Quando
lunedì mattina Emanuele mi ha intimato via sms di comprare La Nazione ho immediatamente controllato sul sito. Ed ecco
che tra le foto dell’evento di domenica, dopo il vicesindaco che dà il
via, il vincitore, la vincitrice, ci sono io!...
Sembra
che me la stia dando a gambe, tallonato da una torma di pericolosi
inseguitori... e soprattutto che smorfia!
Uffa:
basta foto in cui non sorrido O comunque in cui sembra che stia soffrendo. Manco i primi, che lo fanno di mestiere, sembra che soffrano o
stringano i denti né fanno alcuna smorfia. Perché io invece sì?!?
Mi
sono scordato di un insegnamento fondamentale. Sto attento all’appoggio del
piede e ho dimenticato di sorridere! Vero
è che non ci si può ricordare tutti gli insegnamenti: una volta assorbiti, non
ci se ne rende neppure conto ma li mettiamo in pratica automaticamente. Ma
appunto: una volta assorbiti! Evidentemente questo non l’ho assorbito bene.
Eppure ne avevo parlato in modo convinto, non molto tempo fa (Tanti maestri, tanto onore)...
La
questione non è venire bene in fotografia, quello è l’effetto secondario, no,
l’effetto primario che vorrei è il sorriso in sé, se non il sorriso almeno un
volto disteso, pur nello sforzo del gesto atletico (suona bene, anche se
pomposo).
Ovviamente
non si può lavorare solo sui sintomi, anche se da lì si può partire. E la causa
è che non ero contento, non ero rilassato.
Già
da domenica c'era qualcosa che non mi tornava: dopo la corsa, mentre chiacchieravamo
rifocillandoci, ho carpito qualcuno dei miei colleghi che diceva “... comunque
mi sono divertito”. Mi sono sorpreso, e mi sono chiesto “ma io mi sono divertito?”, e
la risposta a malincuore, quasi vergognandomi, nel mio intimo, è stata “no”.
Perché?
Mi chiedo, sul serio non per retorica?
Perché volevo rifarmi della brutta esperienza di Roma e quindi avevo una certa insicurezza?
Perché quindi ho corso CONTRO me stesso, perché avevo paura di non farcela?
Perché
per la seconda metà ho corso da solo davvero (non mi ero reso conto che
Giovanni era una decina di metri dietro di me)?
Perché
ci tenevo a far meglio, o non far peggio, dei miei compagni?
Perché
il risultato di una gara è diventato così importante per me? Quando poi, nel
massimo del mio splendore, ho lottato per arrivare (senza saperlo) tra i primi
400...
Sempre
dopo la corsa, un altro collega, che si è avvicinato alla corsa piuttosto
recentemente, ha confessato affranto di aver fatto un brutto tempo e di essersi
svegliato prestissimo per la tensione, dato che era la sua seconda gara
importante.
Mentre
cercavo di tranquillizzarlo riflettevo sul fatto che tutti noi investiamo, in
modo diverso, in ogni nostra attività un’intensità, una partecipazione che può,
se lasciata libera, deragliare, trascinarci fuori del buon senso e quello che è
salutare può diventare addirittura nocivo.
Un
altro collega più esperto e smaliziato, complimentandosi per il mio tempo, ha aggiunto sornione: “ora la sfida è scendere sotto...” indicando il mio prossimo
obbiettivo. E' vero, ho pensato, è proprio dove potrei arrivare... e di
nuovo ho sentito un campanellino tintinnare...
La
morale? Giusto nuove sfide, giusto impegnarsi nelle attività che ci piacciono
ma con la giusta leggerezza, senza aggiungere stress a una vita che solitamente
stressante lo è già, con il piacere della compagnia e divertendosi. Lo so che il
primo a dovermici impegnare con attenzione sono io, spero solo che averlo
dichiarato apertamente mi sia di aiuto per tenere fede all’impegno.
Un
facile memento: Ricordati di sorridere, perché se non stai sorridendo c’è qualcosa
che non va!
PS: ma che belle scarpe verdi che ho!
PS: ma che belle scarpe verdi che ho!
a che chilometro eri? la fatica si vede ma fai la tua figura. Le scarpe verdi sono bellissime ma non sono quelle che ti fanno andare forte. Complimenti per il risultato e spero di fare prima o poi una gara con te (ma più corta).
RispondiEliminaSiamo al 10° km, e i palloncini che mi braccano sono quelli di 1h35' che poi mi hanno superato al 14°
RispondiEliminaOk, scarpe fanno la loro porca figura ... anche se tu fossi stato nella folla dietro di te mi sarei detto "Ecco Marco che insegue!!" ... quando cominciai a correre "seriamente" (non sono Leo Sequi!) mio fratello mi disse (ex podista) "Beppe, running, ok, but it is all about the gear!" :) ... cmq sia, vorrei suggerire nuove T-shirt con il logo "CorrerePerFirenze" sul Duomo ... ovviamente in tessuto iper tecnico (the gear!!) ... Sei stato bravo, Marco ... sorriderai la prossima volta!!
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