Qualche giorno fa una giovane collega e
promettente runner ha ammesso vergognosa che domenica non era venuta alla
Vivicittà perché... pioveva.
Comprensivo ho lasciato cadere l'argomento: non era
il momento giusto per una lezione di corsa sotto la pioggia eppoi siamo in
primavera e il bel tempo arriverà presto, quindi perché tormentarsi con la
pioggia?
Già, correre sotto la pioggia. Perché e come?
Ora mi sembra una banalità, se c'è una gara certo
mi scoccia che piova però neppure mi viene il dubbio se andare o restare a casa
(a prendermi un secondo caffè, come aveva minacciato un altro caro collega
sabato scorso).
Se invece si tratta di un allenamento, le remore
sono più forti, il difficile è partire con la pioggia battente, la mia
strategia è studiare il cielo e cercare di partire in una pausa e poi se
ricomincia a piovere... ormai sono lontano da casa e già bagnato...
Comunque soprattutto per uno che si avvicina alla
corsa possano esserci freni e difficoltà soprattutto psicologiche. Anzi tutte
psicologiche: dov’è il problema fisico (a meno che non si tratti di un
temporale)? Non vorrei apparire indelicato ma non penso che un po’ d’acqua
abbia mai neppure ferito gravemente nessuno. Quindi si tratta di un fastidio
fisico (le gocce di pioggia che ti battono addosso, l’eventuale abbassamento di
temperatura corporea – freddo! sì) e di resistenze mentali (ma chi me lo fa
fare?).
Supponiamo che la motivazione ci sia e che
vorremmo andare ma abbiamo bisogno di attenuare gli inconvenienti. Contromosse possibili?
Con la moderna tecnologia e tutti i ritrovati in
fatto di tessuti tecnici non ci dovrebbe essere problema a trovare qualcosa che
fermi la pioggia, eppure non c'è giacchetto che tenga. Ne ho provati vari
(evito di entrare nel dettaglio per non subire rimproveri in caso qualcuno a me
molto vicino legga questo post), di resistenza, spessore, pesantezza diversi ma
non funzionano: anche il migliore dei giacchetti da running (e perciò traspirante)
dopo al massimo un'ora, un'ora e mezza è completamente mezzo, e non solo non
frena la pioggia ma in più hai qualche chilo supplementare addosso da portare.
D'inverno capisco il cruccio ma in primavera o
d'estate ne se può fare a meno: in ogni caso dopo poche centinaia di metri si
crea un equilibrio tra il calore corporeo, il tessuto ormai bagnato, la pioggia
che continua a batterci sopra e la ventilazione esterna tale per cui non è più
necessario avere un ulteriore strato che cerchi di fermare la pioggia.
Eppoi, se un giacchetto è davvero impermeabile, come
per esempio un k-way, allora non andrà bene comunque: in breve tempo saremo in
una sauna che certo non è sopportabile sulla lunga distanza.
Un esempio in tal senso me l’ha fornito sempre
domenica scorsa un'altro collega, assai veloce ma poco avvezzo a correre sotto
la pioggia: poco prima della partenza la pioggia è intensificata e all'idea di
stare mezz'ora a aspettare sotto la pioggia vedendo altri compagni di sventura
indirizzarsi verso piazza Santa Croce con addosso dei giacchini antipioggia ha
ritenuto normale fare lo stesso.
Certo per quella mezz'ora è stato al caldo e
all'asciutto però poi dopo pochi chilometri (e peraltro ha smesso di piovere
prima della partenza e a parte qualche intermezzo non è più piovuto durante
tutta la gara) si è trovato a disagio e non sapeva dove infilare quel
giacchetto peraltro piuttosto ingombrante...
In caso di gara diventa essenziale restare lucidi
e astratti dalle sensazioni immanenti: suddividere il problema in fasi:
pre-gara e gara. Per la gara: niente, per quanto riguarda l’abbigliamento si
correrà come se niente fosse, a parte quanto dirò più avanti. Per il pre-gara: o
avete tenuto l’impermeabile di nylon che danno alla maratona di Firenze e che
avete avuto la fortuna di non dover usare oppure la sera prima sforbiciate
abilmente un saccone dell’immondizia (io preferisco le buste di nylon
trasparenti della lavanderia) creando un abitino senza maniche: sarà più che sufficiente a ripararci dalla pioggia e tenerci al caldo (a parte le braccia che restano scoperte... ma insomma, accontentiamoci!). La raffinatezza estrema la raggiungono a mio parere quelli che arrivano con quelle tute bianche da lavoro (qualcuno mi dice da restauratore, ma non so) di materiale simil-cartaceo con cappuccio incluso.
Ed ecco il tocco di genio, direi il trucco ma non è un
trucco, è una banalità: basta un cappellino!
Che, attenzione, non serve a non bagnarsi la
testa, figurarsi!, quella tra il sudore e la pioggia non c'è cappellino che
tenga. No, serve esclusivamente per proteggere gli occhi e la faccia. Se avete provato
a correre con la pioggia che ti picchietta acuminata sul volto, che ti
costringe a chiudere gli occhi per il fastidio continuo dell’acqua che ti cola
sul viso, capirete cosa intendo: basta un semplice cappellino purché dotato di
visiera (tipo baseball per intendersi) ed ecco che, magia!, non senti più la
pioggia in faccia ed è come se non piovesse. Occhio non vede cuore non duole: il
resto del corpo, a meno che la temperatura esterna non si abbassi troppo, lo
sopporterà molto meglio di quanto crediate: il punto debole è il viso e
ovviamente gli occhi.
Tutto qui: provare per credere!
Mi direte: e c’era bisogno di tutto questo
sproloquio per dirci questa banalità? Per voi magari era ovvio perché lo
sapevate gia, ma foss’anco servito solo a convincere chi, come per esempio la giovane
collega da cui sono partito, che magari non ha mai neppure provato a correre
sotto la pioggia, ne sarebbe valsa la pena.
Ovviamente: evitate di uscire con una grandinata o
sotto un temporale solo per darmi torto...
PS: ovviamente io di cappellini ne ho tutta una teoria,
di colori diversi, abbinabili alle varie tenute...
PS2: considerando la pioggia e il sole battente, il cappellino diventa un accessorio essenziale per il runner per tutte le stagioni!
pensa quando uno corre con gli occhiali. Ci vuole senz'altro il cappellino.
RispondiEliminaTi assicuro che con un un cappellino impermeabile (anche se parecchio più brutto) si resiste anche una discreta grandinata ed pure in quel caso, se non hai le braccia scoperte, puoi goderti la corsa.... con il ticchettio della grandine sulla tesa del cappello e la strana sensazione di schiacciare con le scarpe quei sassini bianchi.
RispondiEliminaIo ho provato il cappellino di decathlon per la pioggia, che è un normalissimo cappellino con la visiera ma con la particolarità che proprio la visiera è di plastica trasparente... quindi protegge dall'acqua in faccia ma non limita la visuale e la luce... è stato ottimo! anche io credo che il cappellino sia proprio la cosa più importante per la pioggia.
RispondiEliminaE per quel che riguarda le scarpe? ho pensato se esistono per caso delle ghette impermeabili?
A proposito di ghette e scarpe impermeabili: http://correreperfirenze.blogspot.it/2015/10/il-runner-gaga-ma-senza-le-ghette.html
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