Perché

A me piace leggere, scrivere e correre. Ultimamente riesco a scrivere solo racconti o considerazioni legate alla corsa. E cerco di scovare racconti o romanzi legati in qualche modo alla corsa. E, appena posso, corro. Speriamo non sia grave.

martedì 24 aprile 2012

Recensione: Fulvio Massini, “Andiamo a correre”, Rizzoli, 2012


Premessa: in generale non mi fido dei manuali se non so chi li ha scritti. E' come affidarsi a un medico senza almeno sapere se è bravo o se ha guarito qualcuno: non intendo “curare” la mia mente con medicine inaffidabili. In questo caso il problema non si pone dato che conosco personalmente Fulvio Massini e ho avuto modo di verificarne la competenza oltre che la passione per la corsa. Stavo per dire "per questo sport" ma, come spiega lui fin dall'introduzione, la corsa è un qualcosa di più, che pervade tutta la nostra vita andando oltre l’attività sportiva in sé. E leggendo il libro lo si capisce bene.

Un’altra mia diffidenza per il manuale è che necessariamente non potrà essere completo, esaustivo dell’argomento. Anche questa seconda diffidenza viene dissolta da “Andiamo a correre” che è un ottimo compendio. Va bene per il neofita anche se alcune parti le salterà, poi ci tornerà su dopo quando non sarà più un neofita. Va bene per il runner esperto: anche se molte cose le avrà già lette in articoli dello stesso Fulvio su Runner’s World o gliele avrà già sentite dire a voce, finalmente avrà un luogo in cui  tutto è sistematizzato e potrà ritornarci con comodo.
A rendere completo il manuale poi ci pensa un’ottima bibliografia: è importante per due motivi: dichiarare con precisione le proprie fonti, oltre a dimostrare un approccio scientifico, avvalora le tesi sviluppate e lascia la possibilità al lettore di continuarne l’approfondimento, anzi lo incoraggia.

È un libro che si può leggere oltre che consultare. La scrittura di Fulvio è molto facile, sembra di sentirlo parlare, è quindi semplice lasciarsi guidare anche in argomenti che semplici non sono. Traspare anche un entusiasmo che contagia e meraviglia: la corsa non è il suo lavoro, è davvero la sua passione.

In un libro, la prima cosa che mi intriga è l’indice che cerco di leggere per conto suo, come una poesia, un manifesto d’intenti del libro stesso, meglio di un’introduzione. E questo non mi ha deluso:

1. La tecnica di corsa
2. Scarpe e abbigliamento
3. Allenarsi a correre senza correre
4. I test per la corsa di endurance
5. Come allenarsi
6. I mezzi di allenamento
7. L’allenamento per i principianti
8. Programmi di allenamento per le brevi, la mezza e la maratona
9. Mangiare e bere per correre
10. Allenamento mentale
11. Gli infortuni del podista
12. I ragazzi e la corsa
13. La donna e la corsa
14. Il runner dai capelli grigi
15. Prima di tutto: la salute
16. Gli accessori dei corridori

Lo scorro di nuovo e, con questa scusa, ne vado a rivedere le varie parti. In realtà non le ho lette in ordine e adesso mi pare di riscoprirle sotto una luce diversa, ne vedo chiaramente il filo che le lega. 
Inutile dire che il capitolo 1 è fondamentale, sicuramente la base: non si può non cominciare da lì e infatti è messo - ovviamente - per primo. 
Però poi, per cominciare a correre, non si può parlare degli strumenti essenziali e quindi il secondo capitolo è imprescindibile. E così via: il manuale è tutto essenziale per poter correre da zero a una maratona. Al limite il runner già esperto può saltare il capitolo 7 dedicato espressamente al neofita. 
Il culmine è, a mio parere, rappresentato dal capitolo 10 dedicato all’allenamento mentale: difficile trovare qualcuno che affronti tutte le sfaccettature di un tema, la corsa, dando a ciascuna, se non eguale, almeno l'importanza che le spetta. E trattare la psicologia con pari considerazione degli aspetti fisiologici e meccanici è, se non innovativo, almeno inusuale e assai utile: soprattutto nella corsa sulla lunga distanza può valere più una adeguata preparazione mentale che un allenamento specifico. Lo sa bene chi ha provato, se non una maratona, almeno una mezza.
Poi, una volta imparato a correre, si deve inevitabilmente fare i conti con gli infortuni, a cui è dedicato un ampio capitolo, con l’intento di riconoscerli (cosa meno ovvia di quanto sembri), curarli e, possibilmente, evitarli. 

Seguono considerazioni su temi legati al corridore con le sue specificità di età e sesso, per finire con una parte dedicata alla salute, come a chiudere il cerchio: si corre per stare bene e si sta bene correndo, ad ogni età. 
Infine gli accessori, che, a dispetto del nome, spesso sono vitali, ognuno a suo modo, come il cardiofrequenzimetro o il portaborraccia, o, pur non essendo indispensabili, cambiano la qualità della vita di un runner, come per esempio il gps che svincola dai percorsi misurati dando libertà pur tenendo conto di tempi e distanze, cibo primario del runner.

Certo, un manuale per quanto sia completo non può sostituire un allenatore, manca l’interazione tra due soggetti, l’allenato e l’allenatore, la personalizzazione dell’allenamento, le modifiche in corso d’opera a seconda di come un runner reagisce a un certo lavoro, manca appunto il lato umano e personale.  Però questo libro può servire, a chi non si prende abbastanza sul serio da rivolgersi a Fulvio direttamente, per cominciare a capire come muoversi. Chissà che poi non si senta anche di chiamarlo e di farsi guidare, di farsi portare per mano da lui: il bello di Fulvio è che si rivolge all'atleta e al principiante con la stessa serena competenza e ingenua passione.


Una altra cosa che mi piace molto di questo libro: ogni capitolo termina con un paragrafo “Conclusioni”.

Conclusioni: un libro leggibile, un ottimo manuale, un utile strumento. Non è l'ennesimo libro sulla corsa. Bravo Fulvio.

Nessun commento:

Posta un commento