Perché

A me piace leggere, scrivere e correre. Ultimamente riesco a scrivere solo racconti o considerazioni legate alla corsa. E cerco di scovare racconti o romanzi legati in qualche modo alla corsa. E, appena posso, corro. Speriamo non sia grave.

venerdì 20 aprile 2012

Sotto la pioggia (con un trucco stupido che non è un trucco)


Qualche giorno fa una giovane collega e promettente runner ha ammesso vergognosa che domenica non era venuta alla Vivicittà perché... pioveva.
Comprensivo ho lasciato cadere l'argomento: non era il momento giusto per una lezione di corsa sotto la pioggia eppoi siamo in primavera e il bel tempo arriverà presto, quindi perché tormentarsi con la pioggia?

Già, correre sotto la pioggia. Perché e come?

Ora mi sembra una banalità, se c'è una gara certo mi scoccia che piova però neppure mi viene il dubbio se andare o restare a casa (a prendermi un secondo caffè, come aveva minacciato un altro caro collega sabato scorso).
Se invece si tratta di un allenamento, le remore sono più forti, il difficile è partire con la pioggia battente, la mia strategia è studiare il cielo e cercare di partire in una pausa e poi se ricomincia a piovere... ormai sono lontano da casa e già bagnato...
Comunque soprattutto per uno che si avvicina alla corsa possano esserci freni e difficoltà soprattutto psicologiche. Anzi tutte psicologiche: dov’è il problema fisico (a meno che non si tratti di un temporale)? Non vorrei apparire indelicato ma non penso che un po’ d’acqua abbia mai neppure ferito gravemente nessuno. Quindi si tratta di un fastidio fisico (le gocce di pioggia che ti battono addosso, l’eventuale abbassamento di temperatura corporea – freddo! sì) e di resistenze mentali (ma chi me lo fa fare?).

Supponiamo che la motivazione ci sia e che vorremmo andare ma abbiamo bisogno di attenuare gli inconvenienti. Contromosse possibili?
Con la moderna tecnologia e tutti i ritrovati in fatto di tessuti tecnici non ci dovrebbe essere problema a trovare qualcosa che fermi la pioggia, eppure non c'è giacchetto che tenga. Ne ho provati vari (evito di entrare nel dettaglio per non subire rimproveri in caso qualcuno a me molto vicino legga questo post), di resistenza, spessore, pesantezza diversi ma non funzionano: anche il migliore dei giacchetti da running (e perciò traspirante) dopo al massimo un'ora, un'ora e mezza è completamente mezzo, e non solo non frena la pioggia ma in più hai qualche chilo supplementare addosso da portare.
D'inverno capisco il cruccio ma in primavera o d'estate ne se può fare a meno: in ogni caso dopo poche centinaia di metri si crea un equilibrio tra il calore corporeo, il tessuto ormai bagnato, la pioggia che continua a batterci sopra e la ventilazione esterna tale per cui non è più necessario avere un ulteriore strato che cerchi di fermare la pioggia.
Eppoi, se un giacchetto è davvero impermeabile, come per esempio un k-way, allora non andrà bene comunque: in breve tempo saremo in una sauna che certo non è sopportabile sulla lunga distanza.
Un esempio in tal senso me l’ha fornito sempre domenica scorsa un'altro collega, assai veloce ma poco avvezzo a correre sotto la pioggia: poco prima della partenza la pioggia è intensificata e all'idea di stare mezz'ora a aspettare sotto la pioggia vedendo altri compagni di sventura indirizzarsi verso piazza Santa Croce con addosso dei giacchini antipioggia ha ritenuto normale fare lo stesso.
Certo per quella mezz'ora è stato al caldo e all'asciutto però poi dopo pochi chilometri (e peraltro ha smesso di piovere prima della partenza e a parte qualche intermezzo non è più piovuto durante tutta la gara) si è trovato a disagio e non sapeva dove infilare quel giacchetto peraltro piuttosto ingombrante...
In caso di gara diventa essenziale restare lucidi e astratti dalle sensazioni immanenti: suddividere il problema in fasi: pre-gara e gara. Per la gara: niente, per quanto riguarda l’abbigliamento si correrà come se niente fosse, a parte quanto dirò più avanti. Per il pre-gara: o avete tenuto l’impermeabile di nylon che danno alla maratona di Firenze e che avete avuto la fortuna di non dover usare oppure la sera prima sforbiciate abilmente un saccone dell’immondizia (io preferisco le buste di nylon trasparenti della lavanderia) creando un abitino senza maniche: sarà più che sufficiente a ripararci dalla pioggia e tenerci al caldo (a parte le braccia che restano scoperte... ma insomma, accontentiamoci!). La raffinatezza estrema la raggiungono a mio parere quelli che arrivano con quelle tute bianche da lavoro (qualcuno mi dice da restauratore, ma non so) di materiale simil-cartaceo con cappuccio incluso.

Ed ecco il tocco di genio, direi il trucco ma non è un trucco, è una banalità: basta un cappellino!
Che, attenzione, non serve a non bagnarsi la testa, figurarsi!, quella tra il sudore e la pioggia non c'è cappellino che tenga. No, serve esclusivamente per proteggere gli occhi e la faccia. Se avete provato a correre con la pioggia che ti picchietta acuminata sul volto, che ti costringe a chiudere gli occhi per il fastidio continuo dell’acqua che ti cola sul viso, capirete cosa intendo: basta un semplice cappellino purché dotato di visiera (tipo baseball per intendersi) ed ecco che, magia!, non senti più la pioggia in faccia ed è come se non piovesse. Occhio non vede cuore non duole: il resto del corpo, a meno che la temperatura esterna non si abbassi troppo, lo sopporterà molto meglio di quanto crediate: il punto debole è il viso e ovviamente gli occhi.

Tutto qui: provare per credere!

Mi direte: e c’era bisogno di tutto questo sproloquio per dirci questa banalità? Per voi magari era ovvio perché lo sapevate gia, ma foss’anco servito solo a convincere chi, come per esempio la giovane collega da cui sono partito, che magari non ha mai neppure provato a correre sotto la pioggia, ne sarebbe valsa la pena.

Ovviamente: evitate di uscire con una grandinata o sotto un temporale solo per darmi torto...

PS: ovviamente io di cappellini ne ho tutta una teoria, di colori diversi, abbinabili alle varie tenute...

PS2: considerando la pioggia e il sole battente, il cappellino diventa un accessorio essenziale per il runner per tutte le stagioni!


4 commenti:

  1. pensa quando uno corre con gli occhiali. Ci vuole senz'altro il cappellino.

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  2. Ti assicuro che con un un cappellino impermeabile (anche se parecchio più brutto) si resiste anche una discreta grandinata ed pure in quel caso, se non hai le braccia scoperte, puoi goderti la corsa.... con il ticchettio della grandine sulla tesa del cappello e la strana sensazione di schiacciare con le scarpe quei sassini bianchi.

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  3. Io ho provato il cappellino di decathlon per la pioggia, che è un normalissimo cappellino con la visiera ma con la particolarità che proprio la visiera è di plastica trasparente... quindi protegge dall'acqua in faccia ma non limita la visuale e la luce... è stato ottimo! anche io credo che il cappellino sia proprio la cosa più importante per la pioggia.
    E per quel che riguarda le scarpe? ho pensato se esistono per caso delle ghette impermeabili?

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  4. A proposito di ghette e scarpe impermeabili: http://correreperfirenze.blogspot.it/2015/10/il-runner-gaga-ma-senza-le-ghette.html

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