Perché

A me piace leggere, scrivere e correre. Ultimamente riesco a scrivere solo racconti o considerazioni legate alla corsa. E cerco di scovare racconti o romanzi legati in qualche modo alla corsa. E, appena posso, corro. Speriamo non sia grave.

domenica 14 ottobre 2012

Corsa e politica (correndo per Firenze una domenica mattina)

Stamani, che era una bella domenica d'autunno, ho attraversato Firenze da ovest a est e viceversa, il mio solito "giro dei ponti" dalle Cascine al Girone (a proposito come sarebbe bello se la stupenda pista ciclabile recentemente estesa fino al Girone venisse ulteriormente allungata fino alle Sieci e Pontassieve... lo spazio ci sarebbe, ci vorrebbero soldi e volontà).
Passando tra un gruppetto di camminatori, ciascuno provvisto di zainetto e bastoncini, come se si stessero avventurando in una remota valle alpina mentre erano su una pista ciclabile sull'argine dell'Arno, ho colto uno stralcio di conversazione "eh ma io l'avevo capito fin dall'inizio, infatti non l'ho votato per sindaco" "e ora come si fa?" è intervenuta una voce di donna.
Chilometri dopo, ho quasi investito due signori che da Ponte Vecchio stavano attraversando verso via Por Santa Maria: quello più giovane diceva al più anziano "e perché Bersani allora?". Incrociandoli perpendicolarmente ho perso il contatto troppo rapidamente per cogliere la risposta e ricomporre la domanda.
Insomma domenica mattina, senza la partita (ma voglio credere che sarebbe stato così anche se la Fiorentina avesse giocato nel pomeriggio) in città si parlava di politica, la politica era nell'aria, tra le persone normali, tra amici, parenti, come argomento di conversazione normale e non di rigetto o di indignazione. Magari l'antagonismo eccessivo tra i protagonisti e il conseguente clima da derby calcistico potrebbero sovralimentare l'interesse però mi ha fatto piacere annusare nell'aria, pulita dalla pioggia del mattino, questo vento di interesse e di passione.
La finisco qui, ci manca solo che parli di politica con il pretesto della corsa. 

Ma oggi la questione era un'altra: grazie alla corsa ho potuto percepire voci della città, più distanti tra loro che se avessi fatto una semplice passeggiata, mentre, se avessi fatto un giro in bici ben più lungo, difficilmente avrei però ascoltato da vicino delle conversazione tra passanti.
La morale? La corsa come strumento sociologico...

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