Perché

A me piace leggere, scrivere e correre. Ultimamente riesco a scrivere solo racconti o considerazioni legate alla corsa. E cerco di scovare racconti o romanzi legati in qualche modo alla corsa. E, appena posso, corro. Speriamo non sia grave.

martedì 8 maggio 2012

Guarda Firenze ma non ti distrarre...


Domenica prossima la 40° edizione della Guarda Firenze. Il percorso è sempre lo stesso però lo scorso fine settimana ho voluto ripercorrerlo insieme a due validi compagni per averne una coscienza più consolidata, con la speranza di riuscire a dosare meglio le energie (pia illusione, ma razionalmente ci voglio provare!).

Il percorso lo dividerei in 5 tratti (arrotondando per semplicità):
·   2,5km in piano, fino a porta romana (anche se odio la leggera pendenza di via de’ Serragli)
·   2km abbondanti di salita: non è costante, ma procede a gradini, alternando parti dolci con curve leggermente più aspre, ma in generale non è spiacevole, un po’ più lunga e meno pendente dell’altra parte che faremo in discesa.
·  1,5km di falso piano fino al piazzale in cui si può recuperare e riprendere l’andatura voluta.
·  2km scarsi di discesa in cui non si può riposare troppo: c’è pur sempre da recuperare quello che si è perso in salita.
·   2km di pianura che, dopo la discesa sembreranno una salita... ma sono gli ultimi chilometri e l’arrivo è vicino (anche se i chilometri sono sempre più lunghi a correrli che a scriverne).

Tenendo in mente ciascuno il proprio obbiettivo intermini di velocità di gara (VG=VR in questo caso) sarebbe saggio non esagerare nel primo tratto, mantenendo la VG, resistere in salita per poi recuperare un po’ in discesa e dare tutto quel che resta negli ultimi chilometri.
Sembra ovvio. Però succederà (come successo in passato) che arrivi a Porta Romana con un’andatura 10-15” sotto la VG per cui poi la salita mi sembrerà molto più dura essendo già spompo, non riuscirò a recuperare in discesa perché ancora stanco e il tratto finale decelererò anziché aumentare. Vediamo se mi smentisco stavolta.
Mi scuso se mi sono soffermato sui tempi ma, accorciandosi la distanza, una gara diventa molto più legata alla velocità piuttosto che all’atto della corsa che, su lunghe distanze, è già epico in sé.

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