Detto ciò, quando
ci si accinge a correre per la prima volta una maratona è cosa buona e giusta
familiarizzarci con il percorso.
Senza
pretendere di fare un sopralluogo fisico, di solito all’Expo dove si va a
ritirare il pettorale è consuetudine che qualche esperto (a Firenze lo fa
naturalmente Fulvio Massini) illustri ai maratoneti il percorso aiutandosi con
le immagini “in volo” lungo il percorso con Google Earth o programma analogo.
Prima della
scorsa Maratona di Venezia ho organizzato una seduta con i compagni d’avventura
e ci siamo guardati alla bell’e meglio il percorso con Street View. Poi
arrivati all’Expo abbiamo ascoltato la descrizione (uno dei due speaker era
peraltro Julia Jones).
A che serve?,
tanto la fatica e la sofferenza saranno tante lo stesso, obbietterete.
Un po’ serve. Per almeno due motivi.
Il primo è che
avere visualizzato il luogo della partenza diminuisce lo spaesamento iniziale:
la maratona è un’esperienza che richiede di per sé tante energie, fisiche e
mentali, quasi tutte quelle a disposizione in quelle tre o quattro ore, dover
fronteggiare anche la difficoltà di trovarci in un posto sconosciuto, tra
migliaia di sconosciuti ci può far sprecare energie che invece dobbiamo
canalizzare per il giusto fine.
Secondo motivo:
le difficoltà quando ci sono note a priori non ci stupiscono, o ci stupiscono
meno, e questo ci permette di
affrontarle meglio concentrando le giuste energie necessarie in quel determinato
momento e evitando scoramenti o perdita di concentrazione per colpa di una
contrarietà inattesa.
Mi è servito?
Sì: quando sono arrivato al Parco San Giuliano, sferzato dal vento e dalla pioggia, sapere che mi aspettavano dei saliscendi e poi una rampa per accedere al Ponte della Libertà ("un Pordoi" l'aveva definito lo speaker il giorno prima) mi ha permesso di essere preparato e poi di stupirmi che in fondo non un granché di salita (ma sotto sotto congratulandomi con me stesso per avere superato quelle difficoltà (temute ma note) in modo brillante. Ben diverso sarebbe stato scoprire al trentesimo chilometro che oltre al vento e alla pioggia avrei dovuto fare delle salite: quante? quanto dure? saranno finite?...
Si pensi per esempio, nel caso di Firenze, al cavalcavia che si affronta verso il trentaduesimo chilometro: la reazione potrebbe essere diversa: da un "what a nice surprise!" espresso con umorismo britannico a un "minchia che salita!" di spontaneità più mediterranea...
Si pensi per esempio, nel caso di Firenze, al cavalcavia che si affronta verso il trentaduesimo chilometro: la reazione potrebbe essere diversa: da un "what a nice surprise!" espresso con umorismo britannico a un "minchia che salita!" di spontaneità più mediterranea...
Il sabato
pomeriggio prima della maratona, senza dirlo a nessuno, mi siederò tranquillo sul divano e farò finta
di dare un occhio distratto alla televisione (non vorrei che per il fatto di
saperla a memoria poi finisce che sottovaluto qualcosa...)
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