sinceri e “veri”?
Sì, perché in entrambe quelle due occorrenze non si trattava di esclamazioni (tipo: che culo!) bensì di inquadrature di culi femminili.
Un
paio di volte sono sufficienti per non considerarle casuali ma non sono neppure
da denuncia: sono intimamente convinto di non essere un maniaco. Sperando di
non essere smentito.
Che
sia sessista? Non credo, solo sessuato scrittore (o scrivente). Non me ne
vogliano le eventuali lettrici (eventuali in quanto lettrici, non in quanto di
genere femminile) sicuramente – spero – anche voi avrete qualcosa su cui vi
fissate mentre correte (e sarebbe interessante se lo condivideste).
Sto
forse affermando la mia totale libertà nello scrivere? Magari! Vorrei non
essere controllato o represso ma di sicuro lo sono perché per scrivere la
parola culo e non cancellarla, faccio davvero uno sforzo. Anche adesso.
La
morale di questa deviazione (in tutti i sensi)? che pensiamo sempre a quello anche quando corriamo? Boh, mi piace pensare di no. Ognuno di noi è come è. La
corsa non lo altera più di tanto (a parte la stanchezza per lo sforzo), lo rende forse
più sano e gli concede del tempo per osservare, pensare, riflettere. Del tempo
per se stesso insomma.
Una
preghiera alle runners: non siate pudiche, non mettetevi il golfino in vita,
steso dietro in modo da coprire la suddetta parte innominabile (ironica e
gentile moderatezza, non autocensura). Non sapete che delusione, che
frustrazione ci state infliggendo. E non mi dite che il golfino serve per non
prendere freddo quando terminate la corsa, non ricordo di aver visto un uomo
con il golfino in vita (al limite vedo uomini vestiti troppo, sia d’inverno che
d’estate, ma questo è un altro discorso, e prima o poi ci tornerò su).
Non
vi vergognate, lo so che siete delle perfezioniste, in fatto di estetica: anche
se aveste un sedere perfetto ci trovereste comunque una lieve imperfezione che
vi preverrebbe dal mostrarlo coram populo.
Nota: per gli amanti dei quiz con la risposta (io non sopporto di essere lasciato con il dubbio): tranquilli, vi rimando a due post in particolare:
Rileggendo, mi vien da pensare che a volte nell'aberrazione mentale che spesso si prova durante uno sport duro e difficile come il podismo, sia quasi fisiologico cercare qualcosa di bello, di piacevole, che lenisca le atroci sofferenze fisiche e mentali a cui volontariamente ci sottoponiamo quando inseguiamo il nostro obiettivo.
RispondiEliminaA tal proposito, ricordo che in una gara a Firenze, da porta Romana fino al Piazzale Michelangelo, mi persi letteralmente in un culo, non propriamente in forma, ma comunque piacevole, che allegramente ondeggiando quà e là, mi trasportò fino al termine di quei 2Km di salita. Poi quando arrivò la discesa tutto tornò come prima: denti stretti e spingere!!!
Non ricordo nè di aver visto il volto di quella ragazza, nè di avergli rivolto la parola, ma una cosa è certa: rese la mia gara più piacevole e mi fece dimenticare di aver percorso una salita...
me venuta voglia di andare a fare una corsetta sperando di vedere qualche bel panorama
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