Ho passato
indenne tutte le influenze, raffreddori, mal di gola di Elena in questi ultimi
tre mesi. Oggi il termometro sancisce
l’ennesimo allarme: trentanove e quattro. Non di sera, quando è usuale che
la temperatura salga, ma appena sveglia.
Preparo due
colazioni in parallelo e servo a letto la colazione a Elena con il tavolino da
letto: succo di arancia, tazza di tè, bricchetto con latte freddo, qualche
biscotto anche se ha già dichiarato di non avere fame, il barattolo di
nutella: consolante anche solo a vederlo.
Soddisfatto
dalla sorpresa riuscita, me ne torno in cucina a consumare la mia colazione,
avevo in programma di fare colazione fuori stamani, non ho niente che mi attiri, ma la mia è fame e non solo voglia di qualcosa di buono: mi tosto due fette
di pan carré ai sei cereali e mi condisco cinquanta grammi di bresaola. Caffè lungo e succo
di arancia anche per me.
Un pensiero mi
assale mentre addento soddisfatto il mio panino: ce la farò anche stavolta? Saranno
valsi come una sorta di immunità gli allenamenti mattutini uscendo di casa
quando è ancora buio, i lunghissimi stremanti, le inflessibili ripetute del giovedì?
Avranno forgiato il mio corpo rendendolo immune ai virus in agguato?
(visualizzo Thor con la fattezze di quell’attore biondo altissimo e dalla
muscolatura abnorme)
Oppure cadrò
tra qualche giorno senza aver più il tempo di recuperare prima della maratona, uno sforzo
che non ammette ulteriori debolezze a quelle insite in ogni essere umano.
La morale?
Sempre avere un piano B (sono iscritto alla maratona di Venezia, ma sono anche
iscritto a quella di Firenze in programma un mese dopo...)
PS: Cara
mogliettina, sappi che il mio amore supererebbe anche questa prova. Certo, ne
farei a meno...
Nessun commento:
Posta un commento